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23 aprile 2009

Strudel, strudel delle mie brame .....





Eh sì il tempo passa, è successo che mi sono sono sentita un po' "fiapa", pensando che fosse la dieta ho mangiato un po' di più e l'unica cosa che ci ho guadagnato sono stati tre chili e un aumento del giroculo che mi da quella forma a pera williams che gli uomini ti dicono di adorare mentre guardano rapiti Naomi Campbell in costume da bagno.

Così sono tornata dal mio dottore, che non mi rimprovera per aver addentato e digerito in due secondi una cioccolatina kinder sfuggita ai bambini , che non ride quando mi vede con le mutande di HelloKitty rosa sbiadite, perchè mi ero mi ero confusa tra un giovedì e un mercoledì e osa appena accennare al fatto di modificare le mie abitudini di vita. Infatti penso che oramai abbia capito che, più che il mio stile di vita , è quello di chi mi circonda ad influire sul mio metabolismo.
Ho scoperto di avere la pressione di una formica, 'sto senso di spossatezza non era quindi attribuibile solo all'esistenza di un ex marito rompiballe, due figli, di cui uno posseduto da Vegeta e l'altro incrociato con un Pokemon in trasformazione, un lavoro da toilet paper manager, lo stress da nomination per iscrivere il Pokemon all'asilo tanto che stavo valutando piuttosto di partecipare tutti e quattro al casting del Grande Fratello giapponese perchè mi sembra più facile essere ammessi . E invece no ! il fatto che io confonda il Bonus famiglie con l'Angelus del Papa solo perchè finiscono us, che mi giri la testa quando zigzago tra gli autobus evitando di finire schiacciata tra a un parabrezza e un paraurti, che usi il passeggino di Jack come un anziano usa il deambulatore, ha una ragione fisica, la benedetta pressione bassa . Così con la pastiglietta mi sono tirata sù, ora sorrido come come la Barbie, sono tornata acida, le cose sono tornate a scivolarmi addosso, insomma il mondo mi sorride soprattutto perchè me ne sento parte.
Quanto al sedere, quello rimane lì strizzato nei jeans, come quello di Naomi rimane marmoreo sulle passerelle di Parigi . Ora cinguetto tra gli autobus, saltando leggiadra tra nuvole di fumi di scarico mentre il mio cuore palpita e l'unico cerchio che ho alla testa è l'aureola.
Poi ripiombo a terra ricordandomi che ieri ho compiuto 39 anni e sono come lo yogurt: da consumarsi preferibilmente entro e non oltre.... e ho pure festeggiato con le paste e la torta, e adesso chi glielo dice al dottore .....Vabbè mi faccio corraggio perchè anche la vita è un male di passaggio ...
Viste le giornate di pioggia , le mele rinsecchite, le uvette e quel che a casa c'è metto la ricetta dello strudel fatto con tanto di pasta strudel che è giusto quello che serve per rilassarsi u po' in cucina!
Ingredienti
per la pasta strudel
200 gr di farina 00
1 uovo
2 cucchiai di burro sciolto
1 cucchiaio di aceto bianco
un presa di sale
50gr di acqua tiepida
1 cucchiaio di zucchero
1 tuorlo
burro
per il ripieno
4 mele sbucciate tagliate a dadini
succo di limone
5 cucchiai di zucchero
una manciata di pinoli tostati
una manciata di uvetta amollata
1/2 cucchiaino di cannella
Procedimento
Mescolare gli ingredienti per la pasta tranne l'acqua, amalgamare aggiungendo l'acqua un po' alla volta. Impastare per almeno dieci minuti la pasta fino a renderla lucida, spenellarla con del burro o dell'olio e porla per 30 minuti sotto un tegame riscaldato in precedenza.
Scaldare il forno a 180 ° e foderare una teglia con carta da forno.
Preprare il ripieno con le mele spruzzate di succo di limone, zucchero cannella, pinoli e l uvette ammollate.
Stendere un canovaccio pulito e infarinarlo abbondantemente, cominciare a stendere la pasta col mattarello, non si attacherà al canovaccio. La pasta deve essere quasi trasparente molto elastica. Pe tirarla il più finemente possibile passare il dorso della mano sotto la pasta fino a quando raggiungerà le dimesioni del canovaccio sul quale dovrà rimanere stesa. Tagliare i bordi con la punta di un coltello affilato dando la forma di un rettangolo, cospargere di ripieno lasciando due centimetri di bordo. Sollevando gli angoli del lato lungo del canovaccio arrotolare su sè stesso lo strudel . Il peso del ripieno e la consistenza della pasta faranno sì che lo strudel si arrotoli nella maniera corretta.
Sempre conl'aiuto del canovaccio far scivolare il dolce sulla teglia da forno. Spenellare con il tuorlo mettere nel forno caldo, durante la cottura spennellare due volte con del burro sciolto.
Cuocere per circa 35 minuti.
Se possibile prepararlo in anticipo di un giorno o mezza giornata.

18 gennaio 2009

Baicoli per l'anima





Ho appreso la terribile notizia, la Colussi interrromperà la produzione dei Baicoli. Ora per chi non è veneziano la cosa può non voler dire niente, ma per chi ha azzannato il baicolo nelle seguenti occasioni:
- con il te dopo essere stati operati di appendicite;

- dopo una vomitata colossale tra due ai 90 anni;

- da nonne o zie spacciatrici autorizzate

- nel vin santo da grandi
- nel caffelatte a dieta
- con la marmellata
- con la nutella
- con la crema del tirami sù

Questo è un dramma. Sarà per uno di questi motivi che l'Amato Bene ha svaligiato il Panorama, sottraendo le ultime scatole due pensionate?
Sarà il che il Baicolo piatto davanti e piatto dietro come la sottoscritta ha qualche altro significato per lui? Gli ricorda la mia gravidanza quando giravo con un sacchetto col kit da vomito gravidico composto da un sacchetto con dentro un a bottiglia di acqua minerale le salviette umidificate e i baicoli ?
Ma adesso la Colussi mi fa questo tiro ? non ci sono gocciole extra dark , molinetti o altro. Sostanzialmente la scatola dei baicoli sta al biscotto come il riflesso blu ai capelli delle nonne.
Cosa appoggio sul comodino dei puffi insieme al te quando hanno l'influenza
Perchè Tremonti non mi rassicura? dicendo cheè qualcosa di passeggero, perchè la finanziaria non prevede un fondo per il baicolo? Intanto lla Colussi smentiscono, pure alla Lheman hanno detto che tutto andava bene eppure .......
E i miei sogni di ragazza cicciotta dove vanno a finire ?
Pensare che è l'unico biscotto che i libri scosigliavano di fare perchè quello confezionato, seppur industriale aveva una importante componente artigianale, ed era sempre più buono.

Cosa faccio adesso mi incateno ad una gondola ? mi lego le scatole vuote sotto la giacca come un kamikaze e mi presento alla Colussi ?

Be mentre elaboro il lutto, ecco la ricetta originale .... Colussi molla i cracker Misura senza colesterolo che sono orrendi e riprendi il "biscoto lisiero"
Ingredienti
400 gr di farina
70 gr di zucchero
15 grdilievito di birra fresco
1 albume di uovo grande
un bicchiere di latte freddo
mezzo cucchiaino di sale
Procedimento
Sciogliere il lievito in mezzo bicchiere di latte tiepido. Unirlo con 100 grami di farina, formare una palla soda e inciderla a croce. Lasciare a livitare fino al raddoppio almeno mezzora.
Montare a neve l'albume e ammorbidire il burro e intiepidireil restante latte.
Mescolare la farina restante con lo zucchero e il sale, unirvi il panetto lievitato e il burro con il latte e l'albume aggiungendi poco latte se necessario.
Dare all'impasto il consistenza dell'impasto del pane. Formare un filoncino di circa 6 cm di diametro e schiacciarne la superficieper dare la classica forma ovale. Tagliarlo in 4 parti e porle su una piastra foderata di carta da forno. Coprire con un tovagliolo e far lievitare due ore in ambiente tiepido.
Scaldare il forno a 180 C°, infornare per 12 minuti fino a quando i panetti risultano solo leggeremente dorati.
A questo punto aspettare da un minimo di 24 ore a d un massimo di 24. Tagliare i panetti di sbieco, come si taglierebbe il salame, in fette se possibile, di 2 mm.
Scaldare il forno a 180 C° e disporvi le fette, lasciarli biscottare per circa 10 minuti. Lasciarli raffreddare e conservarli in una scatola di latta ben chiusa.


1 gennaio 2009

Fruitcake .... che ti prende per la gola ... e poi ti appende!







Giuro che la torta è buonissima, il peso specifico al centimetro cubo sfiora quello del piombo grazie alla pioggia di canditi che però conquistano anche quelli che i canditi dal panettone li tolgono.

Si può mangiare dall'inizio alla fine delle feste che resta sempre buona e quindi niente alibi ... Questa torta dovrebbe essere usata come test per tutte quelle modelle anoressiche che dicono che mangiano di tutto, dimostramelo, mangiati di fronte a me e adesso una fettazza di fruitcake e va finire che stai senza mangiare sei mesi oppure stai immobile come un pitone che digerisce.

Ma veniamo a noi, le feste l'ho sempre detto, mi mettono a dura prova. Io sono un essere stanziale, che non vede l'ora di godersi la casa e quest'anno ancora di più viste le vicessitudini casalinghe e il nervoso da caldaista. La storia tra me e il caldaista sembra essere ad una svolta, siamo al sms. Ho cominciato io quando, caricando la lavatrice ho sfiorato la supposta dei sali e mi sono trovata ad urlare:" Amatooooo beeneeeeeee la kaldaia, quella vak, di quello struz, di quello che se lo bekko ... datemi un catino...", il tutto con l'acqua che mi correva nelle maniche fino alle ascelle. Poichè il portatore di coda di paglia del caldaista che non stringe i bulloni perchè agisce senza pinza, era stato inghiottito da un buconero ho cominciato a mandargli sms allarmanti del tipo: saluti dalla barriera corallina; i bambini si devono fare il bidet freddo; ho i giochi d'acqua di Maria Antonietta in cucina, e non riesco a scaldare Versailles. Le risposte sono state: ha fatto il bonifico del saldo? Quando ha fatto il bonifico del saldo? Perchè non ha fatto ancora il bonifico del saldo? Aho! ma tu caldaista che vivi nascosto in una grotta insieme a Osama Bin Laden, che hai un telefono che non si può intercettare, che la tua presenza è reale solo perchè testimoniata dalla presenza di una pinza (che non usi) appoggiata sul tavolo della cucina, non sai far altro che chiedermi i soldi per una cosa che non fai ? L'ultimo messaggio che gli ho mandato grazie al T9 del telefonino era: taffanajm (provate a cosa corrisponde) e la risposta è stata: altrettanto! la valuta è compensata?

Insomma pare che non se ne esca, magari chiamo Fabrizio Corona che contatti Lele Mora che parli con la Ventura per sapere se il caldaista sprecato si stia preparando per X factor perchè se non è così glielo faccio io venire l'x factor se si sente sprecato a piazzare tubi. Giuro che per colpa della caldaia ho perfino chiamato il ginecologo perchè non sapevo se si trattava di sbalzi da menopausa o da termostato impazzito. Il ginecologo mi ha tranquilizzato, anche a lui è successo, non mi riferisco alle "scalmanelle" ma al termostato impazzito. Così mentre il mio equilibrio ormonale è stato messo in dubbio, ho capito che io con certi uomini non ci so proprio fare, mi pigliano in giro e io non mi accorgo.. Ho cercato di delegare la questione all'Amato Bene, ma pare che il caldaista provi una sadica soddisfazione a parlare con me ... Così ho acceso il forno e via ad una torta buona buona .... molto molto nordica e se prendessi il caldaista per la gola? ecco magari una volta che l'ho preso per la gola lo appendo pure al muro vicino alla caldaia!
Ma ecco la ricetta che non deve spaventare per la quantità e la pesantezza degli ingredienti, nel senso che vi accompagnerà per lungo lunghissimo tempo ... anche dopo le feste diventando sempre più profumata

Ingredienti
250 gr di uvetta
350 gr di uva cilena secca chiara
150 gr di ciliege candite snocciolate intere
150 gr di canditi misti
125 gr di mandorle spellatte a pezzetti
2/3 di tazza di brandy o succo di arancia
2 tazze di farina 00
1/2 tazza di farina con l'aggiunta di lievito
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaio di cannella
1 cucchiaino di spezie miste per panpepato
250 gr di burro
1/2 tazza di zucchero di canna scuro
2 cucchiai di marmellata
4 uova

Procedimento
Scaldare il forno a 180 C°. Foderare di carta da forno una teglia apribile da 24 cm di diametro. La sera prima, se possibile, mescolare tutti i canditi uvette e mandorle e inaffiarle con il brandy o il succo lasciandolo assorbire almeno un 'ora se non tutta la notte.
In una terrina mescolare le farine e le spezie. Lavorare il burro ammorbidio e lo zucchero con la marmellata , rendendo tutto soffice. Aggiungere un uovo alla volta solo quando il precedente è ben incorporato. Aggiungervi, alternando la frutta e le farine con le spezie fino a formare un impasto soffice e con la frutta ben distribuita.
Infornare per 30 minuti a 180 C°, poi abbassare a 160 C° e procedere alla cottura per un'ora e mezza circa, coprire con un foglio di carta da forno per evitare che si bruci, l'impasto comunque è molto scuro e corposo .Consumare a temperatura ambiente

7 dicembre 2008

Biscotti di Natale al miele di lavanda e spezie








Ero partita con un altro post, ma qui il tempo stringe, perché non partecipare alla raccolta di fragoleecioccolata, con questi biscotti da albero che fanno tanto Natale. Questi in particolare, vanno posizionati piuttosto in alto, almeno per il tempo di farci una foto, visto che le creature se ne sono già mangiate metà. Ricordano un po' i pepperkakor svedesi , ma sono di origine francese a quanto mi è stato detto. Le formine poi vengono un po' dalla Svezia, un po' dagli Stati Uniti, e qualcuna da dal supermercato sotto casa, ma tutti sono raccolti in un anello metallico e con il quale giocano i miei figli costantemente e nei confronti del quale io nutro un'insana gelosia. Ricetta veloce e velocissima da fare con il robot... ma per un tocco ancora più profumato .....usare il miele di lavanda.




Ingredienti






125 gr di burro freddo a tocchetti


1/2 tazza di zucchero a velo


1 tuorlo d'uovo


1/4 di tazza di miele alla lavanda


2 tazze di farina


1 cucchiaino da te di bicarbonao


1/2 cucchiaino di cannella


1/2 cucchiaino di chiodi di garofano macinati


una punta di cucchiaio di noce moscata




Procedimento




Nella campana del robot, mettere il burro e lo zucchero a velo e azionare fino a ridurre il tutto in briciole, agiungere il tuorlo e il miele e le spezie , azionare il robot e aggiunggere a cucchiai la farina, azionare il robot fino a quando non si forma una palla d'impasto, aggiungere eventualmente un cucchiaio d'acqua fredda . Impastare brevemente con le mani affinchè si formi un impasto omogeneo. Mettere in freezer per 15 minuti.


Sacldare il forno a 180 C°. Foderare le placche da forno di carta da forno . Stendere la frolla a 3 millimetri e ritagliare con gli stampini da biscotti. per fare il bucchetto dove pasare lo spago, usare una cannucia da succo di frutta, poi cuocere per 7 - 8 minuti fini a quando i bordi sono dorati.


Da freddi passare un filetto colorato





Questa ricetta partecipa alla raccolta di Jelly

4 dicembre 2008

Lussekatter .... e presepio allargato


Visto che ricorre un anno dal giorno in cui ho aperto il blog, ripropongo una ricettina dell'anno scorso che avevo pubblicato anche su Kucinare, è una di quelle che si possono fare in questi tre giorni di festa.
La ricetta è proprio svedese svedese, e sono gli occhi di Santa Lucia, le due caccole sono uva passa e dovrebbero rappresentare le pupille della santa.
Le dosi qui sotto permettono di sfamare un quartiere, però si possono congelare e usare come merende per i bambini fino a Pasqua.
La mia telenovela con l'idraulico procede ... l'uomo dal tubo corrugato, detiene ancora le mie chiavi di casa, pensavo i invitarlo a mangiare a Natale e di fargli trovare sotto l'albero le canalette impacchettate e minacciare di infilzarlo con la punta dell'albero, se non completa il lavoro .
L'8 a casa nostra è il giorno dell'albero, ogni anno l'Amato Bene prende una sequoia e me la piazza in soggiorno fino al giorno della Befana, la decorazione non è affare da poco e ogni anno mi rinfaccia che ho rotto 12 palle azzure bellissime tutte in un colpo, io le metto e lui le leva e le rimette da un'altra parte, comincia così anche il mio calvario per cui per un mese aspiro aghi di pino che si infilano dappertutto
Il presepio è un altro discorso, si tratta di più che altro di recuperare pastori e pecore in giro per casa, di lasciare che il camion dei pompieri stia vicino alla stella cometa che non si sa mai , e quanto al riscaldamento modello bue & asinello ci sto pensando. Quello che non ero preparata l' anno scorso era discutere la figura di San Giuseppe con Yups!. " Mamma , anche se San Giuseppe non era il papà di Gesù ... gli voleva bene lo stesso vero? Ma se era figlio della Madonna, perchè fanno tutte le feste a lei e a lui niente che in dei conti se li è presi tutti e due ? " Mamma posso mettere il Re Magio moretto nella capanna così Gesù ha due papà come me, uno bianco e uno scuro? Così il nostro presepio prende forma e tutto sommato è proprio simbolo dell'amore e della cura l'uno dell'altro.
Quanto alla questione di come mai Gesù è nato in na capanna... beh era sotto Natale e tutti gli alberghi erano pieni......ci sono svedesi che si sbellicano dalle risate?


Lussekatter


Tempo di preparazione e cottura: 1 h 1 e 10 minuti ora di lievitazione


Ingredienti
Le quantità possono essere divise a metà, se non dovete regalarne in giro

50 gr di lievito di birra fresco o due bustine di secco da 7 gr
100 gr di burro
160 gr di zucchero
500 ml di latte
250 grammi di formaggio cremoso tipo Philadelphia o topfen
1kg di farina
un pizzico di sale una bustina di zafferano

Decorazione

Uvette uovo leggermente sbattuto


Procedimento

In una pentola fare sciogliere il burro con il latte fino a che il composto non diventa tiepido (37° circa ). Trasferire in una terrina grande e stemperarci dentro il lievito fino a che non si scioglie e una parte dello zucchero . Aggiungere lo zafferano e poi gli ingredienti alternandoli e mescolando molto bene. Il risultato deve essere una pasta un po'appiccicosa.


Lasciare lievitare per 40 minuti
Spolverere abbondantemente di farina il piano di lavoro e rigirarvi la pasta. Formare con un pugno di pasta dei rotolini lunghi circa 20 cm e comporli come da foto, decorare con le uvette e l'uovo sbattuto e lasciare lievitare per circa 30 minuti.



Scaldare il forno a 200°. Infornare per 20 minuti fino alla doratura

3 novembre 2008

Sacher



Jack, sta per compiere due anni, si tratta ancora di qualche giorno, ma i festeggiamenti sono già cominciati, si parte con i nonni e zii a Treviso, si finisce con la festina all'asilo passando per i nonni di Venezia e la zia di Vicenza. Quest'anno abbiamo optato per un regalo a cordata che consiste in un cavallo di peluche di provenienza tedesca. L'Amato Bene ed io stiamo pagando i tributi all'infanzia e quindi benvenuto "Max cafallo tetesco" che fa anche: "Hii, cloppete cloppete frrr"
Come si fa a non intenerirsi di fronte ad un cavaliere col gilet e le scarpe di Winnie The Pooh?
Soprattutto come si può resistere di fronte le guanciotte rigate di lacrime di un bambinopolpettina che ti sfratta dal tuo letto perchè vuole dormire insieme al cavallo? Come fai ? Ci si stringe in due su un letto con la spondina? Si bivacca sul divano nuovo ?
E se ci si accorge che poi è il nostro settimo anniversario? Il mio regalo, cioè il navigatore, glielo ho già dato 15 giorni fa e ora l'Amato Bene ha in macchina un visore con una voce da zoccola che gli dice dove andare e mentre io mi guardo il mio stupendo mazzo di fiori che l'amore mio mi ha portato questa mattina mi sento felice. Finalmente i due vandali sono a letto anche se ogni tanto si sente un nitrito in tedesco, e noi ci abbracciamo sul divano.. ci baciamo...chiudiamo gli occhi e ...partiamo in un sonno calciandoci sul divano per avere più posto tirandoci il plaid. Dopo una lotta che ho vinto con la mossa segreta dello sventolamento del gambaletto usato e K.O tecnico dell'avversario, ho pisolato per 40 minuti facendo finta di guardare Montalbano. Sta sera però mi rifaccio ....
Quanto alla ricetta, ecco qua la Sachertorte per il compleanno di Jack cone codette colorate che lui adora, non è proprio semplice, in quanto se si sbaglia qualcosa ne può uscire una pizza la cioccolato bassa bassa visto che non c'è lievito. Ci vuole parecchia marmellata di albicocche,io ne avevo messo uno strato finissimo.....è venuta fuori un o spettacolo ....



Torta


150 gr di cioccolato fondente


150 gr di burro


150 gr di zucchero


150 gr di farina 00


5 uova separate


Glassa


125 di acqua


70 gr di zucchero


100 gr di cioccolato fondente spezzettato


marmellata di albicocche

Procedimento

Ungere e infarinare uno stampo tondo a cerniera di 24 cm e scaldare il forno a 180 C°.
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria facendo attenzione che non entri in contatto con l’acqua e che il pentolino sia sollevato dall’acqua in ebollizione. Il cioccolato deve essere morbido con una consistenza cremosa (temperatura circa 30 C°).
Dividere lo zucchero a metà.
Mescolare il burro ammorbito con metà dello zucchero facendone una crema.
Montare gli albumi a neve con metà dello zucchero, facendo attenzione a non sbatterli troppo altrimenti la torta potrebbe non gonfiarsi, visto che non c’è lievito. Le chiare sono pronte quando alzando le fruste si formano dei picchi e l’impasto è lucido. Se il tutto è spumoso e si forma del liquido nel fondo della terrina, gli albumi sono troppo sbattuti e la lievitazione ne risentirà. Setacciare la farina.
Unire il cioccolato sciolto al burro e zucchero, mescolando a mano con una frusta incorporare un tuorlo alla volta alternando con la farina e metà degli albumi senza mescolare troppo.

Alla fine unire, il resto degli albumi con una spatola mescolando dal basso all’alto lo stretto necessario per rendere il composto omogeneo facendo attenzione di non smontare l’impasto. Versare nella tortiera e cuocere per 45 -50 minuti.

Fare raffreddare. Tagliare la torta in due dischi e spalmare di marmellata di albicocche sciolta con un po’ d’acqua sia l’interno che l’esterno.Preparare la glassa


GLASSA

Sciogliere lo zucchero nell’acqua e fare bollire per 5 minuti, lasciare intiepidire. Aggiungere il cioccolato spezzettato allo sciroppo e mescolare a fuoco bassissimo fino a fare sciogliere il cioccolato mescolando affinchè non si attacchi e non deve bollire . Lasciare intiepidire un minuto e versare sulla torta dal centro affinchè la glassa si sparga uniformemente . Lasciare raffreddare per un paio di ore.


30 luglio 2008

Passione veneta per una delizia calabrese: Pitta 'nchiusa



Dove litighiamo l'Amato Bene e io? in cucina o quando abbiamo ospiti. Non litighiamo proprio, ma ci becchettiamo un pochetto.

Pensandoci bene i difetti più insopportabili delle persone non sono quelli per così dire grandi, ma sono le piccole cose fastidiose che urtano che unite ad un difetto spiccato possono fare saltare amicizie, unioni e qualche volta dimenticare le parentele. Comunque, i piccoli difetti sono anche quelli che ti ricordano una persona per tutta la vita, le cose che ti rimangono impresse e che richiamano alla mente una serie di pensieri e fanno ricordare perchè ami una persona o perchè ti manca. L'Amato Bene è l'uomo che ho amato (anche adesso!) di più. E' l'altra metà del caco ( la metà della mela sarebbe stata molto più facile trovarla). Lo amo perchè è capace di fare delle cose che con gli altri non fa, con me parla, ride e scherza facendomi sentire appunto unica. Io invece, chiacchero, sono afflitta da attacchi di diarrea verbale, rido e parlo a voce alta, cose che ammetto possono urtare. Ma lui fa una cosa che provoca in me un effetto contrario alquanto fastidioso. Quando assaggia qualcosa o mangia di nascosto mi molla in giro il cucchiaino sporco, allora io piglio e comincio a seminare la cucina di piatti e piattini e poggiamestoli intrigosi che vengono puntualmente evitati e spostati per tagliare il pane sopra il cassetto delle posate semiaperto dentro cui inevitabilmente cadono tutte le briciole mentre quelle che rimangono in genere vengono buttate a terra con un gesto degno di Joaquin Cortez. Così mentre io giro con lo straccetto, lui non si capacita come io possa vivere con un "disordine di tipo orizzontale", cioè io tendo a disseminare i mobili di cose che devo tenere in evidenza e procedo inesorabilmente a strati. Così, mentre lui è ordinato ma ogni tanto perde le cose e io sono tanto disordinata ma ma le cose le trovo sempre.


La pitta 'nchiusa è un dolce di coppia impegnativo, prima perchè si sporca tanto, poi perchè gli ingredienti sono appiccicosi e noi difficilmente andiamo d'accordo sulle dosi.

Ma questo è un dolce tanto fantanstico quanto semplice come la terra da cui proviene. Il vino dolce, l'olio e la farina il miele e la frutta secca, fanno della pitta qualcosa di irresistibile, si comincia col mangiarne un po' poi difficilmente si smette. Prima di arrivare a farla ne abbiamo mangiata tantissima, abbiamo provato diverse marche e versioni, finalmente ce l'abbiamo fatta!

Non mi pare di averlo ancora detto ma si tratta di un dolce antichissimo che prende il nome dal contenitore di coccio in cui andava cotta. . Tra le tante ricette, la versione pubblicata su Gennarino mi è sembrata quella più vicina a quella mangiata in Calabria http://www.gennarino.org/inchiusa.htm.

Perchè pubblicarla adesso? Perchè sono di partenza per le vacanze, vado a Tropea dove potrò fare scorpacciate di pomodori, capperi, melanzane, e annusare le paste fenomenali, i gelati da svenimento e vedere gli altri mangiarsi la pitta mentre io sorseggio il mio bicchierone d'acqua con la fetta di limone



Ingredienti per la pasta:


3/4 di bicchiere di olio di oliva

un bicchiere di vino moscato bianco

2 uova

500 gr di farina+ altra farina se necessario

un grosso pizzico di lievito chmico

un pizzico di sale


Ingredienti per il ripieno

250 gr di gherigli di noci e mandorle tritate

50 gr di pinoli

100 gr di uva passa

250 gr di miele


1/2 pacchetto di fichi secchi spezzettati, q.b.

zucchero q.b.

1/2 cucchiaio di cannella


Procedimento


Foderate uno stampo apribile del diametro di 24 cm con la carta da forno.

Intiepidite l'olio e il vino moscato, versateli in una capace insalatiera, aggiungete le uova, il pizzico di sale e la farina e il lievito. Lavorare aggiungendo, se necessario, ancora un po' di farina, fino ad ottenere un impasto compatto e lucido .

Preparare il ripieno mescolando gli ingredienti.

Stendere la pasta in una sfoglia dello spessore di circa 2 millimetri e ricavarne un disco di 26 cm di diametro e stenderlo sul fondo dello stampo foderato affinchè si formi un bordo intorno di un paio di cm.
Suddividere l'impasto rimasto in 6 rettangoli di circa 8 cm di larghezza e 15 di lunghezza, spalmare abbondante ripieno su ogni metà, in senso dellla lunghezza, lasciando un po' di bordo e ripiegare la metà vuota soprail ripieno e velocemente avvolgere su sè stesso formando delle rose che andranno posate sul fondo. Una volta completate le rose, queste andranno leggermente aperte e spolverizzate di zucchero e cannella.
Infornate per un'ora o qualche minuto in più fino a chenon risulta dorata a 180C° preriscaldato, e se durante la cottura la pitta vi sembrasse piuttosto asciutta aggiungetevi del miele disciolto in un po' d'acqua, ma senza esagerare.




16 giugno 2008

Missione peri(golosa)!! Laboratorio di Matteo Maggion



Allora non si è cucinato niente? Beh! si qualcosa, anzi il cuoco pasticcione Yups! ha voluto fare lui e mi ha detto che devo anche pubblicare il risultato della sua cena, nel senso che se l'è fatta e mangiata mentre noi abbiamo dovuto arrangiarci.

Ma qui la questione è un'altra, è cominciata l'estate e noi come le rondini migriamo. Il che nello specifico vuol dire che ci trasferiamo dalla terraferma al Lido di Venezia, dove i miei genitori portano le belve a passare l'estate in spiaggia mentre noi continuiamo a lavorare a Venezia e li raggiungiamo di sera.

Tutto ciò detto in due righe potrebbe suscitare una reazione del tipo " che bello" e in effetti lo è, solo che tutto questo comporta: impacchettamento di tutto il necessario per i bimbi, che vuol dire dal passegino di Jack alla playstation di Yups con caricatori, analog ecc. Vestiti, caldo/freddo, lavoro, spiaggia, medicine, e poi tutto deve ritornare a fine agosto. Poi anche i nonni vanno "dopati" di Multicentrum, affinchè non crollino sul bagnasciuga o che resistano 3 ore sulla diga con temperature equatoriali, mentre Yups! cerca di prendere un granchio.

Così questo dispiegamento di forze per far passare le vacanze alle creature è un processo lento e costante che prevede anche lo scambio di vestiti fuori stagione tra zie, prozie, cugini, la ricerca spasmodica tra parenti di mazzi di chiavi aggiornati e danze per chè non piova ( almeno un fine settimana).

Tutto ciò per ricontrarci d'estate, o più cresciuti o più vecchi e per vedere i nuovi arrivi.

Ma cosa c'è al Lido ? E' l'isola dove si svolge la Mostra del Cinema di Venezia, quella che di estate si popola prima di veneziani e poi di attori e giornalisti.

Ma tra le stradine proprio lì, vicino al Casinò c'è una dolcissima sorpresa, il Laboratorio di Pasticceria di Matteo Maggion, Via Dardanelli 46/C.

Ci siamo andati proprio ieri. Io non lo sapevo, ma questo anno festeggiano i 50 anni di attività passata di padre in figlio. Il simpaticissimo proprietario sforna delle paste e delle torte deliziose e il profumo si sparge tutto intorno, quindi se ci siete vicino ci potete arrivare anche a naso. Arrivate nel laboratorio Maggion e subito vi sentite avvolti da una sorta di notalgia per l'infanzia, le paste sono esposte ad altezza bambino, così chiunque, anche se piccolo può schiacciare il naso contro il vetro e urlare: quellaaa!!!!. Tutto intorno si possono vedere le torte appena sfornate, le foto del proprietario da piccolo in mezzo ai panettoni, un angolo pieno di foto e di ricordi , dove Matteo disponibilissimo mi ha fatto curiosare.

Non ho potuto altro che dargli ragione quando ha detto:"Io non cambio, questo rimmarrà come è", infatti le paste sono belle grandi e genuine, se chiedi puoi prendere anche mezza torta di un tipo e mezza di un altro. La loro specialità è la torta di mascarpone e ricotta, e le crostate sono decorate con pesci e fiori pastafrolla.

Quanto alle pastefrolle, Yups! e JackJack hanno fatto i salti di gioia, ci sono i "caballeros" , le mucche, gli orsetti a due strati con la marmellata (enormi), quelle piccole a cestino ripiene di marmellata e i Rochei. Rocheo è una parola veneziana usata generalmente per i bambini " el xe un rocheo " ovvero un bambino un po' discolo che riesce sempre ad accattivarsi le simpatie di chi gli sta intorno, ha sempre una una connotazione affettuosa quando è detta dai nonni per i nipoti o per gli amici.

Così il Laboratorio di Matteo Maggion, conserva quella dimensione familiare per cui si susseguono clienti, che comprano le torte perchè è una vita che ci vanno o gli è stato consigliato, nonne e genitori che prendono i pasticcini per i bambini sicuri della qualità, golosi sulla via della redenzione come me che annusano e mangiano con gli occhi, ma se capitate di lì il lunedì e martedì invece trovate chiuso, anche il pasticcere riposa....... sto rocheo !!
Bei.. bruti e rochei!
Posso aiutare le porto io?
Forno da pasticcere, forse forse mi sta in cucina.....



No alle paste da guardare con il microscopio! queste sono paste


Caballero con il latte ! Uno? e un per merenda e uno dopo il bagno... e uno ....

22 marzo 2008

Hot cross buns...compiti di scuola


Yups! fa la seconda elementare, bravo, studioso, solo che quando fa i compiti sembra una pentola di fagioli: si lamenta che sono troppi, passiamo dieci minuti a discutere se può scrivere pag invece di pagina così fa prima, cambia la penna sei volte, e ogni cosa gli chiedo di fare mi risponde: "ma la maestra vuole...". A tutto ciò si aggiunge JackJack che avrebbe tanta voglia di fare i compiti ma ha solo un anno e mezzo e il temperamento dell'artista. Sarà per questo che dopo le vacanze mi vengono le vene varicose alla gola.
Visto che a scuola la maestra aveva parlato degli Hot cross buns, ho deciso di prepararli per il Venerdì Santo e far risvegliare i principi con una colazione tradizionale anche se inglese. Devo dire che impastando sera con i lievito di birra fresco e lasciando la notte in frigo il risultato è migliore di quello ottenuto con con delle lievitazioni più brevi e al caldo, quindi ecco la ricetta che doveva essere per ieri, tanto , cito Yups!,:"la maestra ha detto che mica siamo inglesi...."


Ingredienti pe le buns


50 gr di farina integrale

200gr di farina di manitoba

250 gr di farina 00

4 gr di sale fino

50 gr di burro morbido

1 uovo leggermente sbattuto

15 gr di lievito di birra fesco

1/4 di litro di latte intiepidito

50 gr di zucchero

80 gr di uvette secche

1 cucchiaio di Cointreau

3 semi di cardamomo tritati

1/2 cucchiaino di noce moscata

1/2 cucchiaino scarso di cannella

la buccia di mezza arancia grattuggiata.


Per la pasta per la croce (cross)


60 gr di farina oo

30 gr di burro

2 cucchiai di zucchero


Per spennellare (assolutamente necessario!)

4 cucchiai di latte

3 cucchiai di zucchero

Procedimento
In una ciotola capiente mescolare: le farine, le spezie, la scorza di arancia, lo zucchero, il sale. Aggiungere il burro ammorbidito affinchè si ottenga un composto sabbioso al quale si aggingeranno le uvette e il liquore.
In una piccola caraffa intiepidire il latte e sciogliervi il lievito e aggiungervi l'uovo sbattuto
Unire, ad aggiunte successive, i liquidi agli ingredienti secchi. Impastare per almeno 10 minuti
Formare una palla e ungerla, lasciarla lievitare al caldo per circa 90 minuti i n una grande ciotola coperta da pellicola.
Sgonfiare l'impasto e finire la lievitazione per 8 -10 ore in frigorifero. (In questo caso è necessario che l'impasto stia molte ore al freddo)
Ad impasto freddo, formare delle palline da circa 80 gr l'una, dovrebbero essere 12 in tutto, disporle su una placca da forno rivestita di carta da forno e lasciarle a temperatura ambiente
Prepararare la glassa per la croce unendo il burro,la farina e lo zucchero. L'impasto deve essere abbastanza freddo per essere lavorato, farne delle striscioline spesse almeno 3 mm (per evitare che si rompano in cottura) da posare a croce sulle focaccine. Appliccarle spennelando leggermente d'acqua le focaccine
Scaldare il forno a 200° C. Fino che il forno si scalda lasciare la placca coperta con un canovaccio umido in un posto tiepido
Infornare per 20 minuti affinché si dorino. Nel frattempo, far bollire per un minuto latte e zucchero, il risultato sarà uno sciroppo quasi trasparente da spennellare sulle focaccine immediatamente sfornate.
Vanno gustate tiepide e eventualmente tostateil giorno successivo. Conservate in un sacchetto per almenti ben chiuso.

8 marzo 2008

La dama di corte .... Anna Bolena aveva perso la testa per questa torta ?




Questa torta pare fosse la preferita di Anna Bolena e le sue dame di corte. Più che di una torta si trattava piccole tarlette. Io che sono regina, ma della casa, ho deciso di farne una torta sola. In comune non con Anna Bolena non ho molto, diciamo che non ho perso la testa per il divorzio e mi cucino la torta da sola. Mi immagino la poveretta, prima dama di corte di Caterina d' Aragona, moglie di Enrico un po' sciupatella, poi da dama è diventata moglie dello stesso Enrico e mamma di Elisabetta I, non deve avere poi avuto una gran vita. Visto che la poveretta poi ha perso pure la testa per essere rimpiazzata, mi immagino che almeno davanti a questo dolce si potesse rilassare almeno un po'. Di questi tempi le sarebbe andata decisamente meglio, sarebbe finita sui giornali, avrebbe potuto consolarsi su uno yacht, scrivere un libro ....
Il risultato è delizioso, la pasta frolla fine è molto friabile, il ripieno rimane leggero umido, e gli ingredienti si sentono tutti senza che uno prevarichi l'altro, forse merito un ingrediente un po' insolito che però io ho già usato la patata lessa.

Peruna tortiera apribile di 20 cm

Ingredienti per la pasta frolla fine
per preparare 450gr di pasta

225 gr farina 00
un pizzico di sale
175 gr di burro morbido
1 tuorlo
2 cucchiaini di zucchero
2 cucchiai di acqua fredda

Procedimento



  1. Mescolare la farina e il sale. Aggiungere il burro fino a raggiungere un impasto sabbioso.

  2. Aggiungere il tuorlo, mescolare velocemente aggiungendo l'acqua fredda, quando è compatta raffredare in frigo per almeno 15 minuti

Ingredienti per il ripieno


una dose di pasta frolla fine da 45ogr


farina per spolverizzare


250 gr di ricotta


75 gr di di burro ammorbidito


2 uova medie


65 ml di brandy


100 gr di zucchero


75 gr di purea di patate


25 gr di farina di mandorle


1/2 cucchiaino di noce moscata


la scorza grattuggiata di un limone


il succo di un limone


Procedimento



  1. Preparare una dose da 450gr di pasta frolla fine e lasciarla in frigo. Prerisacaldare il forno a 180°C

  2. In una terrina sbattere ricotta, burro, brandy e zucchero. In un'altra terrina mescolare la purea di patata con la farina di mandorle, la noce moscata, la scorza e il succo di limone.

  3. Unire gradualmente i due impasti, il risultato sarà piuttosto liquido.

  4. Foderare uno stampo apribile di 20 cm imburrato e spolverato con la farina con la pasta frolla fine fino al bordo. Spolverare il fondo con un po' di farina di mandorle. Versare l'impasto nella tortiera e infornare per 50 -55 minuti, di cui gli ultimi dieci minuti coperta con foglio di stagnola.

  5. Torgliersi la corona, appoggiare lo scettro, togliersi le scarpe mangiare una fetta di torta con il caffè, in compagnia di principe e pricipini



1 febbraio 2008

Makowiec ... qualcosa di polacco







Per prima cosa, visto che ogni promessa è un debito, dico subito che avevo detto a Salsadisapa che avrei pubblicato una ricetta per usare i semi di papavero, poi visto che lei ha sempre "Qualcosa di rosso", spero che non si offenda per la foto che non è di certo bella come le sue.

Visto che la mia vita di divide nei periodi: prima, durante, dopo la dieta, diciamo che questo rotolo fa parte del prima cioè del periodo delle scorribande alimentari. Un posto dove mi sono sentita particolarmente a mio agio è la Polonia, più precisamente Cracovia dove ho studiato all'Università Jaggelonski. Mi sono sentita subito a casa, l'università è bellissima, gli studenti formano cori, associazioni, animano la città molto vivace culturalmente. Difficilmente trovi qualcuno che ti sbatte la porta in faccia nei negozi quando stai entrando, ci sono salette da te graziosissime o posti nascosti che rivelano sorprese. Perfino il Mac Donald vale la pena di visitare perchè si trova in una cantina bellissima.

Dal punto di vista mangereccio, la Polonia è la vera patria dello gnocco, si spazia dal pierogo ruskie (raviolo ripieno di patate, formaggio, cipolla e pepe) e si va fino allo gnocco dolce con la prugna intera dentro. Il fastfood polacco tradizionale è la kukierna (se qualcuno sa come si scrive?) una cucina con dei pentoloni bollenti sempre in funzione con delle signore ben piazzate che mescolano, scolano taglizzano e condiscono. Se da un lato c'è una lunga fila dove le persone aspettano con il loro contenitore di alluminio per portare via il pranzo, dall'altro lato c'è in genere una stanza con lunghi tavoli e tante sedie; ci si prende il piatto scelto e poi ci si siede dove capita, anche se si è in gruppo ci si sparpaglia. Se a sedervi davanti è uno sconosciuto non importa, nemmeno se non parlate una parola di polacco perchè la conversazione procederà lo stesso.
I dolci polacchi più buoni sono spesso pani dolci lievitati. Questo è un esempio, delizioso se accompagnato dal caffè caldo, il Makowiec è di sicuro effetto e chiuso in un sacchetto può durare fino a 4 giorni.

Tutto questo preambolo per dare la ricetta di questo dolce polacco che a me piace tantissimo
Aggiungo in rosso i suggerimenti di Iwona (polacca doc ) che è stata così gentile di darci dei consigli preziosissimi

Ingredienti per la pasta


100 gr di farina di manitoba

150 gr di farina OO

10 gr di lievito di birra fresco

90 ml latte tiepido

1/4 cucchiaino di sale

50 gr di burro

2 cucchiai di zucchero


1 uovo medio

Ingredienti per il ripieno

125 gr di semi papavero

4 cucchiai di miele

50 gr di uvetta


2 cucchiai di rum o Amaretto di Saronno (meglio aroma alle mandorle)





Procedimento


  1. Mescolare il sale con la farina e un cucchiaio di zucchero e il burro appena sciolto. Sciogliere il lievito nel latte tiepido. Unire gradualmente il latte con il lievito e l'uovo agli ingredienti secchi. Lavorare l'impasto per qualche minuto. Lasciare lievitare al caldo 30 minuti
  2. Preparare il ripieno. Ammollare l'uvetta nel rum. Mettere i semi di papavero in una ciotola e coprirli completamente per 5 minuti con l'acqua bollente. Mettere in una pentola i semi scolati con il miele e le uvette e, a fuoco basso portare a bollore per un paio di minuti. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare. Tritare due volte i semi di papavero nel tritacarne per esaltarne l'aroma.
  3. Stendere la pasta in un rettangolo 30cm per 20cm spesso 1 cm scarso
  4. Spalmare il ripieno dulla superficie del rettangolo lasciando il bordo intorno di circa un centimetro intorno. Arrottolare dal lato lungo, chiudere bene gl estremi e mettere su una teglia da forno con la giuntura verso il basso. lasciare lievitare per un'altra ora e mezza. Accendere il forno a 185°C.
  5. Spennellare con latte mischiato a zucchero. Infornare per circa 25 minuti sul piano medio del forno. Tagliare da freddo.

5 gennaio 2008

Pinza veneziana

(english version to be completed soon..)







Questo dolce è tipico della tradizione veneta. Si prepara in occasione della notte dell'Epifania quando si brucia "la vecia". Originariamente si usava il brodo di cottura del cotechino , mentre adesso si preferisce il burro. Capita anche di vedere nei panifici un'altra versione della pinza preparata invece con il pane raffermo, quella che a Venezia viene chiamata " torta nicolota". La pinza rimane comunque il dolce conclusivo delle feste di Natale da mangiare guardando i tradizionali falò chiamati a pan e vin, durante i quali i contadini esperti sanno prevedere come andrà il raccolto solamente guardando dove si dirige il fumo. Profumo di legna che brucia, il calore che si sente sulla faccia e, tutta la gente che guarda intorno , fanno sembrare i pan e vin come grandi riunioni di famiglia intorno ad un enorme caminetto.... e un pezzo di pinza non si nega a nessuno.

Typical cake of the venitian mainland to be baked for the 6th January festivity. It used to be made with the broth where were boiled the sausages, not any longer since now days it is used the butter.

Tempo di preparazione 2 ore

Ingredienti

300 gr di fioretto di mais / 300 gr of corn flour
200 gr di farina di frumento /300 gr of flour
200 gr di zucchero /300 gr of sugar
1/2 bustina di levito /1/2 package of chemichal yeast
1 pizzico di sale / 1 pinch of salt
200 gr di burro / 200 gr of butter
0,5 l di latte / 0,5 litre of milk
2 dl di acqua / 2 dl of water
1 bicchierino di grappa /1 small glass of liquor grappa or white rum
1 mela / 1 apple
100 gr di uvetta /100 gr of raisins
90 gr di canditi /90 gr of candied fruit
35 gr di pinoli / 35 gr of pine kernel
1 cucchiaio raso di semi di anice / 1 spoon of fennel seeds

  1. Tagliare la mela a fettine e unire lo zucchero alla farina, mettere le uvette a rinvenire nell'acqua tiepida
  2. Portare ad ebollizione il latte, l'acqua con il burro e il pizzico di sale, versare la farina di mais e cuocere mescolando in continuazione per circa dieci minuti a fuoco medio. L'impasto si staccherà dalle pareti e dovrà essere sodo ma lavorabile.
  3. Aggiungere gli altri ingredienti e mescolare cuocendo per altri 20 minuti circa . L'impasto richiederà una certa forza per essere lavorato
  4. Una volta cotto sul fuoco , l'impasto deve essere spianato in una teglia piana con un'altezza d i 4 cm e infornato per un'ora a 180 °C Deve formarsi i una crosticina bruna e una volta inserito uno stuzzicadente deve uscire asciutto

2 gennaio 2008

Torrone di Natale Christmas' nougat

Finalmente una ricetta per il mandorlato. Molto conosciuto e quello di Cologna che come dice il nome è fatto con le mandorle. In questo caso avevo delle nocciole a casa così l'ho fatto con quelle. E' necessario munirsi di un termometro da zucchero al fine di evitare spiacevoli incidenti e ho trovato particolarmente utili stampi di silicone

Finally I work out a nice recipe for nougat. Very well known in Italy is Mandorlato di Cologna, made with almonds, in this case I has hezelnut at home so I made it with them. Absolutely necessary a sugar termometer if you want avoid injury and I found very useful silicon moulds

Ingredienti

2 tazze di zucchero /2 cups of sugar
500 gr di miele liquido/500 gr of fluid honey
1/4 di cucchiaino da te di sale fino /1/4 of teaspoon of salt
1/4 di tazza di acqua /1/4 of cup of water
2 albumi d'uovo / 2 whites egg
200 gr di nocciole intere o mandorle intere/200 gr of hezelnut or almond

Procedimento

  1. Con le fruste elettriche battere gli albumi a neve fermissima Using a stand mixer whisk the whites until they hold stif peaks.

  2. In una pentola con i bordi alti asciogliere lo zucchero, il miele , il sale con l'acqua, a fuoco medio alto fino a raggiungere la temperatura di 122 °C / Combine the sugar, honey, salt and water in a high saucepan over medium-high heat. Cook the mixture until the mixture reaches the 122°C

3. Togliere dal fuoco lo sciroppo e versarne cirac un quarto negli albumi montati a neve sempre mescolando con le fruste mantenendo il composto ben montanto / Remove the from the heat and pour almost 1/4 of the mixture into the stiff whites, always with the mixer running


4. Rimettere lo sciroppo sul fuoco e continuare a cuocere a fuoco medio alto fino alla temperatura di 148° C. Continuare a battere con le fruste fino a quando il composto diviene denso e ben montato. Aggiungere le nocciole e le mandorle e mescolare bene fino a quando sono bene incorporate. Versare negli stampi bassi di silicone. Far raffredare a temperatura ambienteper un ora , poi mettere per un paio d'ore in freezer . /Return the saucepan on the heat and continue to cook over medium high heat until the mixture reaches the 148 C°. Pour it in the whithes mixture while beating until thick and stiff . Then fold in the nuts and stir until they are combined and pour it into silicon moulds. Keep at room temperature for one hour an then put into the refrigerator until set
















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