Può essere di pochi chilometri o in capo al mondo, può essere all'interno di se stessi, solitario o in comitiva, niente equivale all'attesa, all'incanto, alla scoperta di un viaggio.
E ora che sto per partire per un viaggio vero, mi vengono alla mente due poesie: "Itaca" di Kavafis (l'ho trascritta qui) e "Invito al viaggio" di Charles Baudelaire.
Sono viaggi speciali, viaggi sentimentali, viaggi dell'anima, in cui la meta non conta, non importa.
Sono viaggi speciali, viaggi sentimentali, viaggi dell'anima, in cui la meta non conta, non importa.
Quello che vale, come sempre, è il cammino.
H. Matisse, Luxe, calme et volupté, Parigi, Musée d'Orsay |
C. Baudelaire, Invito al viaggio, da "I fiori de male "
Sorella mia, mio bene,
che dolce noi due insieme,
pensa, vivere là!
Amare a sazietà,
amare e morire
nel paese che tanto ti somiglia!
I soli infradiciati
di quei cieli imbronciati
hanno per il mio cuore
il misterioso incanto
dei tuoi occhi insidiosi
che brillano nel pianto.
Là non c'é nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.
Mobili luccicanti
che gli anni han levigato
orneranno la stanza;
i più rari tra i fiori
che ai sentori dell'ambra
mischiano i loro odori,
i soffitti sontuosi,
le profonde specchiere, l'orientale
splendore, tutto là
con segreta dolcezza
al cuore parlerà
la sua lingua natale.
Là non c'é nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.
Vedi, su quei canali
dormire bastimenti
d'animo vagabondo,
qui a soddisfare i minimi
tuoi desideri accorsi
dai confini del mondo.
Nel giacinto e nell'oro
avvolgono i calantisoli canali e campi
e l'intera città;
il mondo trova pace
in una calda luce.
Là, tout n'est qu'ordre et beuté,
luxe, calme et volupté