Ecco la lavatrice cattolica, che emancipa le donne del mondo (sic!)
Chissà se l'importante svolta di emancipazione data dalla lavatrice, ha avuto effetti anche tra le mura delle cosiddette "Case Magdalene", conventi cattolici dove venivano rinchiuse donne e bambine, che avevano commesso peccati contro la moralità. Colpevoli di aver guardato un ragazzo, di aver subito violenza, di aver partorito fuori dal matrimonio, circa trentamila donne sono state rinchiuse in lager, costrette a lavare i panni a mano, con la soda e il sale. Per 15 ore al giorno, tutti i giorni dell'anno, escluso il Natale.
Finalmente emancipata dal lavaggio manuale, la donna versione family-day può meglio governare la casa, accudire il marito e ad egli sottomettersi. Avere, insomma, più tempo da dedicare alle sue funzioni "naturali" di madre e sposa. E di continuare ad essere un'animale da rirpoduzione, proprio come piace alle gerarchie ecclesiastiche. Alle quali non aggrada il venir meno delle donne, al proprio dogmatico compito di contenitori biologici di seme maschile.
Anche si trattasse di una bambina, anche se violentata per anni dal patrigno e da questo messa incinta, una "brava" piccola donna non può esimersi dal proprio compito, e rinunciare così ad essere l'espressione della riproduzione del potere maschile. Perciò su una bambina brasiliana di nove anni, è caduta la scomunica della chiesa cattolica per avere interrotto la gravidanza violentemente subita. Ed insieme alla piccola bambina innocente, la scomunica ha colpito sua madre ed i medici che hanno eseguito l'intervento.
"Viva la lavatrice", dicono dalle parti vaticane. Perchè i panni sporchi del maschio si lavano in casa. Ma quelli delle donne rimangono macchiati.