Cazzate leghiste
La Lega Nord vuole proibire l'uso in pubblico del burqa. Embè? si dovrebbe dire sentendo un'affermazione così, visto una legge in tal senso esiste già, almeno dal 1975. E' la legge n. 152, che all'art. 5 recita:
È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino.
Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro.
Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l’arresto in flagranza.
L'idea malsana della Lega Nord consiste però nell'introdurre il divieto di indossare "qualsiasi mezzo che non renda visibile l’intero volto, in luogo pubblico o aperto al pubblico, inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". Mentre verrebbe cancellata, con il DDL della Lega, la dicitura "senza giustificato motivo". Qual è la novità? Semplice e chiaro: l'impostazione razzista ed antislamica della legge. Tanto che in conferenza stampa (che invito ad ascoltare qui. C'è un siparietto finale niente male, sul carnevale e le feste in maschera) la Lussana (tra le proponenti della nefandezza) dichiara che la modifica del testo del 1975 serve a "far fronte alla minaccia terroristica della jihad islamica". Chiaro no? D'altronde cosa c'è da aspettarsi da un manipolo di fascisti non dichiarati, xenofobi convinti ed incitatori all'odio religioso?
Ribadiamo, ancora una volta, visto che non è mai abbastanza in questo caso, che la religione musulmana non prevede l'uso del burqa, nè del niqab. Lo ha ribadito pochi giorni fa il grande imam Mohammed Said Tantawi dell’università egiziana di Al Azhar, massimo centro dell’islam sunnita. Detto questo, i leghisti, con questa loro proposta non fanno che anteporre la pubblica sicurezza al diritto costituzionale di libertà religiosa. Lo dice chiaramente, ancora Lussana, quando afferma che "tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini, per noi la priorità è la sicurezza". E' ovvio che se passasse un principio del genere, si creerebbe un precedente pericoloso.
A quel punto qualunque diritto potrebbe essere subordinato ad un supposta sicurezza pubblica, o ad un'altra esigenza del momento, buona per il consenso popolare. Perciò sarebbe il caso di cominciare ad usare il cervello, anzichè continuare a ragionare con la pancia dolente. La proposta leghista è quindi xenofoba e pericolosa, buona solo a cavalcare il razzismo di una massa di ignoranti, che stupidamente credono ad ogni cazzata viene detta loro.
Tanto stupidi gli adepti leghisti, da non accorgersi come una norma del genere non costringe le donne a svestirsi del burqa, né risolverebbe il tanto caro a loro problema di ordine pubblico. Al contrario, un provvedimento di quel tipo costringerebbe quelle stesse donne, già prigioniere di una cultura maschilista, a rimanere chiuse in casa. Una doppia prigione dalla quale sarebbe impossibile liberarsi, rimanendo così emarginate. Mentre ci sarebbe bisogno di mettere in atto proposte positive per una loro reale integrazione, attraverso l'insegnamento della lingua italiana, la scuola, il lavoro e l'affermazione e la reale godibilità dei diritti, compresi quelli di cittadinanza.