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giovedì 22 dicembre 2011

Il Kugelhopf

Di Daniela

Allora ragazzi come va? Come state? Siete caldi? (vi risparmierò un "ànchio", che solo i più attempati potrebbero comprendere:-)) State scalpitando dietro agli ultimi preparativi, pronti al rush finale? Belli tonici nell'attesa del giorno più magico dell'anno? Ecco, io no!!  Io sono riuscita ad acchiapparmi al volo una simpatica influenza spossante, con una signora febbre "stremante", occhi da pesce lesso e ossa tutte frantumate :-( Non male , vero? 
Sono uno spettacolo deprimente al momento! E siccome mi fanno male occhi e testa vi lascio subito con la ricetta del giorno.
Si tratta di una ricetta tradizionale mittel europea che mi ha sempre interessato, fino al punto di indurmi a comprare delle formine adatte all'uopo che, in realtà, ho sempre usato per altri scopi : finalmente eccole utilizzate come si deve!
La ricetta che ho seguito parlava di un solo Kugelhopf , ma io ho preferito farne diversi più piccoli, dalla monoporzione da buffet, per capirci, a quella leggermente più grande. Il commento : squisito! Ricorda un po' il sapore di una brioche, ed è perfetta a fine di un pasto importante, eccellente per Natale, ma veramente speciale anche a colazione e con un buon tè o magari una cioccolata calda... Un dolce a 360 gradi di gradimento, direi.... bè assaggiatelo e sappiatemi dire

Kugelhopf 
essendo un dolce tradizionale austriaco-alsaziano , ho preso la ricetta direttamente da qui

kugelhopf

mercoledì 7 dicembre 2011

Muffins "allo strudel" e un miracolo benaugurante per tutti

Di Daniela

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Finalmente ci stiamo avvicinando alle vacanze di Natale. Sinceramente quest'anno mi sembra di averne ancora più bisogno del solito, o forse è solo l'età ch avanza a farmi desiderare sempre più queste pause da passare con tutta la famiglia per staccare un po' dalla realtà di tutti i giorni, che non è che sia proprio esaltante talvolta!
Però, sarà per il momento, sarà per il desiderio di cose belle e di pensieri positivi, ma incredibilmente sono riuscita a trovare su un quotidiano una notizia che mi ha dato una sensazione bellissima e, penso, regali a tutti una speranza speciale.
foto da qui e qui
E' la storia di una giovanissima atleta Olandese, una ciclista, così capace da riuscire a vincere 2 medaglie d'argento alle ultime Para-Olimpiadi, manifestando anche un notevole dispiacere per aver mancato l'oro!
foto da qui
Monique van der Vorst, infatti, aveva avuto un problema durante un'operazione quando era appena 13enne, perdendo l'uso degli arti inferiori. Ma la passione per la bicicletta le aveva dato una speranza e, con passione e abnegazione, era riuscita a raggiungere livelli di eccellenza fra gli atleti di tutto il mondo.
Ma sembrava che a tanta bravura, entusiasmo e passione dovesse essere imposto ancora uno stop dalla sfortuna: una macchina, pochi mesi prima proprio delle Olimpiadi di Pechino, la travolse, schiacciandole due vertebre e spostando la sua immobilità, dalle sole gambe, anche alla vita. Nonostante questo riuscì a partecipare alle gare ed a vincere due medaglie d'argento.
Ma la storia non finisce qui: passa poco tempo ed un'altra macchina la centra e la butta fuori strada. Arriva in ospedale piena di escoriazioni e traumi, ma, e qui il miracolo, con un inizio di formicolio alle gambe....
E da li, in poco tempo, è nuovamente in piedi: incredulità di tutti, gioia infinita per lei e... ancora in bici: vuole partecipare alle Olimpidi di Rio De Janeiro 2016!
I medici hanno parlato di miracolo e così pure la stampa di tutto il mondo: lei ha detto solamente che si gode ogni singolo momento di questa vita nuova che il destino le ha regalato e dice che lei è semplicemente "un'atleta vera: nella testa e nell'anima!"
Più semplice di così!!! 

Muffins "allo strudel" o "Struffins"
da un'idea di Sara

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giovedì 3 novembre 2011

Il Pan co' Santi

Di Daniela

DSCF9128Se c'è una cosa bella dell'MTChallenge è la possibilità, che ci ha offerto e ci offre, di conoscervi: tramite quello che è, e rimarrà sempre, un gioco,  divertente, abbiamo scoperto tantissimi "universi paralleli", con i quali abbiamo intrecciato relazioni, spesso più che solide, di stima e in molti casi d'affetto...
Vi abbiamo scoperto appassionati come noi, con la stessa voglia di provare e di condividere ricette, notizie e tradizioni, pieni di fantasia e di estro, bravissimi, esperti e tecnicamente super in gamba : condividiamo spesso lo stesso amore per le "caccavelle", come pure quello per il prodotto naturale di nicchia. E così, sbirciando qua e la ci capita di imbatterci in ricette che ci conquistano, magari per via di un ricordo comune o di un luogo particolare... proprio come mi è successo con Il Pan co' Santi di Patty, piatto tipicamente senese, che mi ha richiamato alla mente tutti gli anni in cui trascorrevo il mese di settembre e sovente anche in parte di dicembre dai miei nonni, a Colle Val d'Elsa. Perchè anche se è un dolce che viene preparato tradizionalmente i primi giorni di novembre, già a settembre in giro si trova :-) e così pure fino a tutte le feste natalizie comprese... Quindi, senza esitazioni, l'ho immediatamente preparato per me e per la mia famiglia, che non ha avuto la fortuna di gustare l'originale. Vi dico solo questo: Patty chiude il suo post dicendo "...e cercate di non esagere." Non avrebbe potuto usare espressione migliore. Qui è sparito tutto in un nano secondo..... :-). Vi riporto fedelmente le sue istruzioni per ottenere un pane non troppo dolce, profumatissimo e leggero, senza uova nè burro nell'impasto, che vi consiglio proprio di provare.

Il Pan co' Santi 

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martedì 13 settembre 2011

Chutney aux pêches

Di Daniela
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et pour la version français 
Eccoci tornati definitivamente a casa in procinto di affrontare un luuuuuungo periodo pieno di impegni, obblighi, fatiche e stress... Certo detto così non è che suoni proprio benissimo.... ma, come ben sapete, adattarsi a pensieri più lievi, ai non impegni ecc ecc dell'estate è un attimo, mentre il rientro nella routine non è proprio così rapido e indolore!! Lo confesso, sono di quelle persone che adorano avere i figli intorno con cui passare le ore a chiacchierare, a stabilire programmi per il futuro, a scherzare, a scoprire nuove cose e a svolgere qualunque altra attività si possa immaginare con loro. Ovviamente, non sono sempre rose e fiori: diciamo che ho una naturale predisposizione allo "strillo" e che non sono la persona più calma e rilassata del mondo e diciamo pure che le mie figlie sostengono che la mitica frase di Dart Veder "l'imperatore non è indulgente come me" in Guerre Stellari sia in realtà stata pensata per la loro mamma.....Comunque, a parte le amenità delle mie adorabili cabarettiste, passare il tempo con loro è uno spasso e il pensiero di saperle di nuovo chiuse tutta la mattina a scuola, cariche di impegni scolastici e non un po' di tristezza me la fa, considerando che nell'ultimo periodo, insieme anche alla Creatura di Ale, le ho viste ridere e scherzare felici, libere di fare ciò che amano di più...
Tuffiamoci allora in questi ultimi scorci d'estate almeno atmosferica e godiamoci questo eccellente chutney di pesche, davvero perfetto per formaggi e carni.....
Peach Chutney

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• Tipo di piatto: Salsa
• Dosi: 6
• Difficoltà: Facile
• Costo: economici
• Preparazione: 15 minuti
• Tempo di cottura: 20 minuti
• Tempo totale: 35 minuti

giovedì 30 giugno 2011

Piatti storici : Baccalà alla Mastai

Di Daniela
Pio IX

In via delle Muratte, a Roma, via che va da piazza Fontana di Trevi fino a via del Corso, nella prima metà dell’Ottocento c'era una trattoria alla moda, quella dell’Armellino, frequentata da personaggi di spicco come Massimo D’Azeglio e dal giovane conte Giovanni Mastai, destinato a salire nel 1846 al soglio pontificio con il nome di Pio IX, venuto a Roma per chiedere di essere ammesso nel Corpo della Guardia Nobile. Ancora il conte Mastai era un semplice abate, che ignorava che sarebbe divenuto non solo papa con il nome di Pio IX , figura amatissima e odiatissima al tempo stesso, con il pontificato più lungo della storia della Chiesa (San Pietro a parte!) e ultimo sovrano dello Stato Pontificio. Era lui, infatti, eletto al soglio pontificio quando nel 1870, alla caduta di Napoleone III, le truppe dei Savoia entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia, ponendo fine alla sovranità temporale dei "papi re". Il Papa, sostenendo di non poter avere gli spazi necessari per esercitare il suo ministero in piena libertà e autonomia dal Regno d'Italia, si ritirò nel Vaticano rifiutando di riconoscere il nuovo Stato e dichiarandosi prigioniero politico. Fu questa la situazione, la celebre Questione Romana, che si trascinò fino al 1929 e che fu risolta con i Patti Lateranensi.
Documento autografo di Pio IX
Ma intanto Pio IX sempre chiuso all'interno di ciò che era rimasto del suo Stato promulgò il celebre "non expedit" con il quale richiese ai cattolici italiani e a tutti gli ecclesiastici che in Italia vivevano di non partecipare attivamente alla vita politica del nuovo Stato, l'Italia, che aveva commesso un atto gravissimo di violenza contro la Chiesa Romana. E nonostante nel 1871, venissero riconosciute dallo Stato Italiano i doveri e i diritti dell'autorità del Papa, Pio IX non accettò mai il nuovo Stato e scrisse anche al Re Vittorio Emanuele II, continuando a dichiararsi "prigioniero dello Stato Italiano".
Ma tutto questo, negli anni di cui stavamo parlando il giovane Conte Giovanni Maria Mastai Ferretti non lo immaginava ancora: era solo un giovane abate, appunto, che amava farsi servire, nella sua trattoria preferita, un piatto particolare. Era un semplice piatto di baccalà, ma ebbe così vasta eco che per anni la trattoria rimase celebre per avere nel suo menù questa prelibatezza, preparata con uvetta e sugo che dal suo nome divenne nota come il "baccalà alla Mastai".
Con questo piatto "i piatti storici" vi salutano: riprenderanno a settembre...


Baccalà alla Mastai
baccalà alla Mastai
ingredienti per 4
50 gr di uvetta
olio
1 cipolla o uno scalogno
400 gr di polpa di pomodoro (passata)
peperoncino
800 gr di filetto di baccalà
prezzemolo tritato ( io basilico)
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Mettete 50 gr di uvetta in una ciotolina d'acqua. Affttate una cipolla e fatela dorare in un tegame con 2 cucchiai di olio e.v.o. Poi unite 400 gr di pomodoro, salate, unite il peperoncino e l'uvetta sgocciolata e cuocete per 12 minuti.
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Tagliate 800 gr di filetto di baccalà ammollato a tocchi, privateli della pelle e delle spine, passateli nella farina e friggeteli in un tegame con l'olio.
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Scolateli, posateli su carta assorbente da cucina per qualche istante, poi uniteli alla salsa preparata e completate con le foglioline di basilico spezzettato o prezzemolo tritato
DSCF6527Questo piatto è veramente gustoso e particolare nell'accostamento dell'uvetta con il pesce fritto passato nella salsa: per rendergli giustizia, ho usato una passata davvero squisita che ci ha regalato il nostro mitico Mario, e che valeva davvero la pena di utilizzare per qualcosa di speciale... Inoltre, essendo aromatizzata al basilico, ha fatto si che la mia scelta cadesse sulle foglie di quest'ultimo, invece che di prezzemolo per la rifinitura del piatto.  Davvero un insieme eccellente
Buona giornata a tutti
Dani

giovedì 4 novembre 2010

Pane di segale con noci e uvetta

Di Daniela

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Oggi vi presento il primo pane fatto interamente da me, sia nell'impasto che nella forma. Il motivo che mi ha spinto a prepararlo è stata la voglia di utilizzare della farina di segale che avevo e che mi incuriosiva molto come sapore. Questa ricetta che ho trovato è perfetta per le mie esigenze, considerando che sono golosa di noci! Dunque, intanto vi do due notizie sulle farina di segale.
La segale è un cereale che negli ultimi anni ha preso sempre più piede nell'ambito di un'alimentazione sana. A differenza del frumento, contiene un glutine con bassa attitudine panificatoria. Per quel che riguarda le caratteristiche nutrizionali la farina di segale ha un elevato contenuto di sali minerali: fosforo, potassio, magnesio, calcio, zinco, rame, manganese e ferro .
Le vitamine maggiormente contenute sono: PP, E, B5, B1, B6. Si può utilizzare da sola, ma anche unita con percentuali che vanno da 1/3 a 2/3 alla farina di grano tenero. L´elevato contenuto di fibra regola la flora batterica intestinale, favorendo un buon funzionamento dell’intestino, oltre e controllare l´appetito, creando un senso di sazietà. La farina di segale ha anche un basso indice glicemico, pari a 45 (rispetto a 85 della farina di grano) ed è quindi particolarmente indicato nella dieta dei diabetici. Inoltre le sue elevate proprietà fluidificanti sono consigliate per prevenire l´invecchiamento delle arterie, l´ipertensione e molti dei connessi accidenti cardiovascolari. Questa farina è molto usata nei pani speziati del nord Europa.
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Il pane che si ottiene, nel mio caso dall'impasto con la bianca, è molto profumato, piuttosto umido e perfetto sia con il salato, sia con il dolce. Lo abbiamo mangiato sia a tavola che come merenda, sia con la marmellata di fragole che con il miele. Il croccante delle noci, unito alla morbida dolcezza dell'uvetta lo rendono eccellente per entrambi gli usi :-)))))). Il pane di segale si conserva a lungo ed ha anche lui proprietà calmanti e lassative. Ce ne mangiamo una fettina insieme?

da http://www.locontenaturalimenti.it
http://www.coquinaria.it/archivio/farine/lievitazione.html
http://www.tibiona.it/

PANE DI SEGALE CON UVETTA E NOCI
Da "Pane" di A. Gennari
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Per l'impasto
600 gr di farina di segale
200 gr di farina0
50 gr di lievito di birra
10 gr di semi di finocchio (io non li ho messi)
30 gr di olio di oliva extravergine
450-500 ml di acqua
100 gr di uvetta
100 gr di gherigli di noce
15 gr di sale

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Cottura 30 minuti
Mescolate le farine con i semi di finocchio e disponetele a fontana, aggiungete il lievito sciolto in poca acqua tiepida e iniziate a impastare con l'acqua rimasta in cui avrete sciolto il sale. (fate attenzione alla quantità: aggiungete l'acqua a poco a poco perchè ben sapete che ogni farina ha un suo livello di assorbimento dell'acqua)
A parte, tritate le noci e mettete a bagno in acqua tiepida l'uvetta, asciugatele bene , infarinatela schiacciatela delicatamente e incorporatela all'impasto, insieme alle noci tritate: fate riposare per 20-25 minuti.

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Per ottenere la forma di rosellina, schiacciate delle strisce di pasta e incidetele , praticando tanti piccoli tagli su un lato. Arrotolate la striscai di pasta su se stessa fino a formare un "fiore". Fate lievitare fino a raddoppiare il volume e infornate a 200° per circa 30 minuti.

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Se invece volete una forma più tradizionale potere ricavare dei pani di 100-150 gr a forma di spoletta, oppure disponete la pasta in stampi da plumcake. In entrambi i casi fate sempre raddoppiare il volume con la seconda lievitazione.

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Se desiderate, poi, una crosta più croccante, a metà cottura spennellate il pane con un emulsione di acqua e olio
Buon appetito
Dani

martedì 2 novembre 2010

Cake con mele uvetta e noci...it's tea time

Di Daniela

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4 giorni di vacanza da scuola... quattro giorni in cui, in linea teorica di principio, avremmo potuto essere liberi di muoverci, di fare un giro fuori casa, di stare un po' all'aria aperta tutti insieme, senza troppi pensieri per compiti, lezioni, obblighi od orari..... e invece? Acqua, acqua a profusione, secchiate d'acqua contro le finestre, tuoni e fulmini, insomma un castigo!!!E così, ci siamo accontentati di stare tranquilli in casa...insomma proprio tranquilli no, visto che in questi frangenti mi viene sempre in mente di mettere mano a quei lavori odiosi che non vorrei mai affrontare, ma che pensare di organizzare durante giornate festive, con tutte le pargole casalinghe, impossibilitate a uscire per via del tempo, è veramente un pensiero delirante...chessò, rimettere a posto il garage per esempio..... Non potete immaginare neppure (o forse si?) che cosa venga fuori in queste occasioni e quante cose (che non si capisce proprio perchè si siano volute conservare) vadano cacciate; ma soprattutto il volume incredibile di polvere che si accumula dappertutto e le crisi allergiche che procura, nonostante la mascherina protettiva, e come riesca a trasferirsi, dagli oggetti sparsi in giro, ai capelli o ai vestiti di noi , poveri "riordinatori"... e così, non solo vacanze bagnate, ma anche impolverate e relax dimenticato del tutto.
L'unica cosa che strappa un sorriso è che il ritorno del sole è stato previsto giusto per il giorno del rientro a scuola :-) . Che ci sia un segno del destino in tutto ciò ;-)?.. e siamo già fortunati perchè qui problemi troppo seri non ne abbiamo avuti e la scuola, asciutta, è ancora al suo posto....
Vi va una fetta di torta per consolarvi un po'?
Cake con mele, uvetta e nociDSCF8602

Vi avevo promesso un modo per gustare al meglio la nostra gelatina di mele oltre che nei bulbi dell'Ungaro Spinato ovviamente!): eccolo qui! Insieme sono deliziosi!
Ingredienti
180 g di farina
3 uova
170 g di zucchero
150 g di burro
200 g di mele
una manciata di noci tritate
2 manciate di uvetta
1/2 cucchiaino cannella in polvere
1/2 bustina lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
sale
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Scaldate il forno a 180 gradi
Fate sciogliere il burro nel microonde o a bagnomaria
Grattugiate le mele (se non avete voglia di sbucciarle prima, tagliate le mele a spicchi, eliminate il torsolo e cominciate a grattugiarle partendo dal centro, finchè non arrivate alla buccia)
Imburrate e infarinate uno stampo.
In un'insalatiera, sbattete le uova con lo zucchero di canna. Quando il composto sarà raddoppiato di volume e sarà diventato spumoso, aggiungete a poco a poco la farina e il burro fuso. Unite poi le mele grattugiate, l'uvetta, le noci e la cannella.
Mescolate senza rendere l'impasto del tutto omogeneo
Incorporate delicatamente il lievito e il bicarbonato e versate l'impasto nello stampo. 40 minuti di cottura. Fate raffreddare, prima di sformarlo.
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Sarà la polpa di mele nell'impasto, sarà la mordezza dell'uvetta unita alcroccante delle noci, ma vi assicuro che è uno di quei dolci che non smettereste ai di mangiare.......
Buon appetito
Dani


Apple cake with raisins and nuts
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This cake it's perfect con our Apple jelly! Try them together....
Serve 6-8
180 g flour

3 eggs

170 g sugar
150 g of butteR

200 g apples
a handful of chopped walnuts

2 handfuls of raisins
1 / 2 teaspoon ground cinnamon
1 / 2 sachet baking powder
1 / 2 teaspoon baking soda
salt

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Preheat the oven to 180 degrees Melt the butter in the microwave or water bath Grate the apples (if you do not want to peel them first, cut the apples into wedges, remove the core and begin to grate from the center, until you get to peel) Grease and flour a mold. In a bowl, beat eggs with sugar cane. When the mixture is doubled in volume and will become foamy, gradually add the flour and the melted butter. Then add the grated apples, raisins, walnuts and cinnamon. Stir the mixture without making it completely homogeneous. Stir gently also baking powder and baking soda. Pour the mixture into the mold.
Bake it for 40 minutes let it cool before removing from mold
Bon appetit
Dani

sabato 2 ottobre 2010

Blinis dolci con arance e uvetta caramellate, con crema di nutella e gelatina di frutti di bosco

Di Daniela
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Risulta ormai evidente anche ai più distratti di voi, che ho una debolezza per le farine alternative, che siano di segale, di riso o sopratutto di grano saraceno. Cerco sempre qualche nuovo modo per utilizzarle che dia qualcosa di più, nel gusto, rispetto alla "solita" farina bianca. Questa volta mi sono dedicata ad una ricetta che nell'originale è russa, ma che oramai appartiene alla cucina internazionale :i blinis. Li ho voluti preparare in una versione dolce: così, sono simili ai pancakes e alle crepes, ma rispetto ai primi hanno il grano saraceno negli ingredienti e rispetto alle seconde il lievito, e sono più spesse. Ho pensato di presentarveli in tre versioni diverse. La ricetta originaria l'ho trovata in questo sito : il resto è stato dettato dalla gola del momento! Eccovi quindi i nostri

BLINIS CON ARANCE CARAMELLATE , CREMA DI NUTELLA E GELATINA AI FRUTTI DI BOSCO
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Ingredienti
Blinis
latte g 300
farina bianca g 175
farina di grano saraceno g 40
lievito di birra g 10
zucchero semolato
un vasetto di yogurt intero
un uovo
olio di semi di arachide (o burro)
sale
Guarnizione
4 arance
burro
uvetta
limone
zucchero semolato e a velo

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Preparazione

Blinis: con il lievito sciolto in g 40 di acqua e un cucchiaino di farina bianca prelevato dai g 175, formate una pastellina che lascerete lievitare coperta, in un luogo tiepido, per circa un'ora, quindi versatela in una ciotola capiente, mescolatela con il resto della farina bianca, quella di grano saraceno, il latte, coprite il recipiente e fate lievitare l'impasto per altre 2 ore. A questo punto aggiungete mezzo cucchiaino di zucchero, il tuorlo d'uovo (conservate l'albume), g 20 di yogurt, mescolate per amalgamare bene il composto, aggiungetevi l'albume montato con un pizzichino di sale in neve ben soda e lasciatelo riposare per un'altra ora: dovrete ottenere una pastella gonfia e soffice. Prendetene un mestolino alla volta e cuocetela, con lo stesso procedimento delle crespelle, in un padellino di ferro di cm 12 di diametro, con il bordo alto circa un centimetro e mezzo, dopo averlo unto d'olio; se non lo avete fra i vostri attrzzi cuciniferi non ha alcuna importanza: siccome l'impasto risulta piuttosto denso all'interno di un qualunque padellino antiaderente potrete fargli prendere la dimensione che preferite: dalla taglia "figlie fameliche"
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a quella "tè con le amiche".... vedete voi....
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a cottura avvenuta (ci vorranno circa 4' a fuoco mediobasso), il blinis dovrà avere l'aspetto di una crespella spessa circa un dito, cioè l'altezza del bordo del padellino. Preparate altri blinis nello stesso modo, fino ad esaurimento dell'impasto: dovrete ottenerne almeno 12. Pelate le arance a vivo e tagliate ognuna in 4 rondelle. Fate caramellare in una larga padella 4 cucchiaiate di zucchero con una grossa noce di burro, smuovendo il caramello con mezzo limone infilato su una forchetta, poi passatevi le fettine di arance e una manciata di uvetta. (appena caramellate io ho scolato le fette di arancia e l'uvetta e le ho adagiate su un foglio di carta forno . ndr) Su un largo piatto disponete i 12 blinis e, su ognuno, accomodate una fettina di arancia sgocciolata dal caramello; irroratele con quest'ultimo, misto all'uvetta, quindi spolverizzatele con zucchero a velo, se vi piace, e servitele subito, ancora ben calde.
Ora ecco che partono le alternative: se lo preferite, nella taglia "allora 'sta merenda arriva o no?" potrete utilizzare come condimento una crema di Nutella

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oppure nella taglia che preferite una bella gelatina di frutti di bosco!
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A domani per le due non ricette.
Buon appetito a tutti
Dani



It is now clear to even the most careless of you, I have a weakness for the "different" flour, which are rye, rice or buckwheat . I always try some new way to use them, that gives something more in style than the "usual" white flour. This time I choose an recipe that was born in Russia, but that now belongs to the international cuisine: the blinis. I wanted to prepare them in a sweet version: so, they are similar to pancakes and crepes, but compared to the first, have the buckwheat in the ingredients and to the latter the yeast , and they are thicker. I thought I would introduce them in three different versions.

Blinis WITH CARAMELIZED ORANGE, NUTELLA CREAM AND WILD BERRY JELLYDSCF7993
Ingredients
Blinis
300 g milk
175 g white flour
40 g buckwheat flour
10 g yeast
granulated sugar
a pot of yogurt
an egg
peanut oil (or butter)
salt
Decoration
4 oranges
butter
raisin
lemon
caster and icing sugar
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Preparation

Blinis: prepare a batter with the yeast dissolved in 40 g of water and a teaspoon of flour taken from 175 g, and leave to rise in a warm place for about an hour, then put it into a large bowl, mix with the rest of the flour, the buckwheat and milk. Cover the pan and let dough rise for another 2 hours. Now add a teaspoon of sugar, egg yolk (keep the egg white), 20 g of yogurt :stir to mix well the mixture. Beat egg white untill stiff with a pinch of salt and add it to the mixture. Allow it settle for another hour: you get a batter swollen and soft. Just get a little ladle at a time and cook as you do for pancakes in a pan of iron 12 cm in diameter, anointing it with oil or butter. A once cooked (it will take about 4 at medium heat), the blinis will look like a pancake thick about a finger. You'll obtain at least 12 blinis.
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Peel the oranges and cut each into 4 rounds. In a large pan , let caramelize 4 tablespoons of sugar with a large knob of butter. Stir the caramel with lemon stuck on a fork, then dip the slices of oranges and a handful of raisins. Take a large plate and arrange the 12 blinis and accommodate a slice of orange caramelized and drained and some raisins on each one, drizzle with the caramel ad , if you want, sprinkle with icing sugar. Serve immediately.
You can serve the blinis also with a Nutella cream or a wild berry gelly: Tomorrow I'll show you how to prepare them! :-)
Bon appetit
Dani

venerdì 17 settembre 2010

Funeral Pie

di Alessandra

funeral pie

Il primo che ride, lo ammazzo.
Che intanto, la torta per il funerale, c'è già.


funeral pie

Ed è tutto vero, ovviamente, perchè quella che vedete nella foto è la fedele riproduzione di una torta di tutto rispetto, che gli Amish preparano per i banchetti funebri. Io l'ho preparata per i colleghi, per celebrare degnamente la riapertura dell'ufficio e, a parte lo smarrimento iniziale del capo, il cui discorso di benvenuto gli è spirato sulle labbra al "come si chiama questo bel dolce con cui festeggiamo la ripresa del lavoro?", se la sono mangiati tutta, pure con soddisfazione. Il che, come sapete, ormai è un lasciapassare per la pubblicazione su MT.
In ogni caso, penso che l'avrei postata lo stesso, anche se non fosse stata così buona, per motivi ormai noti dopo il famoso outing funebre della sottoscritta: in più, sono ancora freschi i ricordi della vacanza scozzese, dove ogni tre villaggi- rigorosamente di tre case- c'è una Funeral House, che offre ogni tipo di servizio, a cominciare dal pacchetto - base in poi, passando per l'imbarazzante e non meglio specificata voce delle "consulenze".
Ovviamente, un banchetto funebre, nel palmares dei catering, ce l'ho- e anche qui, il primo che ride lo anniento: anche perchè è tuttora uno dei momenti professionali che ricordo con maggiore piacere. Certo, trovare il personale non era stato facilissimo- tutti malati, si davano., uei disgraziati...- e neppure scegliere le tovaglie e i fiori e il menu, ma alla fine era filato tutto liscio ed anzi tutti i partecipanti si erano trovati concordi nel riconoscere che, di tutte le forme possibili per commemorare quel defunto, era stato scelto il modo migliore.
Dimenticavo di dirvi che il defunto era un uomo e che l'idea del banchetto era venuta alla vedova. Ma questa è una precisazione superflua, mi sa....

FUNERAL PIE

funeral pie


Ricetta Amish, come dicevo, preparata tradizionalmente per i funerali, a base di una frolla leggera, ripiena di un composto di zucchero cotto e di uvetta. Al pari di tutti i dolci di frolla, ci guadagna se lo si consuma qualche giorno dopo, per cui lasciatelo riposare in pace....

Gli originali sono qui e tempo fa ne era comparsa una versione anche su un Sale&Pepe che naturalmente stamattina non trovo, ma che prometto di ricopiare appena rispunta dal marasma delle riviste che ho di là. Gli ingredienti sono comunque tutti reperibili facilmente anche da noi. In ogni caso, qui sotto trovate la ricetta così come è stata modificata da me, in base ai nostri gusti

per 10 persone occorre uno stampo da pie (sono quelli con i bordi scanalati. Potete usare anche uno stampo da crostata, come quello che vedete in foto, meglio se col fondo amovibile) da 24-26 cm di diametro.
burro e farina per lo stampo

pasta frolla

ripieno:
350 g di uvetta non reidratata
mezzo litro d'acqua
100 g di zucchero di canna
100 g di zucchero
3 cucchiai scarsi di frumina ( o amido di mais o fecola, come preferite)
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaino e mezzo di cannella
1 cucchiaino di all spices (se non le avete, potete usare un misto delle spezie che vi piacciono: zenzero e noce moscata, per esempio, ci stanno benissimo)
50 g di burro
un pizzico di sale

procedimento

imburrate e infarinate lo stampo e rivestitelo con tre quarti della pasta frolla. Mettete in frigo per un'oretta circa.

Nel frattempo, preparate il ripieno
In una casseruola della capacità di almeno un litro e mezzo mettete l'uvetta e 2/£ di acqua (sta per 2/3, mai scrivere al mattino presto, senza occhiali) e fate scaldare a fiamma media per 5 minuti
In una terrina, unite i due tipi di zucchero, l'amido, le spezie ed il sale, aggiungete l'acqua a freddo e mescolate velocemente, fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
Versare questo composto nella casseruola dove c'è l'uvetta e mescolare continuamente, portando a bollore. Fiamma media, recipiente ovviamente scoperto, che sennò ditemi come fate a mescolare di continuo.
Appena bolle, aggiungere l'aceto e il burro e mantenere sul fuoco fino a quando il burro si è completamente sciolto.

Fate intiepidire il composto e versatelo nel guscio di frolla.
E qui, mi sono del tutto discostata dalla ricetta, che dice di coprire con un altro strato di frolla, perchè ho preferito che il ripieno raffreddasse del tutto. Per cui, appena è arrivato a temperatura ambiente, l'ho rimesso un po' in frigo. Nel frattempo, ho steso la frolla restante in un disco che ho poi messo sopra alla torta fredda.
Altro trucchetto: quando devo preparare le pie, vale a dire le torte con una copertura, sfoglia o frola che sia, spennello bene i bordi del guscio con il tuorlo d'uovo, che così funge da collante per il "coperchio".
Ho rimesso ancora un po' in frigo, il tempo di portare il forno alla temperatura di 180 gradi.
Poi ho praticato dei piccoli tagli obliqui in superficie, per permettere all'umido del ripieno di fuoriuscire in cottura e ho spennellato con il resto del tuorlo d'uovo allungato con il latte.
In forno per almeno mezz'ora, con il solito accorgimento della stagnola sopra la torta, per far sì che cuocia bene senza brunirsi in cima.
Ripeto: non mangiatela subito, ma lasciatela lì anche un giorno o due. E poi sappiatemi dire se non è roba da resuscitare i morti...
ciao
ale

mercoledì 8 settembre 2010

Tagliata di cervo in crosta di pane con uvetta pinoli e grappa su tortino di patate e brasato di cavolo rosso e con salsa peverada

Di Daniela
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La seconda parte della lezione dello chef Eliseo Pini riguarda un piatto molto interessante, anche questo dalla facilissima realizzazione, ma elegante e la cui carne può essere sostituita da altra senza rovinare troppo il tutto. E' la seconda ricetta che vi presento con il cervo: la prima erano le costolette che vi ho mostrato qui. Questa volta però la preparazione è stata accompagnata da altre tre eccellenti ricette: due che vengono utilizzate come contorno, una invece come salsa di accompagnamento. Devo dirvi, anzi, che lo chef è stato così cortese che , su richiesta della moglie, una gentilissima e preziosa collaboratrice, mi ha dettato personalmemente, finita la lezione ufficiale , la ricetta della "sua" Peverada, una eccellente salsa al pepe da creare come accompagnamento alle carni che si cucinano, siano esse cacciagione o carne bovina o anche semplice pollame. Partirò come al solito illustrandovi la sua ricetta originale della
TAGLIATA DI CERVO IN CROSTA DI PANE CON UVETTA , PINOLI E GRAPPA SU TORTINO DI PATATE E BRASATO DI CAVOLO ROSSO E CON SALSA PEVERADA DELLO CHEF PINI
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600 gr di lombo di cervo
1 bicchierino di grappa
50 gr di pinoli
50 gr di uva sultanina
1/2 bicchiere di olio di oliva
1 mazzetto di timo ( o di altre erbe aromatiche a vostro gusto)
10 bacche di ginepro
pane grattugiato
semi di sesamo (facoltativi)
sale e pepe
per il tortino di patate
500 gr di patate
50 gr di pancetta tagliata fine
1 cipolla piccola
100 gr di burro
sale e pepe
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Sciacquate l'uvetta e mettetela a mollo nella grappa. Ripulite il lombo dea grasso e pellicine e lasciatelo macerare per 2 ore nell'olio insieme a timo e ginepro o ad altre erbe aromatiche a vostro gusto. Scolatelo, salatelo e pepatelo e fatelo rosolare in padella per sigillarne i succhi all'interno. Primo consiglio valido per qualunque preparazione in cui si debba rosolare della carne: prima di procedere è sempre consigliabile tenere la carne fuori dal frigo per qualche tempo per permettere una rosolatura più uniforme . Fatto questo passare il lombo in forno a 180° per almeno 10 minuti Secondo consiglio: il tempo di cottura per le carni in forno dipende anche dal loro peso e dimensione; maggiori sono, più lunga la cottiura. Queste che vi ho dato sono temperatura e calore per ottenere una carne rosata all'interno e morbida. Regolatevi per pezzi diversi su questa falsariga. Togliete la tagliata dal forno e passatela nel pane grattugiato. Altri 2 consigli: innanzi tutto, volendo per facilitare ancor più la panatura potete spalmare prima l'arrostino con della senape. Poi potrete unire al semplice pane grattugiato dei semi di sesamo per avere ancor più croccantezza. Tenetelo in caldo nel forno spento.
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Preparate intanto il tortino di patate (rösti): fate bollire o cuocete a vapore le patate con la pelle per renderle tenere. Scolatele e mettetele in frigo per un'ora. Sbucciatele e grattugiatele e mettetele in una terrina. Nel frattempo in una padella antiaderente mettete il burro con la pancetta e la cipolla tegliata a fettine sottili, e mescolate per 2 minuti senza far scurire. Aggiungete le patate, salate (ricordate che c'è già la pancetta), pepate e schiacciatele delicatamente per dare compattezza. Mettete da parte. Fate saltare nella padella dove avete rosolato la carne, i pinoli e l'uvetta.
Riprendete l'arrosto e tagliatelo a fette non troppo sottili.


Componete ora il piatto: prendete una cucchiaiata abbondante di rösti, al centro del piatto di portata; disponete sopra le fette di lombo e affiancate una cucchiaiata di uvetta e pinoli.

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Volendo potete accompagnare il piatto con una salsa "Peverada" dello chef Pini e con un tortino di cavolo rosso brasato. Per entrambe le ricette vi rimando a più tardi.
Buon appetito
Dani

lunedì 2 agosto 2010

Strudel aperto di mele con zabaione al moscato

Di Daniela
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Già la foto di presentazione è tutto un programa vero? Partendo dal presupposto che lo strudel è in assoluto uno dei miei dolci preferiti, che mi scalda il cuore con i suoi profumi, la sua consistenza morbida e croccante insieme e il suo essere non eccessivamente dolce, questa ricetta non può che essere una di quelle che ho apprezzato di più! E' uno strudel "destrutturato" ottimo per il gusto ovviamente, ma anche interessante nella presentazione un po' diversa , ma elegante. Lo chef Bassi ha suggerito che nel "ripieno" possono sostituirsi le mele con qualunque altra frutta si desideri , ma in particolare risulta molto saporito se si usano i fichi. Una piccola osservazione di carattere tecnico: vedendo all'opera dei cuochi professionisti si rimane colpiti dalla continua attenzione alla pulizia e all'ordine che accompagnano tutti i loro passaggi: la cucina , per quanto "da campo" che adoperano quando terminano le presentazioni è sempre perfetta!
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Oltre a questo insistono tutti sempre su quanto sia importante porre una cura particolare nella presentazione di ciò che si prepara, perchè, sostengono a ragione, una percentuale altissima del successo di un piatto dipende molto da quanto gli occhi desiderino "assaggiarlo"!!
Eccovi le dosi per lo
STRUDEL APERTO CON ZABAIONE AL MOSCATO
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Ingredienti per 4 persone
4 mele
10 gr di pinoli
20 gr di uvetta
10 gr di grappa
1 punta di cannella
50 gr di burro
60 gr di zucchero di canna
per la pasta
300 gr di farina 00
acqua
1 punta di sale
1 uovo (40-45 gr)
10 gr di miele
zucchero a velo per guarnire
per lo zabaione
5 tuorli d'uovo
2 dl di moscato
50 gr di zucchero
Collage di Picnik

Preparate la pasta lavorando a lungo la farina, il sale, l'uovo e il miele (se preferite potete dare un'occhiata anche l'impasto per la pasta strudel di A Kompascher.)
Lasciatela riposare per un'ora, stendetela molto fine e dividetela in quadrati di 8 x 8 cm. Sistemate su una placca da forno unta o foderata da carta forno e spolverizzateli con abbondante zucchero a velo. Il forno dovrà essere caldo e il grill acceso per "caramellizzare" le sfogliette di pasta strudel.

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Tagliate le mele, sbucciatele, tagliatele a dadini, mescolatele in una ciotola con la cannella, i pinoli e l'uvetta, precedebntemente ammorbidita nella grappa .
Scadate il burro in una padella con lo zuccherodi canna e saltatevi il composto di mele.
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Preparate ora lo zabaione nel modo classico, utilizzando, secondo raccomandazione delsomellier un ottimo moscato magari d'Asti, montando a bagnomaria tutti gli ingredienti. Nel montarli, lo chef Bassi ha insistito molto di mantenere il movimento costante dall'alto verso il basso, per permettere che venga incorporata più aria possibile ed ottenere che lo zabaione risulti più soffice e cremoso. Decorate se vi piace, il piatto singolo dove metterete il vostro strudel...

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...e con l'aiuto di un coppapasta rotondo o di altra forma modellate il composto di mele, schiacciandolo un po' con il cucchiaio.

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Disponete in verticaale i fogli di pasta caramellata e versate intorno lo zabaione tiepido
Collage di Picnik strudel

Cos'altro mi rimane da dirvi? Ah si : buon appetito!!!!
Dani
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