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venerdì 21 settembre 2012

Crespelle al cioccolato

Di Daniela

Libri , libri, libri dovunque: sotto il tavolino di di cristallo in salotto, sulle librerie, nelle scrivanie, perfino in bagno! Libri acquistati, regalati, recuperati in cantina, libri eleganti ben rilegati, libri vecchi un po' scalcagnati, libri di scuola di quando ero al liceo, codici, romanzi, libri in edizione economica, libri di cucina, vecchie enciclopedie, edizioni complete di fumetti, libri per bambini, per ragazzi, libri d'arte, di musica, spartiti, super classici, nuovi, sconosciuti, amati, detestati, letti e riletti, collane, favole, gialli, antologie, poesie, trattati.... insomma ne ho per tutti i gusti e moltissimi sono stati quelli che nel corso degli anni e dei traslochi ho dovuto regalare, specialmente quelli per bimbi, o riciclare (alcuni senza rimpianto) per far spazio alle nuove entrate.

Sono la colonna portante della casa, ce li siamo passati in molti casi di padre, o di madre, in figlia: li abbiamo spesso letti a distanza di anni e poi commentati, analizzati e perfino a volte sviscerati insieme. Ci hanno unito, a volte abbiamo condiviso le impressioni, a volte eravamo agli antipodi : ognuno ha i suoi preferiti per stile, argomento, linguaggio, autore o epoca. Ci hanno regalato mondi meravigliosi e ci hanno aperto vie sconosciute.
Insomma non  ne possiamo proprio fare a meno.
Oddio, quando è il momento, come ora di spolverarli e di rimetterli al loro posto, armata di spolverino e mascherina per non rantolare negli starnuti, il sospetto che forse potrei  anche eliminarne un bel numero, lo confesso, mi sfiora... Ma per fortuna solo semel in anno licet insanire e così continuo ad accumulare "tesori" scritti....

Crespelle al cioccolato
da "Dolci", F. Malerba, Keybooks, 2007


150 gr di confettura di lamponi (frutti di bosco per  me o qualunque gusto vi piaccia)
150 gr di nocciole
120 gr di zucchero
80 gr di cioccolato fondente
5 albumi
4 tuorli
cacao in polvere
40 gr di burro
4 cucchiai di latte (facoltativi)

Mettete in un mixer le nocciole e tritatele grossolanamente.Tagliate a pezzetti il cioccolato, mettetelo in un pentolino, versate 4 cucchiai di acqua (latte per me) e fatelo sciogliere a bagnomaria fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea. Togliete dal bagnomaria e lasciate intiepidire.
Mettete i tuorli d'uovo in una seconda ciotola, unite lo zucchero e montateli con una frusta elettrica finché non diventano bianchi e spumosi, quindi aggiungeteli alla crema di cioccolato. Unite le nocciole tritate e mescolate con cura.
montate a neve ben ferma gli albumi e incorporateli delicatamente al composto. Procedete con movimenti dall'alto verso il basso, come sempre, per non smontarli.
Scaldate una padella antiaderente di 20 cm di diametro, unite una noce di burro, lasciatela fondere, quindi versate 2 cucchiaiate di composto, fate ruotare leggermente la padella in modo che il preparato si distribuisca uniformemente in uno strato sottile. Cuocete per 2 minuti, quindi girate la crespella e cuocetela dall'altra parte. Una volta cotta, fatela scivolare su un piatto e preparate la successiva.
Spalmate ogni crespella con un velo di confettura, spolveratele di cacao e servitele subito.
Qualche osservazione personale
Per questioni tecniche ho ridotto di circa 1/5 le dosi delle crespelle, cioè volevo farne solo 2 o 3 per un assaggio mattutino ed vorrei segnalarvi un paio di particolari.
Innanzitutto ho allungato con un cucchiaio di latte aggiuntivo l'impasto perchè mi sembrava decisamente troppo denso. Le ho fatte anche decisamente più piccole dei 20 cm richiesti perchè rimangono leggermente più spesse e goduriose da mordere.
Ho avuto qualche difficoltà a girarle perchè essendo piuttosto gonfia la pastella risulta meno semplice l'operazione: le ho servite quindi una alla volta senza impilarle e ho ottenuto un "bel successo di pubblico". Come unica correzione, quindi,  mia figlia le ha chiamate le crespelle brutte ma buone ! :-)
Buona giornata

Daniela

mercoledì 7 dicembre 2011

Muffins "allo strudel" e un miracolo benaugurante per tutti

Di Daniela

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Finalmente ci stiamo avvicinando alle vacanze di Natale. Sinceramente quest'anno mi sembra di averne ancora più bisogno del solito, o forse è solo l'età ch avanza a farmi desiderare sempre più queste pause da passare con tutta la famiglia per staccare un po' dalla realtà di tutti i giorni, che non è che sia proprio esaltante talvolta!
Però, sarà per il momento, sarà per il desiderio di cose belle e di pensieri positivi, ma incredibilmente sono riuscita a trovare su un quotidiano una notizia che mi ha dato una sensazione bellissima e, penso, regali a tutti una speranza speciale.
foto da qui e qui
E' la storia di una giovanissima atleta Olandese, una ciclista, così capace da riuscire a vincere 2 medaglie d'argento alle ultime Para-Olimpiadi, manifestando anche un notevole dispiacere per aver mancato l'oro!
foto da qui
Monique van der Vorst, infatti, aveva avuto un problema durante un'operazione quando era appena 13enne, perdendo l'uso degli arti inferiori. Ma la passione per la bicicletta le aveva dato una speranza e, con passione e abnegazione, era riuscita a raggiungere livelli di eccellenza fra gli atleti di tutto il mondo.
Ma sembrava che a tanta bravura, entusiasmo e passione dovesse essere imposto ancora uno stop dalla sfortuna: una macchina, pochi mesi prima proprio delle Olimpiadi di Pechino, la travolse, schiacciandole due vertebre e spostando la sua immobilità, dalle sole gambe, anche alla vita. Nonostante questo riuscì a partecipare alle gare ed a vincere due medaglie d'argento.
Ma la storia non finisce qui: passa poco tempo ed un'altra macchina la centra e la butta fuori strada. Arriva in ospedale piena di escoriazioni e traumi, ma, e qui il miracolo, con un inizio di formicolio alle gambe....
E da li, in poco tempo, è nuovamente in piedi: incredulità di tutti, gioia infinita per lei e... ancora in bici: vuole partecipare alle Olimpidi di Rio De Janeiro 2016!
I medici hanno parlato di miracolo e così pure la stampa di tutto il mondo: lei ha detto solamente che si gode ogni singolo momento di questa vita nuova che il destino le ha regalato e dice che lei è semplicemente "un'atleta vera: nella testa e nell'anima!"
Più semplice di così!!! 

Muffins "allo strudel" o "Struffins"
da un'idea di Sara

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lunedì 18 luglio 2011

Torta crumble salata allo chevre con mirtilli al balsamico e cassis

crumble tarte ai mirtilli e balsamico

Quelli di voi che non ne hanno ancora a sufficienza degli aggiornamenti quotidiani di MT (a proposito, Dani: ma 'ste ferie????) e ci seguono anche su FB, sanno che questa è la ricetta su cui medito da qualche settimana. L'ispirazione viene dritta dritta da questo bellissimo blog, e se per una volta avessi seguito tutte le indicazioni mi sarei risparmiata gli arrovellamenti di cui sopra. Invece, un po' perchè non riesco a riprodurre una ricetta alla lettera neanche sotto tortura, un po' perchè mi sono incantata sulla foto, un po' perchè quando mi prende l'ispirazione non c'è frigo vuoto che tenga, ho pensato che si trattasse di un favoloso dessert e ho sostituito il caprino- che in quel momento non avevo, con la robiola. Risultato: un "dolce" che non era "dolce" per niente. Da lì in poi sono iniziati tutti i pensamenti che -bontà mia- vi risparmio, che sono felicemente approdati alle seguenti conclusioni
1. è una torta salata
2. la prossima volta, leggi non solo la ricetta, ma anche quello che viene prima, visto che l'autrice del blog lo ripete mille volte, "salé-salé-salé"
Quindi, sono tornata alla versione originale e vi assicuro che ne è valsa la pena. Ve la traduco pari pari e poi passo alle mie note

TORTA CRUMBLE SALATA ALLO CHEVRE CON MIRTILLI AL BALSAMICO E AL CASSIS

crumble tarte ai mirtilli e balsamico


per uno stampo da tarte da 24-26 cm o uno stampo rettangolare da 10x 40 cm

pasta brisée alla nocciola

125 g di farina di farro
35 g di farina di nocciole
60 g di farina
50 ml di acqua fredda
2 g di sale
85 g di burro

mirtilli marinati

150 g di mirtilli 
10 cucchiaini di aceto balsamico
6 cucchiaini di crème de cassis
2 cucchiaini di zucchero

crumble alla nocciola

80 g di farina
50 g di farina di nocciole
60 g di burro a cubetti
2 cucchiaini di zucchero di canna bruno

per la farcitura

4 rocamadour, meglio se poco stagionati, tagliati a cubetti
1 uovo
180 g di panna da montare, liquida
20 g di farina di nocciole

per la brisée alla nocciola

lasciare il frigo a temperatura ambiente per 15 minuti e tagliarlo a cubetti. in una terrina, unire tutte le farine, il sale e il burro morbido. Fare un incavo, versarvi l'acqua fredda e amalgamare gli ingredienti, senza lavorare troppo il composto. Formare una palla, rivestirla con pellicola trasparente e lasciar riposare come minimo 2 ore in frigorifero (meglio una notte). Stenderla nello stampo imburrato e cuocerla in bianco, ricoprendo con carta da forno e poi con legumi secchi, a 180 gradi per 20 minuti circa. 

per i mirtilli marinati

lavare e asciugare bene i mirtilli, versarli in una terrina e unirvi l'aceto e  il cassis. Lasciar marinare per minimo 4 ore, al fresco. Scolarli e recuperare il succo. metterlo in un casseruolin, aggiungere lo zucchero e portare ad ebollizione. Abbassare la fiamma e far sobbollire per 5-10 minuti, riducendolo della metà.

per il crumble

versare tutti gli ingredienti in una insalatiera e lavorarli fino a ridurli in briciole, con la punta delle dita. Aggiustare di sale e pepe. Mettere in frigo, fino al momento dell'uso

per la farcitura
in una terrina, sbattere leggermente l'uovo. Aggiungere la farina di nocciole e la panna e mescolare, senza emulsionare. Versare questo composto sul fondo della tarte, aggiungere il formaggio di capra a pezzetti e poi i mirtilli. Far cuocere a 180 gradi per 10 minuti. trascorso questo tempo, sfornare la tarte, aggiungere il crumble e far cuocere di nuovo a 210 gradi, per 20 minuti circa. 

Servire la tarte tiepida o fredda, accompagnata dalla riduzione all'aceto e cassis.

mirtilli


Note mie 

Come vi dicevo, e come sicuramente avrete intuito dalla lettura della ricetta, qui siamo di fronte ad un entrée di tutto rispetto. Non solo nella preparazione, un po' più elaborata rispetto al solito,ma anche nel risultato finale: è un equilibrio perfetto di sapori e consistenze, con in più il pregio dell'originalità che lo rende davvero un piatto da provare alla prima occasione. Più che una torta salata tout court, è un antipasto: non fatevi tentare da  contorni di nessun tipo, perchè non ci direbbero niente: la riduzione al cassis e al balsamico è il suo accmpagnamento naturale e, fidatevi, basta così.

ingredienti
  • la farina: la base è un mix di farina 00, di farina di nocciole e di farina di farro. La farina di nocciole si trova nei mesi invernali alla LIDL e vi consiglio di farne scorta, perchè costa pochissimo e non ha nulla di meno degli analoghi prodotti in commercio, venduti al doppio. Va da sè che nei negozi specializzati i prodotti sono migliori, anche se non è sempre detto: i più grandi bidoni della storia me li son presi in botteghe di questo genere, quindi, come sempre, occhi aperti e neurone acceso. Oppure, potete prepararla voi, frullando alla massima potenza delle nocciole, con un cucchiaino di zucchero, quanto ne serve per assorbire l'olio che vien fuori durante questa operazione. Se le nocciole sono tostate, otterrete una farina molto più profumata. La farina di farro, invece, può essere sostituta anche con altre farine, come quella di segale o una farina integrale: cambia un po' il sapore, ovviamente, ma resta quel gusto "rustico" che è una delle principali qualità del piatto.

  • per quanto riguarda le proporzioni di aceto balsamico e cassis, non amando troppo l'acidulo ho invertito le dosi. Conclusione: l'aceto si è sentito poco. La prossima volta, applico la par condicio, con 8 cucchiaini per entrambi gli ingredienti e vediamo se funziona. Ah, ovviamente, quando si parla di aceto balsamico in queste ricette che ne prevedono la cottura, non si intende quello contenuto nell'equivalente gastronomico del Santo Graal: un normale aceto da grande distribuzione va benissimo

  • lo zucchero di canna: ho usato il muscovado e vi dirò che ci dice, eccome se ci dice. Quindi, se lo possedete, abbiamo trovato un'altra preparazione, dopo il ginger bread, in cui non se ne può fare a meno. Altrimenti, un nirmale zucchero di canna può andare.

  • il rocamadour: vi ho messo il link, perchè possiate intuire dalla foto il tipo di caprino che serve per preparare questo piatto. Non deve avere un sapore troppo persistente, quindi evitate i caprini a pasta dura, a lunga stagionatura. Vanno bene anche quelli freschi, perchè, come sempre, è solo una questione di gusti: qui è in ballo la nota acida, per cui chiedete qualche assaggio al formaggiaio e poi fate la vostra scelta. Considerate, però, che non va mescolato con gli altri ingredienti, ma tagliato a pezzetti e disposto sopra la crema di panna, uovo e nocciole

  • mentre in Francia esistono otto miliardi di tipi diversi di panna, noi dobbiamo accontentarci di una sola: lungi da me ogni nota polemica, ma qui sopra, quando si nomina questo ingrediente, lo si intende solo da montare. Mai "da cucina".
Per il procedimento, a oggi pomeriggio...
ciao
ale






lunedì 4 aprile 2011

Pupazzo di neve per l'addio all'inverno!

Di Daniela

PUPAZZO1
(N.d.R. : Gli accessori del nostro pupazzo modello sono gentilmente stati forniti dall'atelier "Gaietta couture", fornitrice della real casa Barbie, apprezzatissima maison di alta moda ;-)))))
Allora, eccoci in primavera! Fiori, colori, profumi si adattano all'arrivo della temperatura più moderata e alle piogge tonificanti... Oddio per la verità via libera anche alle allergie ai pollini, parietaria e varie, ma insomma tutto non si può avere. Così, noi amanti della neve e delle temperature più rigide, cominciamo a prepararci per il letargo, a cui ci costringe l'estate calda ed afosa, e salutiamo la stagione che ci ha lasciati con uno dei suoi simboli più celebri: il pupazzo di neve! Naturalmente, per il "Rinnuoviamoci", abbiamo pensato bene di proporvi anche questa possibilità di utilizzare la cioccolata delle vostre uova preparando qualcosa di carino per i bimbi, ma che gli adulti non disdegnano: un piccoletto vedrà un pupazzo di neve su una torta ricopaerta di glassa di zucchero; un adulto saprà che quella è una torta nocciole e cioccolato ricoperta di glassa reale con tartufi al cioccolato bianco e al latte, con cocco! Va bene ad entrambi no? :-))) Almeno così mi hanno dimostrato le mie figliocce, la più piccola (2 anni e mezzo. Ve la ricordate amante della nutella?) e quella grande (25 anni, l'avete conosciuta per la comunione di Gaia); la prima era in visibilio per la forma, contenta del pupazzo, la seconda per il contenuto (sono sparite diverse palline di neve :-))!
Non ci resta che svelare l'arcano della preparazione allora, ricordandovi l'apuntamento di domani con Annalu!
Pupazzo di neve di cioccolato bianco

Per la torta (stampo quadrato da 25 cm)
60 gr di nocciole sgusciate e sbucciate
70 di zucchero
4 uova
70 gr di burro
80 gr di cioccolato fondente (io prediligo quello al 70%)
80 gr di fecola di patate
150 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito vanigliato
Per la glassa reale
200 gr di zucchero a velo
1 chiara d'uovo
qualche goccia di succo di limone
qualche cucchiaio di gelatina o marmellata di albicocche
Per il pupazzo di neve
2 cioccolatini tipo lindor o 2 ovetti di cioccolato al latte o fondente(facoltativi)
200 gr di cioccolato bianco
75 gr di panna fresca
35 gr di burro
farina di cocco
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Cominciamo dalla torta: mettete in un mixer le nocciole e metà dello zucchero. Tritatele fino ad ottenere una farina. Intanto mescolate con la frusta il burro a temperatura ambiente e la rimanente parte di zucchero, riducendo il composto ad una crema; unite uno alla volta i tuorli d'uovo (tenendo da parte gli albumi) e quando saranno ben amalgamati, poco alla volta, la farina di nocciole e zucchero. Sciogliete a bagno maria il cioccolato e unitelo al composto.
Montate gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale e una goccia di limone. Uniteli al resto mescolando delicatamente dal basso verso l'alto, per non smontarli. Terminate la preparazione aggiungendo la fecola di patate e il lievito vanigliato setacciati insieme, sempre mescolando dall'alto in basso con attenzione.
Rovesciate il tutto nella stampo imburrato e infarinato e infornate a 180° per 35/40 minuti, a seconda del vostro forno.
Sfornatela una volta cotta (prova stecchino) e lasciatela raffreddare su di una gratella.
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Ora il pupazzo: Tritate finemente il cioccolato bianco e mettetelo in una ciotola. Fate sciogliere 70 gr d burro con la panna in una casseruolina su fiamma molto bassa: appena comincia a bollire togliete il recipiente da fuoco, versate il composto sul cioccolato tritato e mescolato finchè sarà completamente sciolto. Quindi incorporate il tuorlo e mescolate bene. Mettete il composto in frigorifero per 12 ore (anche un po' meno volendo: basta che si rassodi)
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Ora procuratevi, se vi sono avanzati, un paio di ovetti o di cioccolatini rotondi latte o fondente secondo i vostri gusti e metteteli al centro di due grosse palle di cioccolato bianco. Date loro una bella forma rotonda e passateli nella farina di cocco. Fate una terza palletta più piccola ancora per la testa, e con ciò che vi avanza preparate delle palline piccole, che saranno le vostre palle di neve
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Mettete tutto a raffreddare in frigo.
Riprendete la vostra torta e cospargetela con la gelatina di abicocca scaldata (se avete solo marmellata cercate di usare solo la parte senza polpa) e preparate la glassa reale mescolando zucchero a velo, albume e qualche goccia di limone. Come sempre se fosse troppo morbida aggiungete un po' di zucchero a velo, perchè deve essere piuttosto sostenuta. Spalmatela sulla torta e fate asciugare bene per un paio d'ore. Montate il vostro pupazzo di neve, aiutandovi con degli stuzzicadenti per sincerarvi che non si "spezzi" mentre lo portate in tavola. ecoratelo con gocce di cioccolato o qualunque cosa la vostra fantasia (o i vostri figli) vi metta a disposizione (Gingi è andata a cercare i rametti in giardino, della consistenza e della dimensione secondo lei più adatta) e posizionatelo al centro della vostra torta.
pupazzo1
pupazzo2
Noi abbiamo unito un cartello di saluto all'inverno (opera di Microba, come gli accessori dell'abbigliamento), ma dipende in che stagione lo preparerete!
Buona merenda
Dani (Gingi e Gaia)

mercoledì 16 marzo 2011

Biscotti all'arancia e nocciole - per Starbooks : Martha's corner

Di Daniela
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starbooks

Martha è sempre Martha, lo si sa e siamo al 3° biscotto tra le sue creazioni golosissime : questo in particolare mi ha attirato per il "miscuglio" tra due ingredienti che, personalmente, amo molto, le nocciole e l'arancio. Sfortunatamente, non è che sia particolarmente fotogenico come biscotto e anzi Microba, la  spiritosonea del gruppo, naturale contrappunto alla Caroluccia di Ale, quella che mi chiede sempre impaziente "ma insomma, quanto ci vorrà a mettere in posa quei cosi li?", qualunque sia la natura dei "cosi" in questione, questa volta, sorridendo sotto i baffi, mi ha fatto notare che "forse erano un po' stanchi di posare, mamma...Hanno un'aria un po' annoiata!" riferendosi alla non brillantezza del mio operato di fotografo. Ma, spiritosaggini di figlie a parte, vi assicuro che sono proprio buoni, tant'è che non hanno retto la prova conservazione : come al solito non ci sono neppure arrivati a questa fase!
Biscotti all'arancia e nocciole
à L'ORANGE5
Ingredienti
Per16 biscotti circa
170 gr nocciole tostate, senza pellicole
175 gr di farina, più altre per “spolverare”
100 gr + 2 cucchiai di zucchero semolato
150 gr di burro, fuso e raffreddato
1 1 / 2 cucchiaino di scorza d'arancia grattugiata finemente
1 / 4 cucchiaino di sale grosso
2 cucchiai di zucchero cristallizzato (il mio è all’arancia! Direttamente da Londra, regalo dell’Ale)

Indicazioni
Preriscaldate il forno a 180°. Tritate finemente le nocciole in un frullatore, per circa 20 secondi, non di più . Trasferitele in una grande ciotola, aggiungete la farina, lo zucchero semolato, burro, la scorza e il sale. Mescolate con le mani fino a che la pasta si possa riunire in una palla.
à L'ORANGE
Dividete l'impasto in due parti e con ciascuna parte formate un disco di 17 cm di diametro - io mi sono aiutata con un cerchio di metallo e un righello!- e,con l’aiuto di un coltello dentellato incidete sulla superficie del disco delle linee senza arrivate a tagliare la pasta, che lo dividano in 12 parti uguali (io l’ho pretagliato in 8 perché le dimensioni mi sono sembrate preferibili ;-))
à L'ORANGE9à L'ORANGE10
Spolverate ora la superficie con dello zucchero cristallizzato ( il mio è come vi dicevo all’arancia (grazie Ale) e fate lo stesso con il II disco.
à L'ORANGE8
Fate cuocere i biscotti per circa 15 minuti (20 m. come suggerito per il mio forno era troppo) finché saranno dorati e se li infornerete su due gratelle diverse, dovrete cambiargli posizione a metà cottura .
à L'ORANGE6
Probabilmente sarebbe preferibile farli cuocere all'interno del disco di acciaio, ma solo per una questione estetica! Tagliate definitivamente i biscotti finchè sono ancora caldi.
A L'ORANGE1
Lasciateli raffreddare sul loro foglio di carta forno e poi su una gratella, perché si spezzano con facilità essendo friabilissimi finché non sono completamente freddi. Si conservano per una settimana in un contenitore ermetico o in una scatola di latta.
Provateli…

Dani


Hazelnut-Orange Shortbread
a l'orange8
Ingredients
Makes 2 dozen
* 1 1/2 cups hazelnuts (about 6 ounces), toasted, skins removed
* 1 1/4 cups all-purpose flour, plus more for dusting
* 1/2 cup plus 2 tablespoons granulated sugar
* 10 tablespoons (1 1/4 sticks) unsalted butter, melted and cooled
* 1 1/2 teaspoons finely grated orange zest
* 1/4 teaspoon coarse salt
* 2 tablespoons sanding sugar

Directions
Preheat oven to 350 degrees with racks in upper and lower thirds. Process nuts in a food processor until finely chopped, about 20 seconds (do not overprocess). Transfer nuts to a large bowl; add flour, granulated sugar, butter, zest, and salt. Mix with hands until dough just comes together and forms a ball.
Halve dough; shape each into a disk. Transfer to a baking sheet lined with parchment paper. With lightly floured hands, shape 1 disk into a 7-inch round, and score to mark 12 equal wedges (do not cut through). Sprinkle with 1 tablespoon sanding sugar. Repeat with remaining disk and sanding sugar.
Bake, rotating halfway through, until golden brown, 15 to 20 minutes. While shortbread is warm, cut wedges to separate completely. Let wedges cool slightly on sheets, then transfer to a rack to cool completely. Cookies can be stored in an airtight container at room temperature up to 1 week

Sablés à l'orange et aux noisettes
à l'orange

170 gr de noisettes grillées et mondées
175 gr de farine + um peu pour saupoudrer
100 gr + 2 cuillerées a soupe de sucre en poudre
150 gr de beurre fondu et refroidi
1 1/2 cuillerées a café de zeste d'orange finement rapè
2 cuillerées à soupede sucre cristallisé
1/4 de cuillerée à café de gros sel

Préchauffez le four à 180° C et placez una grille en haut et une autre en bas du four. Hachez finement les noisettes dans un robot pendant 20 seconds (pas plus longtemps). Mettez la poudre de noisettes dans un saladier et ajoutez la farine, le sucre, le beurre, le zeste d'orange et le sal. Méelangez avec les mains et formez una boule
Divisez la pâte en doux. Formez un disque avec chaque moitié. Posez l'un des disque sur une plaque à pâtisserie recouverte de papier sulfurisé. Avec les mains légèrement farinées , formez un cercle de 17 cm de diamètre et, a l'aide d'une roulette, prédécoupez-le en 12 parts égales comme pour une tarte (sans couper entièrement la pâte). Saupoudrez avec 1 cullierée à soupe de sucre cristallisè. Recommencez pour le second disque de pâte.
Faites cuire les bisquits 15 à 20 minutes, en intervertissant les plaques à mi-cuisson, jasqu'à ce qu'ils soient dorés. Découpez les parts pendant que les bisquits sont encore chauds. Posez les plaques sur une grille et lassez refroidir légèrement. Retirezles bisquits et laissez-les refroidir sur une grille. Ces sablés se conservent 1 semaine dans una boite hermétique.

lunedì 24 gennaio 2011

Trartufi bianchi al croccante

di Daniela
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tartufi8
Eccoci con la nuova idea per gli avanzi delle (s)trenne ..... ho pensato che potrebbe esservi rimasto "indietro" un po' di croccante.... lo so, è difficile che capiti, ma, dovesse succedere.... Nella ricetta è anche descritto il modo per "creare" un croccante alle nocciole. Io invece per i miei tartufi ho utilizzato qualcosa che avevo già. Infatti sono stata mooooolto fortunata: la nostra amica Stefania, quando è venuta a trovarci per Capodanno, è stata così carina da portare sia alla Ale che a me un sacco di pensieri deliziosi in ogni senso: sia perché carini, sia perché buonissimi! Uno di questi è un meraviglioso pezzo di croccante alle mandorle, così profumato e godurioso da farmi venire l’acquolina al solo vederlo… Ho pensato di utilizzarne un po’ per questa ricetta, dove le briciole golose del croccante servono a vestire un “elegantissimo” cioccolato bianco. Ne è venuta fuori una delizia da mangiare peggio delle ciliegie, una via l’altra, e di una semplicità unica. Ve la propongo
TARTUFI BIANCHI AL CROCCANTE
tartu

400 gr di cioccolato bianco
150 gr di panna fresca
75 gr di burro
1 tuorlo
100 gr di zucchero
50 gr di nocciole sgusciate (io ho usato un croccante alle mandorle)

Tritate finemente il cioccolato bianco e mettetelo in una ciotola. Fate sciogliere 70 gr d burro con la panna in una casseruolina su fiamma molto bassa: appena comincia a bollire togliete il recipiente da fuoco,  versate il composto sul cioccolato tritato e mescolato finchè sarà completamente sciolto. Quindi incorporate il tuorlo e mescolate bene.
tartufo bianco
Mettete il composto in frigorifero per 12 ore (anche qualcuna meno basta... Potrete prepararli la mattina per la sera...) Dopodiché formate con il composto tante palline di uguali dimensioni  di una nocciola o poco più e fatele rassodare di nuovo in frigorifero per un paio d’ore (ne potreste ottenere circa 90 )
Tritate le nocciole. Preparate un caramello con lo zucchero e 4 cucchiai di acqua; quando sarà dorato unite le nocciole, rimettete sul fuoco per un paio di minuti, mescolate e versate il tutto sul piano di lavoro coperto con un foglio di carta da forno leggermente imburrato.
2 tartufo
Quando sarà rappreso levatelo dalla carta e tritatelo finemente in modo da ottenere un composto granuloso. Passate i “tartufi” di cioccolato bianco nel croccante e teneteli in luogo fresco fino al momento di servirli. Posso suggerirvi un'alternativa? Potreste passare qualche tartufo nel cacao in polvere amaro, per creare un piacevole contrasto di colore, con l'ambrato croccante, e di sapore......
A domani, da Fabio& Annalu
Buon appetito
Dani




WHITE TRUFFLE CRISP
tartufi6

400 gr white chocolate
150 grams fresh cream
75 g butter
1 egg
100 g sugar
50 g shelled hazelnuts (I used a crunchy almond)
croccante e briciole
Finely chop the white chocolate and place in a bowl. Melt 70 grams of butter with the cream in a saucepan over low heat: just begins to boil remove the pan from heat, pour the mixture over the chopped chocolate and stir until completely melted. Then stir in the egg and mix well.
Put the mixture in the refrigerator for 12 hours. Then with the mixture form many small balls of equal size and let them firm up again in the refrigerator for a couple of hours.
Chop the hazelnuts. Prepare a caramel with sugar and 4 tablespoons of water, and when browned add the nuts, put on the fire for a couple of minutes, stir and pour it all on the work surface covered with a sheet of lightly buttered greaseproof paper.
When it is cold, put it in the mixer and reduce it coarse grained. Pass the white "truffles" in the granulated brittle and keep in a cool place until ready to serve
Bon appetit
Dani

venerdì 12 novembre 2010

I muffins di zucca con gocce di cioccolato e l'achillea nana

Di Daniela
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Siete pronti al nostro momento del benessere? Se si , oggi parliamo dell'Achillea Nana. E’ una piantina "piccola di statura" che raggiunge al massimo una quindicina di centimetri o poco più, ricchissima di proprietà medicinali note da secoli, parte del genere Achillea. Il nome di questo Genere fu fissato da Linneo e deriva dalla credenza che Achille avesse usato queste piante durante l’assedio di Troia (così ci racconta Plinio) per curare le ferite dei suoi soldati avendo appreso da Chirone le virtù medicinali delle stesse. E già questo ci dice molto, no? Le caratteristiche della piantina erano note ai botanici “moderni” dal 1400. In Italia cresce solo sull’arco alpino dai 1800 ai 3000 metri e si raccoglie da giugno a settembre. Le sue foglie ed i fiori contengono molte sostanze depurative e calmanti che la rendono protagonista in quasi ogni ricetta di amari o liquori d’erbe.
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Essiccata è ottima per preparare un infuso contro la gastrite, il bruciore e la pesantezza di stomaco. In particolare in Valtellina è molto apprezzata ed è utilizzata per alcune ricette importantissime per la cultura gastronomica della Valle. Innanzitutto la Pesteda, un condimento aromatico prodotto esclusivamente a Grosio, piccolo paese dell’Alta valle, che è un battuto (in dialetto appunto Pèsteda, ovvero pestata, picchiata) di aglio, pepe, foglie di achillea nana (detta anche Erba Iva), timo serpillo (peverel) e sale. E’ un prodotto profumatissimo usato per insaporire le carni e i pizzoccheri. Poi, l’Achillea è usata anche per la Taneda (che è il nome valligiano dell’Achillea) e il Braulio, due amari, noti, specialmente il secondo, anche nel resto d’Italia.
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So che non è semplicissima da trovare in erboristeria, ma se riuscite, potrete concedervi il lusso di qualche manicaretto o dolcetto in più, se vi preparerete, prima di coricarvi, un bell’infuso di Achillea nana. A proposito, il sapore è leggermente amaro, ma un cucchiaino di miele risolve egregiamente il problema.

http://www.panoramica.org/Bianchi/achillea_nana.html
http://thebigfood.wordpress.com/2010/05/31/pesteda/
http://www.dooyoo.it/salute/prodotti-fitoterapici/230746/
http://it.wikipedia.org/wiki/Achillea


Muffins di zucca con gocce di cioccolato
(ritoccati da un'idea di Carey)
muffins zucca

dal momemnto che la ricetta è americana le quantità sono espresso in tazzr. Considerate come unità di nìmisura, quindi , un contenitore da circa 240/250 ml. Di fianco alle originali vi ho scritto comunque la "traduzione " italiana: ma se aveste per caso tra le vostre caccavelle le misure originali usatele anche voi (si trovano anche all'Ikea per pochi spiccioli)
per 12 muffins
• 1 ½ tazze /160 gr,di farina di grano duro
• 1 tazza di zucchero/150 gr (ne ho messo meno)
• ¼ di cucchiaino di sale
• 1 / 2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
• 1 tazza /240-50 ml di purea di zucca
• ½ tazza /125 ml di olio d'oliva (io ne ho usati 120 scarsi)
• 1 manciata di nocciole tritate
• 2 o 3 cucchiai di zucchero di canna
• 1 cucchiaio di cannella macinata
• 2 uova
• ¼ tazza / 125 ml di acqua
• ½ cucchiaino di noce moscata grattugiata
• 1 tazza di gocce di cioccolato (ne ho messe un po' meno. Ma se vi piacciono potete pure esagerare!)
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Preriscaldate il forno a 180 °. Mettete a cuocere in forno 1 fetta di zucca (circa 500 gr con la buccia) a 120 ° per una mezz’oretta avvolta nella stagnola così che non bruci ma rimanga tanto morbida da poterla schiacciare con una forchetta. Oppure potete cuocerla per circa 25 minuti a vapore o in un pentolino tagliata a pezzi, con un cucchiaio di acqua, non di più, facendola ammorbidire per circa 15 minuti. Frullatela poi con un frullatore ad immersione, facendo, se serve, asciugare leggermente il purè di zucca così ottenuto. Unite gli ingredienti secchi in una ciotola e gli ingredienti liquidi (zucca compresa) in un'altra. Unite i due composti mescolandoli velocemente e aggiungete le gocce di cioccolato. Ungete bene una forma da muffin da 12 e riempite ogni “buco” fino a 2 / 3 con la pastella.
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Spargete su ogni muffin in po' di zucchero di canna e di nocciole tritate grossolanamente.
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Infornate per 20-25 minuti, o finché uno stuzzicadenti inserito al centro di un muffin esce pulito. Sono veramente deliziosi e profumati.
Buon appetito
Dani



Pumpkin Chocolate-cips Muffins
(adapted from Carey recipe )
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yield: 12 muffins
• 1 ½ cups of whole wheat flour
• 1 cup of sugar
• ¼ tsp salt
• 1/2 tsp baking soda
• 1 cup of pumpkin purée
• ½ cup of olive oil
• 1 handful of hazelnuts
• 2 o 3 tbsp brown sugar
• 1 tbsp ground cinnamon
• 2 eggs
• ¼ cup of water
• ½ tsp grated nutmeg
• 1 cup of chocolate chips
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Preheat your oven to 350°. Combine dry ingredients in one bowl and wet ingredients in another. Whisk the former into the latter until well blended, then stir in chocolate chips. Line a standard-sized muffin tin with cupcake wrappers. Fill each one 1/2 to 2/3 of the way with batter. Sprinkle on each muffin a bit of brown sugar and chopped nuts. Bake for 20–25 minutes, or until a toothpick inserted in a muffin center comes out clean. They’re really delicious.
Bon appetit
Dani

venerdì 5 novembre 2010

Cake al cioccolato, nocciole e sciroppo di malvasia- senza grassi!!!

cake nocciole sciroppo malvasia

Giuro.
Zero grassi.
No burro, no olio, no margarina, no strutto.
Solo il grasso che può fuoriuscire da 50 g di nocciole frullate.
Poi, vabbè, c'è la farina, c'è il cioccolato, c'è lo zucchero e c'è pure lo sciroppo di Malvasia... ma se non ci fossero, non ci sarebbe questa meraviglia di dolce, no?
E poi, mica dovete mangiarvelo tutto in una volta: una fettina a colazione, una in pausa caffè, una col caffè, una con il tè, una alla sera prima di andare a dormire, magari con un po' di Malvasia, tanto per ravvivare il gusto dello sciroppo...
Tornando seri: è un gran dolce. L'esatto contrario della porca figura, perchè a vederlo sembra un normalissimo cake al cioccolato, con una glassa riuscita male. Ma all'assaggio, stende tutti, specialmente i palati più fini, quelli che non amano i dessert pannosi, burrosi o che esauriscono nelle scenografie le loro sorprese. In più, davvero, è senza latticini, quindi è perfetto per gli intolleranti a questi alimenti, e a dispetto della mancanza di grassi, resta morbidissimo, anche dopo qualche giorno. Posto che ci arrivi, ovviamente....


CAKE AL CIOCCOLATO E NOCCIOLE ALLO SCIROPPO DI MALVASIA
da qui


cake nocciole cioccolato e sciroppo di malvasia

Come al solito, prima la ricetta originale, poi le modifiche mie

per 4 persone
4 uova
150 g di zucchero di canna
150 g di farina integrale
50 g di farina 00
50 g di nocciole del Piemonte, già sgusciate (se poi sono di quelle a km 13 della Licia, ancora meglio)
50 g di cioccolato fondente (70%) oppure 50 g di gocce di cioccolato
10 g di cacao in polvere
20 g di biscotti sbriciolati
sale
burro per lo stampo
(io ho aggiunto un cucchaino di lievito per dolci)

per lo sciroppo
2 dl di Malvasia
80 g di zucchero semolato

per la glassa
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di Malvasia

Procedimento
Tritate molto finemente le nocciole nel mixer e spezzettate il cioccolato (potete anche usare delle gocce, se preferite). Lavorate i tuorli con metà dello zucchero, fino ad ottenere una crema soffice; da parte montate gli albumi, aggiungete lo zucchero rimasto e amalgamateli al composto dei tuorli; in ultimo, unite le farine setacciate col cacao e, alla fine, i pezzettetti di cioccolato. Mescolate bene e versate il tutto in uno stampo da plum cake precedentemente imburrato e cosparso di briciole di biscotti.
In forno statico a 190 gradi per 20 minuti; poi incidete con un coltello la superficie del dolce nel senso della lunghezza, così da permettergli di aprirsi e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Sfornate e lasciate intiepidire su una gratella.
Preparate lo sciroppo
Portare ad ebollizione il vino con lo zucchero, quindi spennellare tutto il dolce con lo sciroppo ottenuto. Lasciar raffreddare completamente il dolce
Per la glassa
Amalgamare lo zucchero a velo con il vino e stendere la glassa sul dolce. Lasciar raffreddare per alcune ore



cake nocciole sciroppo malvasia

Miei cambiamenti

- la farina: la prima volta che ho preparato questo dolce, era perchè dovevo far fuori mezzo kg di farina integrale. Che, naturalmente, si è persa nei meandri della dispensa. E così, ho usato solo farina 00. L'ho poi rifatto con gli ingredienti originali e, in effetti, son due cose diverse. Però, sono ugualmente buone. Intendo dire che se non avete la farina integrale, potete anche provare con quella bianca e il risultato è comunque soddisfacente.

- i biscotti sbriciolati: ho usato le gocciole che mangiamo a colazione. Ma anche una galletta potrebbe andar bene o, meglio ancora, i pezzettini dei frollini che rimangono sul fondo della biscottiera: così, ricicliamo anche gli avanzi e ci mettiamo la coscienza in pace

- il Malvasia: questa è una ricetta di territorio (Langhe) e quindi il Malvasia è quello di Casorzo. Stavolta, ci sono andata vicino, perchè la cantina della famiglia del marito è più o meno in zona e quindi il loro Malvasia parla comunque piemontese, e pure langarolo: ma se avete altri passiti, vanno bene ugualmente

procedimento

- il nome: a battesimo, è "torta" ed in effetti non è propriamente un "cake". Se l'ho ribattezzato così è solo per la forma, che è anche quella dell'originale, ma del cake non ha nè gli ingredienti (manca il burro) nè la lavorazione.

- gli ingredienti originali non prevedono il lievito, il che è proprio di certi cake: io, però, un cucchiaino lo metto sempre e così ho fatto anche questa volta: lievito per dolci, setacciato insieme al cacao e ale farine

- anche se dalla ricetta sembrerebbe il contrario, non montate troppo gli albumi: è un consiglio dato da Santin, tempo fa, a cui mi sono sempre scrupolosamente attenuta (ogni tanto, dò retta a qualcuno) constatando ogni volta che il Maestro aveva ragione. Più monti, prima, più devi smontare dopo, per cercare di amalgamare l'albume al composto- e addio sofficità. Fate così: appena gli albumi non scivolano lungo i bordi del contenitore usato per montarli, aggiungete lo zucchero, a cucchiaiate, sempre montando. Appena lo zucchero è bene amalgamato, unite due cucchiai di albume al vostro composto, mescolando bene, per ammorbidire il tutto: e poi, un cucchiaio per volta, aggiungetelo al resto, incorporandolo dal basso verso l'alto, perchè non smonti.

- cottura: a 190 gradi, forno statico, un cake impiega 40 minuti a cuocere, nel mio forno. A volte, è necessario che copra la superficie con un foglio di alluminio, per evitare che scurisca. Non condivido - e difatti, ho saltato il passaggio- il taglio longitudinale del cake, per due motivi: in primis, perchè di solito il cake si "spacca" da solo. Di sicuro c'è una spiegazione, che ha a che fare con il rapporto fra la forza della spinta e quella della massa etc etc, ma come sapete, la scienza in cucina e cosa buona e giusta- e se sta fuori dalla mia, ancora di più. Ma soprattutto mi è stato insegnato che quando si cuociono dei lievitati guai ad aprire il forno, specie nella prima fase di cottura. Secondo me, 20 minuti son troppo pochi per un simile azzardo- e così ho lasciato perdere. Anche perchè non ho ancora capito l'utilità del procedimento...

- sciroppo: la ricetta non lo dice, ma voi dovere fare uno sciroppo: quindi, non basta portare il vino ad ebollizione, ma bisogna anche farlo bollire per un po, fino a quando si addensa e prende un colore traslucido: casseruolino dal fondo normale (non spesso, che sennò non la finite più), fornello più piccolo, fiamma media, occhi puntato sullo sciroppo e qualche minuto di cottura, dal bollore. Appena vedete che si è ridotto di volume e si è addensato, è pronto

- glassa: non l'ho messa. Quello che vedete nella foto è l'effetto dello sciroppo, e a me piaceva così. Anche perchè le dosi indicate dalla ricetta sono per una glassa "lenta", se mi passate il termine, non bella densa come quelle solite- e alora mi sembrava di fare un doppione. Se siete particolarmente amanti dello zucchero, nulla vi vieta il doppio strato.

Personalmente, questo è il classico dolce da dopocena, dopo teatro, dopo cinema, dopo tutto, insomma: d'obbligo è un bicchiere di vino liquoroso o di Porto, visto che il cioccolato c'è e si sente e un po' di freddo fuori, perchè un propriamente estivo non è. Però, fidatevi, è uno spettacolo...

A stasera, per la ricetta dell'MTChallenge
ciao
ale

sabato 16 ottobre 2010

Gnocchi di Topinambur in salsa leggera di bagna caoda e nocciole

gnocchi di topinambur in salsa di acciughe e nocciole


L'ultima di mia madre è che, prima della sua morte, io debba andare da lei armata di penna e taccuino, a prendere appunti mentre cucina: altrimenti, sostiene, tutte le mie ricette andranno perse. A parte il risvolto macabro della cosa - la signora è viva, vegeta e pure in forma- stavolta mi tocca darle ragione: perchè mia madre ha la cucina nelle dita e per lei non esistono dosi e meno che mai procedimenti o ingredienti codificati. L'estro è l'unico denominatore comune dei suoi piatti e se le chiedeste che cosa ha messo dentro al suo ultimo capolavoro, nove su dieci vi risponderebbe candidamente che non lo sa.
Ovviamente, io mi astengo a stento dalla strage domestica, ogni volta: e non solo perchè vengo privata della possibilità di riprodurre i suoi piatti, ma perchè lei stessa non riesce a rifare la stessa cosa allo stesso modo per due volte di fila. Sia chiaro, è da quando son piccola che le cose funzionano così: però, se ormai più di tanto, ho smesso di stupirmi, continuo lo stesso ad arrabbiarmi.
Nello stesso tempo, non sono mai stata in grado di seguire una ricetta per intero in vita mia: un po' perchè le aggiusto in corso d'opera, tarandole sui gusti di casa, un po' perchè non peso niente, un po' perchè mi accorgo all'ultimo minuto che manca qualche ingrediente dalla dispensa, di fatto è pressocchè impossibile che quello che esce dalla mia cucina sia la riproduzione fedele di quello che era nelle intenzioni dell'autore.
A mia parziale discolpa, però, va detto che fino a qualche tempo fa le deviazioni erano pur sempre minime, spesso più nell'ordine della sostituzione che non dello stravolgimento totale. Ultimamente, invece, vado di ispirazione- e nient'altro. Anzi, a dirla tutta, non vado oltre al titolo delle ricette. Lo leggo, ci penso un po' su, valuto se mi potrebbero piacere certi accostamenti e certe cotture e poi via, dove mi porta il gusto.
Sia chiaro: la cosa non mi piace per niente, meno che mai se, alla fine, escono fuori piatti da porca figura come questi gnocchi qui, preparati con i meravigliosi topinambur della Licia e che, dagli originali "gnocchetti con acciughe fresche, marò di fave e machetto" sono diventati "gnocchi in salsa di bagna cauda con nocciole". In questo senso, però, benedetto il blog, che un minimo di disciplina me la impone: per cui ora mi concentro e provo a raccontarvi come ho fatto...

GNOCCHI DI TOPINAMBUR IN SALSA LEGGERA DI BAGNA CAODA CON NOCCIOLE

gnocchi di topinambur in salsa di acciughe e nocciole

per gli gnocchi
300 g di patate lesse
200 g di topinambur stufati*
200 g di farina
sale

* i topinambur vanno svucciati con un pela patate o con un coltellino, poi lavati bene per togliere ogni residuo terroso, asciugati e tagliati a tocchetti e fatti insaporire in padella, con poco olio. Dopodichè, si salano e si copre di acqua: si lasciano cuocere così a fiamma bassa e a recipiente coperto fino a quando saranno teneri (grosso modo, una quindicina di minuti)

Le patate per gli gnocchi sono quelle a pasta bianca, piuttosto farinose- e vanno fatte bollire con la buccia, ovvimente dopo averle lavate e pulite benissimo. Sbucciatele da calde e schiacciatele con lo schiacciapatate, direttamente sul piano di lavoro, leggermente infarinato.
Per quanto riguarda i topinambur, invece, vi conviene passarli al frullatore: sono filamentosi e il rischio che vi resti qualche filamento nell'impasto c'è.
Unite le due puree e aggiungete la farina: dai 200 ai 250 g, non di più- dipende dall'assorbimento delle patate e da quanto liquida è la purea di topinambur. Dovete ottenere un impasto morbido ma facilmente lavorabile, regolandolo eventualmente con altra farina, ma senza esagerare, perchè altrimenti gli gnocchi perdono tutta la loro morbidezza. Regolate di sale, ma senza eccedere, anche qui, perchè il sugo è sapido di suo.
Dopodichè, preparate tanti filoncini e tagliateli a tocchetti. Potete rigarli con i rebbi di una forchetta o con l'apposito attrezzo: io li ho lasciati così, perchè avevo fretta e mi piacevano di più.
Mettete sul fuoco una pentola grossa con abbondante acqua salata.
Nel frattempo, in una padella, fate imbiondire in 4 cucchiai di olio EVO uno spicchio d'aglio grosso. Toglietelo appena è scuro e stemperate nell'olio, utilizzando un cucchiaio di legno, 4 o 5 filetti di acciughe salate, ben lavate sotto l'acqua corrente e diliscate. Spegnete il fuoco
Appena l'acqua bolle, versatevi gli gnocchi e, quando salgono in superficie, scolateli con una schiumarola e trasferiteli nella padella con la salsa di acciughe, a fiamma media.
Agitando la padella, senza toccarli, fate in modo che gli gnocchi si ricoprano del tutto del sugo, dopodichè trasferite in un piatto e servite, cospargendoli di un po' di nocciole tostate e macinate all'istante.
Il prezzemolo non è d'obbligo, ma ci sta.
Spero di non essermi dimenticata nulla- nel caso, chiedete e vi sarà risposto (spero :-))
Buon appetito
Ale

martedì 13 aprile 2010

Mini cuoricini di miele e cocco (o nocciole)

Di Daniela
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A volte non riesco a credere a quanto possano essere tontolone le mie figlie : oggi per esempio la mia piccola doveva partecipare alla sua 2a o 3a gita scolastica (ormai ho perso il conto fra gite, escursioni, merende, teatro....) mentre la media aveva un saggio di greco a cui pensare: entrambe perciò ieri sera sono andate a letto presto, per essere riposate e pimpanti al suono della sveglia. Ed in effetti così è stato: al primo squillo si sono alzate, lavate, hanno fatto colazione, si sono vestite , pettinate, la piccola ha riposto il suo pranzo al sacco pronto nel frigo nel suo contenitore termico e poi , zaino in spalla, si sono messe di fianco alla porta ad aspettare il papà che le avrebbe dovute accompagnare .... E il papà dopo poco in effetti si è presentato, spaventatissimo dai rumori che sentiva e da tutto questo accendersi e spegnersi di luci: perchè era l' 1,30 del mattino!!!! E le due creature sorridenti, alle rimostranze paterne e al suo far presente che sarebbe bastato aprire una tapparella per accorgersi che fuori era ancora notte, hanno soltanto detto che in effetti si sentivano un po' stanchine...più del solito, insomma....ma "vabbè papà, torna pure a dormire; ci vediamo domattina!!!" e un bel sorriso, con un bacino di accompagnamento, hanno spiazzato mio marito che perplesso e un po' stravolto ha obbedito alle figlie ed è tornato di filato nelle braccia di Morfeo, assicurandomi che a lui, mai da ragazzo sarebbe potuta capitare una cosa simile: per svegliarlo in tempo per la scuola e all'ora giusta, la sua mamma doveva mettergli vicino almeno 2 sveglie!!!
Siccome "Aprile dolce dormire" qui non fa scuola, bella pimpante vi vorrei suggerire un'idea dolce da mangiare sorseggiando una bella tazza di caffè mattutino o una tazza di te o qualunque altra cosa vi faccia piacere per distendervi i nervi. Ho trovato questa ricetta in questo bel blog . Ho apportato solo una piccola variazione sugli ingredienti. O meglio ho fatto 2 tipi di impasto: uno con il cocco, l'altro con la farina di nocciole. Eccovi allora

Mini cuoricini di miele e cocco ( o nocciole)
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sulla base di una ricetta da Paris Boulangerie-Patisserie: Ricette da tredici Panifici Eccezionali francese di Linda Dannenberg
Le dosi sono sufficienti per circa 35 dolcetti : dipende dal tipo di stampo che userete.
355 ml latte di latte
10 ml miele (2 cucchiaini circa)
1 pizzico di sale di sale
100 gr cocco grattugiato (se volete fare solo i dolcetti al cocco i grammi diventano 200)
100 gr farina di nocciole (idem come sopra: se li volete solo alle nocciole diventano 200)
75 gr di zucchero (io ho usato lo zucchero di canna)
60 gr di farina
2 cucchiaini di lievito in polvere (ne ho messi 3 abbondanti)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
2 uova intere
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Preriscaldare il forno a 180° gradi. Ungete degli stampi da mini muffin di qualunque forma abbiate.
Portate il latte, miele e sale lentamente a ebollizione a fuoco medio - basso, mescolando per sciogliere il miele. Bastano pochissimi minuti: togliete dal fuoco e lasciate raffreddare.
Sbattete insieme zucchero, farina e lievito. Dividete in 2 questo composto e ad una metà aggiungete il cocco, all’altra la farina di nocciole. Ovviamente potete anche farle tutte di un tipo o dell’altro se preferite!!;-))
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Aggiungete la vaniglia al latte raffreddato e dividete in due parti uguali questa base liquida e aggiungete in ognuna un uovo intero. Sbattete accuratamente fino a quando tutto sarà amalgamato. Unite ora gli ingredienti secchi ai liquidi e mescolate accuratamente.
Versare ora il composto di nocciole negli stampini scelti , riempiendo fino quasi al bordo superiore. Poi riempite anche gli ultimi con il composto al cocco, mescolando bene prima di versare per essere sicuri di distribuire uniformemente la noce di cocco.
Infornare per circa 15 - 18 minuti (nel mio forno ventilato 18m) fino a che diventino leggermente dorati. La consistenza, una volta raffreddati è eccellente: morbida e leggera come una nuvoletta! Così tanto che volano via in un attimo!!
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Provate ad assaggiarne uno e vedrete!Ah, io li ho cosparsi di un misto di zucchero a velo e cacao amaro e su alcuni anche con un pochino di cocco colorato per renderli più allegri......
Buon appetito

Dani

I found this recipe on Pastry sudio, a nice blog, and I thought I would present it again on my blog. I made a little change using hazelnuts flour instead of coconut for some little cakes

Coconut (or hazelnuts) little harts au miel


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based on a recipe from Paris Boulangerie-Patisserie: Recipes from Thirteen Outstanding French Bakeries by Linda Dannenberg
Makes 48 mini cakes

1 1/4 C milk
2 T honey
1/4 t salt
3 C sweetened shredded coconut
1/3 C sugar (I used cane sugar)
1/2 C flour
2 t baking powder
1 t vanilla
2 eggs

Preheat oven to 350 degrees. Grease mini muffin pans.
Bring the milk, honey and salt to a simmer over medium low heat, stirring to dissolve the honey. Remove from heat and cool.
Whisk together the coconut, sugar, flour and baking powder.
Add the vanilla and the eggs to the cooled milk and whisk until well combined. Add the dry ingredients and mix thoroughly.
Scoop into mini muffin pans, filling to the top edge. Keep the batter stirred so you are sure to distribute the coconut evenly.
Place the mini muffin tins on a baking sheet and bake for about 15 - 18 minutes or until the tops spring back when lightly touched.
[For my baby who doesn’t like coconut, I follow the same direction, changing for the new cakes the coconut with the hazelnut flour. The result was great!!]
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Bon appétit
Dani
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