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lunedì 20 giugno 2011

Siedi tranquilla sulla riva del fiume




Sapevo che non dovevo fare altro che aspettare tranquilla sulla riva del fiume che passasse
Ma dato che non sono zen, vorrei esserlo, giuro ma figurati se ci riesco, dico soltanto questo, scorrettissimamente, senza garantismo di sorta, senza manco pensarci, così, di getto, spontaneo come il riflusso gastrico

SPERO TU VADA IN GALERA

so che questo non accadrà perchè a nessun signore e padrone è concesso di marcire nelle pie galere di questo stivale malandato ma, ecco, immaginarti dietro le sbarre è il mio pensiero felice di oggi

e forse dell'intera settimana

domenica 4 aprile 2010

Ferrovie Italiane del basso impero: la Translittoriana


Per tornare nella mia ridente terra natia a festeggiare con il letizia e gioia la santa Pasqua, ho usufruito del maschio servizio offerto dalle ferrovie italiche utilizzando la Translittoriana, la linea ferroviaria che collega l'urbe a Napoli attraversando le gloriose terre del basso Lazio e dell'alta Campania, che con le loro preferenze alle urne hanno contribuito fattivamente alla creazione di questa nuova grande epoca littoria
Con piglio ottimistico ho accolto il primo annuncio ritardo dato alla stazione Termini dell'Urbe: non sono come quei disfattisti comunisti che appena sentono che il treno ritarda si mettono ad urlare insulti alle nostre ferrovie!! D'altronde, provenendo il treno dalla sinistrorsa Sestri Levante, è chiaro che il ritrardo era di matrice comunista; lamentarsene significa dare ragione a chi si oppone a questa nuova e splendida epoca littoria. Testa in alto e naso all'insù dunque, rimango stoicamente eretta sul binario per venti minuti, fino a quando il glorioso treno finalmente arriva.
Coerentemente con l'apprezzamento a prescindere di tutto ciò che l'italica autorità dice e fa, non mi lamento neppure per l'ulteriore ritardo che il treno cumula in stazione, tanto prima o poi partirà e così infatti è stato; in fondo italiani, siamo in vacanza, cosa ci importa il tempo che perdiamo?

Mentre il treno attraversa l'agro pontino, veloci volano i miei pensieri mentre il paesaggio scorre dal finestrino; i miei pensieri da subito si vede che sono molto più veloci del treno, che invece dopo un'ora ancora deve arrivare nella gloriosa città di Latina. Non importa: nel frattempo leggo e mi acculturo, ho riviste che parlano di tette e televisione e di televisione delle tette ed epistemologia della tetta televisiva, volendo sto a posto per altre quattro ore. A Sezze Romano, culla della cività littoria, mucche di matrice sinistrorsa bloccano i binari allo scopo di danneggiare l'italica ferrovia; le mucche, è evidente, fanno parte dell'italia che odia e che invidia; fermare la corsa del treno è una metafora di quella certa propaganda comunista che vuole fermare la littoria corsa del nostro paese. Ma ecco, arrivano i nostri: alcuni bifolchi in canottiera spingono indolentemente i ruminanti dissidenti lontano dai binari, mettendoci tutto il tempo che il maschio italico ritiene opportuno per svolgere degnamente il suo lavoro. E così, nonostante i tentavi di sabotaggio organizzati dalle toghe rosse, arriviamo alla stazione di Aversa, dove i gloriosi abitanti della ridente cittadina alle urne hanno compattamente e plebiscitariamente contribuito a far salire l'interlocutore privilegiato di ogni governo che si rispetti : la maschia camorra. E' tutto un gioire qui, tra i passeggeri che salgono: assafamaronn, è turnata à camorr, ma chella bbona però, chell onest, chella fatta r'ommn c sanno campà, no chillu zuzzus ca s piglian 100 eur a man a nà bancarell (evviva evviva hurrà! è tornata la camorra ma quella buona di una volta, fatta di uomini d'onore, di persone che ti mettono un pizzo onesto, no che si prendono 100 euro al giorno da un poveraccio che ha soltanto una bancarella)
Letizia e gioia al cor mi s'infonde, vedendo tornare la speranza in queste anime devastate dalle crudeli giunte di centrosinistra che questa Grande e Gloriosa Camorra non l'avevano mai saputa far tornare per bene

Eccoci infine, il cielo azzurro, il mare, il Vesuvio
Napoli
Prossima terra di conquista littoria
Con soli 40 minuti di ritardo.
I treni, nel glorioso secondo impero fascista, non arrivano in orario


martedì 23 febbraio 2010

Vabbè ma allora me lo fanno apposta



date un pò un'occhiata a questa notizia:

ANSA.it > Top News > News del 22 febbraio 2010

Nel caso non vi andasse di smucinare nel sito ve la riassumo; trattasi di fantastica idea partorita senza dolore dal signor Trenitalia: "Sui treni ad alta velocita' scomparira' la divisione in prima e seconda classe, sostituita da 4 diversi livelli per qualita' del servizio". Lo ha annunciato l'amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti. 'Nel corso dell'anno - ha detto - supereremo le due classi per avere quattro livelli di servizio, da un elemento base di trasporto senza particolari esigenze dei passeggeri ad un servizio ai massimi livelli oggi conosciuti al mondo'.

Supereremo

Un treno di Trenitalia che supera qualcosa è gia un ossimoro ma sento comunque di dover approfondire il concetto: superare la prima e la seconda classe significa, secondo Moretti, andare incontro alle esigenze di una società che si sta pluristratificando, la società composta dai conoscenti di Moretti, è ovvio; il resto d'Italia si sta infatti uniformando verso un'unica classe sociale di disoccupati e cassa integrati ma insomma, stiamo parlando di Moretti, uno che ritiene normale che sotto una spruzzata di neve i puzzafame che non possono permettersi le frecce rosse si debbano portare coperte e panini, perchè non è che lui si può preoccupare di fare arrivare a destinazione i passeggeri, cos'è una locomotiva lui, scusate? che, si deve preoccupare lui dello stato devastante della rete ferroviaria? quello non è un compito che gli spetta, lui è l'amministratore delegato che deve partorire idee che superino la prima e la seconda classe, allora diamo la colpa delle cose che non funzionano sempre a chi comanda ma che atteggiamento comunista è mai questo.

Quattro livelli di servizio, no dico, quattro

Provo ad immaginarmeli
Primo: Ricchi normali.
Dicesi ricchi normali i passeggeri che possono permettersi di spendere ogni giorno 88 euro per fare, per esempio, Napoli- Urbe e ritorno, senza che per questo vezzo il bilancio economico mensile subisca il minimo contraccolpo. Il motivo per cui un tizio che può spendere 88 euro al giorno solo per muoversi decida di farlo con TRENITALIA e non con l'aereo o con il megasuv che certamente possiede è per me un mistero, ma non per Moretti che non si è accorto che la prima classe dei frecciarossa viaggia mezza vuota mentre i carri bestiame dei pendolari contano una densità di passeggeri per centimetro quadrato pari solo alla metropolitana di Tokio nell'ora di punta
Secondo: Straricchi
Dicesi straricco uno che ritiene tutti i prezzi al di sotto delle 4 cifre una miseria: oh questo spazzolino da denti costa 400 euro, gesù, ma non costa niente, lo avranno fatto a taiwan, non mi fido, prendo quello da 700.
Ok aiutatemi voi a trovare un motivo per il quale una simile persona non si muova per la penisola a bordo del suo jet privato pagato da soldi publbici.
Non lo trovate nemmeno voi, giusto?
Terzo: Multimiliardari
Il giorno che Bill Gates metterà le chiappe su una freccia rossa tolgo Trenitalia dalla lista dell'odio, giuro
Quarto: Stipe Reale
Questo quarto livello di servizio, contraddistinto da sorridenti hostess in topless che offrono tartine al caviale e champagne francese, è destinato al savoiardo, alla bellissima e charmant prole di Caroline di Monaco e alla regina Elisabetta, che sono pronta a scommettere che non permetterebbe mai nemmeno ad uno dei suoi cappellini di viaggiare in treno, figuriamoci alla sua augusta persona. Inoltre, Charlotte Casiraghi fa sapere che lei non metterà piede sul frecciarossa finchè il savoiardo non scende e si allontana dai binari, perchè una fanciulla di classe come lei non si mischia con plebaglia dal sangue annacquato. E trova le hostess in topless di pessimo gusto, i soliti italiani volgari.

Guarda Moretti, bravo, hai avuto una fantastica idea.
A tua discolpa, puoi sempre addurre il fatto che un amministratore delegato non abbia idee ma si limiti a fregare impunemente quelle dei suoi più stretti collaboratori ma io ti aspetto al varco, caro Moretti. Mi metto tutto il giorno alla stazione Termini a vedere chi sale e chi scende da stì cazzo di treni con 4 livelli di servizio e poi mostro le riprese di questi treni luccicanti e pieni solo di zozzone in topless ai pendolari dell'intercity e dei treni locali e vedrai che, senza alcun ulteriore incitamento da parte mia, essi spontaneamente verrano a te, recandoti in dono mazze chiodate e grossi randelli e allora, allora, Moretti caro, la ruota del Karma farà il suo corso

Mi sto sedendo sulla riva del fiume, Moretti
Non illuderti nemmeno per un minuto che al passaggio del tuo cadavere io non ne compia scempio

venerdì 8 agosto 2008

Il viaggio della speranza


Io non è che voglio essere ripetitiva ma Trenitalia mi costringe.

Essendo pendolare ormai da quindici anni, sono abituata al fatto che d’estate la Roma-Napoli va in tilt.
La linea ferroviaria semplicemente impazzisce.
Non che di norma sia il massimo della sanità mentale.
Dunque, questa mattina parto per la mia terronisssssima città natale, si sposa il mio fratellino. La mia presenza è indispensabile, sennò col cazzo che prendevo il treno ad agosto. Dunque, dicevio, arrivo a termini trafelata, perché la metro ha tardato, si è fermata sotto una galleria, si è stiracchiata, si è scaccolata per una decina di minuti e poi è ripartita. Arrivo al volo, dunque e noto con orrore che a dieci minuti dalla partenza del treno non è segnalato il binario.
Chiunque abbia mai preso, anche solo una volta nella sua vita, un treno di trenitalia, sa questo è un presagio di sventura.
Un brivido gelido mi risale la schiena e ci sono almeno trentacinque gradi col 60% di umidità nell’aria. Alla fine il treno viene annunciato, vado al binario, mi ficco tra la folla che sale, imbuto nel corridoio: tanti bagagli, poco spazio,gente rincoglionita che non sa dove sedersi, prepotenti che si siedono al posto degli altri, rimbambiti che rimangono fermi in mezzo al corridoio con valigione stile baule da sfollato che ripetono a pappagallo: devo passare devo passare devo passare, bambina lagnosissima che ancora non è partito il treno e gia chiede alla mamma ma quando arriviamo? Voglio dire, c’è gia da tirare fuori il Kalashnikoff.
Ma ecco, colpo di scena, ancora siamo tutti imbutati nel corridoio strettissimo dell’eurostar con i bagagli che spuntano fuori da tutti i pizzi, che si chiudono le porte. Il capotreno annuncia un ritardo di mezz’ora.
Bestemmione corale.
Continuiamo a cercare di muoverci verso i nostri posti; qualcuno ha finalmente calpestato il derivato con il baule e il traffico si è decongestionato. Arrivo al mio posto ma sono tutta sudata. Improvvisamente fa caldissimo. In effetti, l’aria condizionata è spenta, il finestrino è fissato, non possiamo tirarlo giu. Mi avvicino alla porta, ho bisogno di aria ma la porta non si apre. Passa il capotreno. Chiedo di aprire la porta ma lui dice non si può, non potete scendere perché può essere che il guasto lo riparano prima di mezz’ora e poi ci tocca farvi risalire tutti (ma perché ci devi prendere in braccio? Boh); allora io chiedo per piacere che accendano l’aria ma lui si scusa e dice che l’aria è collegata al motore e si può accendere solo se il treno è in movimento. A parte che a me mi sembra che questa è una cazzata (ma conoscendo trenitalia potrebbe anche essere vero) gli chiedo allora se cortesemente mi suggerisce una soluzione che mi consenta di non morire liquefatta. Lui mi guarda intensamente, gli vedo la buona volontà negli occhi, mi vuole aiutare; arriva una tizia vistosamente incinta, gli chiede se può aprire i bagni perché lei la deve proprio fare ma il capotreno, con aria dolente, le spiega che gli unici bagni funzionanti sono in coda treno ma possono essere aperti alla partenza.
A questo punto mi sono sentita autorizzata a dare di matto.
E quindi l’ho fatto urlando come al solito come una pazza che io il biglietto per questa merda di treno l’ho pagato 28 euro ma mi conveniva chiedere un passaggio a un carro bestiame sulla pontina, che almeno stavo in compagnia degli animali che è normale che puzzano e non ti rispondono e che è uno schifo avere solo due bagni funzionanti, che poi funzionanti è una parola grossa, poi bisogna vedere che si intende, per funzionanti, e pure la tizia incinta urla parecchio e si aggiungono, devo dire, anche altri passeggeri e tutti protestiamo tantissimo e uno dice ma io devo arrivare fino a reggio calabria, porca miseria, come ci arrivo in questa condizioni, nella cassa da morto ci arrivo porca zozza e così allora il capotreno apre la porta e dice vabbè allora fate come volete, scendete ma io non voglio responsabilità. Questa non l’ho capita, ma responsabilità di cosa?? Di averci fatto fare una presa d’aria? Ma la responsabilità di farci sciogliere come gelati e farci diventare puzzolenti di sudore come maiali se la poteva prendere? E questo è stato solo l’inizio. Fuggo fuori, respiro.
La bambina si lagna mamma perché il treno non parte?
Sarà un lungo, lungo viaggio

mercoledì 19 marzo 2008

Il treno dei desideri

Avete mai visto un Eurostar?
Il fiore all’occhiello di Trenitalia è un teno moderno, veloce e molto trendy: magro, slanciato, a forma di missile con il nasino a punta.
A volte i vagoni sono anche tutti colorati, una vera delizia per lo sguardo nel grigiore delle stazioni ferroviarie.
Eppure mi è sempre sembrato un treno piuttosto triste, quasi malinconico direi.
Dopo un’attenta osservazione del mezzo ho capito il perché:
L’Eurostar ha un complesso di inferiorità nei confronti dell’aereoplano.
Sarà per la forma a missile, che lo faceva aspirare all’alto della Ionosfera.
Creato per viaggiare lungo tutto lo stivale, i passeggeri ingrati continuano a prendere l’aereo per arrivare da Milano a Palermo. Noi italiani siamo troppo comodini, preferiamo pagare di più e stare seduti aereo con la certezza di arrivare a destinazione, piuttosto che viaggiare un giorno e mezzo stipati nel treno. L’eurostar si sente perplesso. In fondo anche lui ha un vano apposito per portare i bagagli, come gli arei. Ma noi ingrati passeggeri chissà perché non ci fidiamo di lasciarli lì incustoditi e preferiamo ammucchiarli vicino ai sedili. Poi si sa che stiamo scomodi. Soltanto perché a volte qualche malintenzionato si frega le valigie o ci fruga dentro non vuol dire che il vano bagagli non sia sicuro. E poi com’è possibile che la gente rinunci a veder scorrere dal finestrino il panorama che va dalle Alpi e che poi digrada dolcemente verso il mare? E l’emozione di vedere la neve sugli appennini alta alta alta tre metri sopra al cielo e pure di più e non si può passare con il treno e allora si sta lì, tutti insieme a raccontarci aneddoti di un tempo passato quando si viaggiava in carrozza e si veniva assaltati dai briganti? E il brivido dell’imprevisto quando sali sul treno a Lecce, il 15 di agosto e scopri che l’aria condizionata non funziona?
Forse non siamo pronti per questo. Ci piace troppo la vita metodica e preordinata.
Non si può giocare nemmeno la carta della velocità, dato che ormai nell’Urbe i cittadini vanno in media a 100 all’ora
Allora l’Eurostar si è trovato un adeguamento tutto suo: arriva in ritardo, dai quindici minuti alla mezz’ora.
Per darci il tempo di fare il check in

lunedì 17 dicembre 2007

ANNUNCIO RITARDO

“Annuncio ritardo. Si avvisano I signori viaggiatori in attesa al binario 25, che l’eurostar XXX per napoli centrale, in ritardo di 15 minuti, arrivera’ con un ulteriore ritardo di 20 minuti a causa di un guasto tecnico sulla linea. Ci scusiamo per il disagio”

Traduzione della Punzy:
“Annuncio ritardo. Per i circa 80 polli che stanno aspettando come i broccoli lessi il treno al binario 25, il treno non arrivera’ in tempo, ritarda di altri 20 minuti oltre a quelli annunciati. Avremmo potuto comunicarvi il ritardo per intero anche prima, perche’ lo sappiamo da tempo che il treno e’ fermo per un’avaria ma trattare l’utente con rispetto non fa parte della nostra politica. Inoltre, noi siamo un’azienda che pensa positivo: se un treno si guasta, noi annunciamo che ritardera’ di soli 15 minuti..hai visto mai che per miracolo riparte da solo?
Inoltre, se vi avessimo annunciato il ritardo per intero mezz’ora fa, avreste avuto tutto il tempo di venire all’ufficio reclami a protestare, invece vi abbiamo fatto stare un quarto d’ora al freddo e al gelo, con la tramontana che vi trafiggeva il cervello e adesso le forze vi hanno abbandonato. Avete giusto il fiato per salire sul nostro porco treno. A proposito, non l’abbiamo pulito. Ma tanto, dopo che lo state aspettando da 35 minuti non starete a sindacare sullo stato dei vagoni. Ci scusiamo per il disagio ma in realta’ non ce ne frega niente, e’ solo un pro forma. Se ci dispiacesse davvero, faremmo funzionare le cose.”

Pensate che abbia esagerato? Beh, chiedetelo ai 450 passeggeri dell’eurostar Lecce-Roma bloccato per quasi dodici ore in provincia di Caserta per un’avaria, in aperta campagna, con l’impianto di riscaldamento fuori uso e temperature esterne di qualche grado sotto zero

venerdì 3 agosto 2007

TRENITALIA

Era tutto predeterminato.
Uno sporco e dannato piano.
Tra l’altro, assolutamente riuscito.
Congratulazioni, machiavellici dirigenti di trenitalia, ci siete riusciti. Ci state stremando da anni, noi poveri pendolari, rendendo gli intercity assolutamente impraticabili sistemando ad hoc nei sedili pulci e zecche, defecando senza tirare lo sciacquone negli angusti gabinetti degli scompartimenti, seminando cartacce unte di parmigiana di melanzane nei corridoi…e noi niente, resistevamo eroici, continuavamo a prendere l’intercity tentando di risparmiare qualche euro, che la vita dei pendolari che prendono una paghetta mensile e’ veramente dura…Sicuramente voi giovani pierfighi dirigenti di trenitalia stavate la’ nelle vostre stanzette con gli screensaver di Pamela Anderson a pulirvi le orecchie con i cotton fioc mentre i vostri capi vi tempestavano di mail con gli obiettivi mensili annuali decennali e tutti questi obiettivi dicevano una sola cosa: “dirottare il flusso di pendolari verso gli Eurostar”. E allora vi siete sdraiati per terra con una finta tuta da metalmeccanici bloccando i binari e facendo arrivare gli intercity in ritardo di settimane, inoculato nei panini di plastica dei bar di chef express i bacilli del colera,avete tolto le carrozze fumatori spargendone il loro contenuto sui poggiatesta dei sedili…ma non e’ servito..chi di noi e’ sopravvissuto ha continuato a snobbare gli schifosi eurostar stretti angusti e ingiustamente costosi..
Per cui avete inventato la strategia vincente, quella definitiva e globale, quella contro la quale non potevamo nulla..ci avete chiuso i rubinetti dell’aria condizionata.
Bravi
Nessuno puo’ riuscire a sopravvivere il 2 agosto alle due di pomeriggio fermo nella campagna pontina perche’ le mucche assassine si sono piazzate sui binari e non ricevere nemmeno il conforto di un soffio d’aria fresca.
Mi rimane solo il dubbio se lo sporco lavoro lo abbiate fatto voi o astuti sicari prezzolati
Me la pagherete, lo giuro