Quando ho scritto il post precedente, avevamo in programma di incontrare Michela e consegnarle le nostre cose come già successo in passato. Invece qualche giorno prima ci ha offerto la possibilità di partecipare alla consegna all'ospedale Niguarda che si sarebbe svolta qualche giorno dopo. Quindi abbiamo aderito io e Paola, una collega impegnata con la mamma a realizzare le miniature!
Così all'incontro qui al bar del Cral, dove abbiamo conosciuto anche Valentina, ci hanno portato una scatolona piena di lavori (tra i nostri dell'altra volta e quelli delle Cuoresse di Paullo) per l'imminente consegna e sono tornata a casa anzichè a mani vuote, con due pacchi da consegnare giovedì 28 febbraio!
Ho fatto un dettagliato resoconto a Michela perchè un'esperienza del genere andava ben documentata.. eccolo...
Eccomi qui, a scriverti con piu’ calma dopo che le idee si
sono rimesse nel giusto ordine per poterti fare un resoconto dettagliato e
riportarti soprattutto, oltre alle mie impressioni, anche le preziose
informazioni che ci hanno dato questa mattina.
Come ti dicevo il timore di un impatto emotivo forte c’era.
Io che non amo entrare negli ospedali perché (toccando ferro) da degente non ci
sono mai stata e da visitatrice molto poco per fortuna.
E Niguarda è un ospedale che mette soggezione, sembra sempre un cantiere a cielo
aperto, con quei percorsi che cambiano continuamente e che collegano i vari
padiglioni. Sembra che solo gli addetti ai lavori conoscano i segreti di quei
passaggi e di quei vialetti per cui sei sempre costretta a guardarti intorno
spaesata a cercare indicazioni e frecce
e a chiedere a chiunque incontri!
Meno male che Antonella, la nostra referente di CdM era già stata nel reparto di
neonatologia e quindi siamo riuscite ad arrivare con il nostro saccone carico
della scatola che mi hai dato tu e del sacchettone che avevo preparato io e che
destava sguardi curiosi di chi ci incrociava!
Entrate nel reparto sono rimasta sinceramente piacevolmente
stupita dall’ambiente. La prima cosa che ho notato sono le meravigliose pareti
dipinte. Non le solite (seppur simpatiche) faccine dei personaggi dei cartoni
animati, ma dei meravigliosi paesaggi che mi hanno dato l’impressione di voler
sottolineare che tutto il mondo (orientale e occidentale) fosse racchiuso in
quelle mura. Si perché i bimbi che vengono ricoverati lì sono di tutte le
etnie, ormai la realtà di una grossa città come la nostra è caratterizzata
sempre piu’ dalla convivenza di numerose culture.. ce lo dimostrerà da lì a
poco Marco…
E, inaspettatamente, ti ritrovi davanti anche delle cicogne
che stendono con il loro becco la coltre di cielo blu cosparso di stelle che
copre tutto alla sera per permettere di riposare e rigenerarsi per affrontare
una nuova, intensa giornata.
Attendiamo qualche minuto in attesa di essere ricevute e,
una volta accolte con tanto calore dalla segretaria di reparto e indossati i
sovrascarpe, ci portano all’interno del reparto, dove intravvediamo subito un
paio di sale con tanti macchinari e dei minuscoli fagottini sotto le coperte.
Ci fanno accomodare in una stanza con un grosso tavolo dove
appoggiamo le nostre cose, sono chiamate a raduno le infermiere e la caposala
che ci salutano e si vede dai loro occhi che sono curiose di vedere cosa gli
abbiamo portato.
Dopo le presentazioni iniziamo a tirare fuori i lavori che suscitano subito stupore
ed ammirazione… E’ un tripudio di colori, di lane morbidissime e di
esclamazioni..
Dopo l’entusiasmo iniziale si incomincia il “lavoro tecnico”
e si commentano le varie misure e si cerca di capire cosa puo’ essere piu’
utile così emerge che:
- Copertine meglio di misura almeno 70 x70 o 70 x 60
- I mini twist vanno benissimo (per la prossima consegna ne
richiedono almeno una ventina se possibile)
- I cappellini dovrebbero misurare almeno 9 cm di altezza, al
limite piu’ alti e si risvoltano. Se sono piu’ corti, nell’allargarsi
adattandosi alla testa del bimbo diventano come papaline…l’esempio potrebbero
essere il little coniglio e il mister mandarino
- i cardiganini andrebbero meglio con manica larga e piu’
grandini delle misure mini che facciamo noi perché nelle incubatrici non glieli
mettono e quando sono fuori indossano almeno il body o la tutina che non è
sicuramente aderente… per cui meglio leggermente grandini per le dimissioni.
Meglio anche laccetti piuttosto che bottoni per praticità.
- usano moltissimo
dei quadrati di cotone misura di lato
dai 60 agli 80 cm. Li ripiegano a triangolo e in pratica creano un mini twist
di cotone.
- ci hanno dato un campione di un “avvolgi bimbo” che ha
realizzato al mamma di una delle infermiere. E’ in cotone, leggermente
imbottito e di cui faro’ il cartamodello con le misure da divulgare e poi te lo
consegnero’.
- andati a ruba i minibodybou dell’altra volta.. il fatto
che abbiano gli automatici in plastica permette anche di fare risonanze
magnetiche senza spogliarli. Chiederebbero anche delle misure leggermente piu’
grandi.
- benissimo i mini kit
- i sacchi nanna vanno bene tutti ma sono stati apprezzati
soprattutto quelli tipo “spiga” di Federica perché la lavorazione che chiude un
pochino la circonferenza permette di tenerli su meglio.
A proposito di sacchi nanna… mentre parlottavamo di tutto
questo ci si presenta l’infermiera con un fagottino chiamato Marco…ovviamente
ci fa subito da modello.. cappellino e sacco nanna ormai sono suoi!
Appena indossati, uno sbadiglio e subito tanta nanna! Ci
hanno detto che i sacchi nanna sono fondamentali sia per la riproduzione
dell’ambiente fetale, sia perché il bimbo costretto a tenere le braccine
incrociate davanti, incomincia a famigliarizzare con le manine e viene
stimolato a succhiare le dita per poi piu’ avanti prendere il biberon.
Ci accompagnano poi nel cuore della Tin, divisa in due
zone.. quella che ospita bimbi piu’ grandicelli e quella che ospita le
miniature. L’ambiente a primo acchito fa un po’ impressione con tutti quei
macchinari nella penombra delle tapparelle mezze chiuse e il rumore sommesso
dei monitoraggi…
Ma appena ci si avvicina alle incubatrici ti si apre un
mondo fatto di piedini e manine che si muovono continuamente. Le incubatrici
sono coperte da trapuntini per creare maggiore ombra e soprattutto perché
quando di notte ci sono emergenze e devono accendere le luci, almeno gli alri
bimbi rimangono protetti.
Proviamo un mini twist a Nuhad e una volta avvolto sembra
non avesse voluto altro:
E io che pensavo che questi frugoletti stessero sempre fermi
sono stata smentita… questa bimba sgambetta alla grande e si è tolta le
scarpine un paio di volte.. sicuramente appena andate via avranno scelto con
calma la misura giusta per lei!
Ad un certo punto è entrata la segretaria e ci ha detto che
il direttore di reparto era disponibile ad incontrarci!
Siamo entrate in un ufficio con un’enorme scrivania e il
dottore ci ha accolte. Ci siamo presentate ringraziando per l’accoglienza… ci
ha detto che lui non ci accoglie, lui ci SPINGE DENTRO!
E ha intavolato un bellissimo discorso incentrato sul fatto
che si sono resi conto che le tecnologie, i macchinari e l’avanzamento delle
conoscenze scientifiche sono fondamentali per affrontare le difficoltà di un
parto prematuro ma che noi non dobbiamo considerare questo nostro supporto come
“secondario”. E’ fondamentale che le mamme provate da questa situazione capiscano
che ci sono delle persone che disinteressatamente pensano a loro e a rendere i
loro piccoli il piu’ possibili “normali” passatemi il termine.. con cappellini
e scarpine colorati, nei loro bozzoli in calda lana che facilita il tenerli in
braccio e che strappano un sorriso a chi li vede.
Ed è altrettanto importante per le infermiere e i dottori
che lavorano tutti i giorni a contatto con queste realtà.
Abbiamo anche fatto una foto insieme !
Devo dire che le persone che abbiamo incontrato sono davvero
speciali, addirittura ci hanno chiesto come fare a ricambiare!!!! Ci hanno
proposto una specie di raccolta di gomitoli da parte delle mamme, ci hanno
proposto di partecipare ad un convegno infermieristico per il quale
contatteranno Laura.. addirittura hanno ipotizzato un contributo! E ci hanno
detto che manderanno le foto a Laura dei bimbi che indossano le nostre
creazioni capendo, con una sensibilità straordinaria, l’importanza di vedere un
proprio lavoro che è arrivato a destinazione!
Ci hanno detto che cercheranno di fare pubblicità a questa
iniziativa come potranno, e noi credo che da oggi abbiamo toccato una realtà
fino a ieri sconosciuta, fatta di difficoltà ma soprattutto di tanto amore per
il proprio lavoro e per i bambini che vengono ospitati al reparto di
neonatologia di Niguarda!
e ora shhhhhhhhh si dorme!
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