23 aprile 2009
Strudel, strudel delle mie brame .....
18 gennaio 2009
Baicoli per l'anima
Ho appreso la terribile notizia, la Colussi interrromperà la produzione dei Baicoli. Ora per chi non è veneziano la cosa può non voler dire niente, ma per chi ha azzannato il baicolo nelle seguenti occasioni:
1 gennaio 2009
Fruitcake .... che ti prende per la gola ... e poi ti appende!
Giuro che la torta è buonissima, il peso specifico al centimetro cubo sfiora quello del piombo grazie alla pioggia di canditi che però conquistano anche quelli che i canditi dal panettone li tolgono.
Ingredienti
7 dicembre 2008
Biscotti di Natale al miele di lavanda e spezie
Ero partita con un altro post, ma qui il tempo stringe, perché non partecipare alla raccolta di fragoleecioccolata, con questi biscotti da albero che fanno tanto Natale. Questi in particolare, vanno posizionati piuttosto in alto, almeno per il tempo di farci una foto, visto che le creature se ne sono già mangiate metà. Ricordano un po' i pepperkakor svedesi , ma sono di origine francese a quanto mi è stato detto. Le formine poi vengono un po' dalla Svezia, un po' dagli Stati Uniti, e qualcuna da dal supermercato sotto casa, ma tutti sono raccolti in un anello metallico e con il quale giocano i miei figli costantemente e nei confronti del quale io nutro un'insana gelosia. Ricetta veloce e velocissima da fare con il robot... ma per un tocco ancora più profumato .....usare il miele di lavanda.
4 dicembre 2008
Lussekatter .... e presepio allargato
Visto che ricorre un anno dal giorno in cui ho aperto il blog, ripropongo una ricettina dell'anno scorso che avevo pubblicato anche su Kucinare, è una di quelle che si possono fare in questi tre giorni di festa.
La ricetta è proprio svedese svedese, e sono gli occhi di Santa Lucia, le due caccole sono uva passa e dovrebbero rappresentare le pupille della santa.
Le dosi qui sotto permettono di sfamare un quartiere, però si possono congelare e usare come merende per i bambini fino a Pasqua.
La mia telenovela con l'idraulico procede ... l'uomo dal tubo corrugato, detiene ancora le mie chiavi di casa, pensavo i invitarlo a mangiare a Natale e di fargli trovare sotto l'albero le canalette impacchettate e minacciare di infilzarlo con la punta dell'albero, se non completa il lavoro .
L'8 a casa nostra è il giorno dell'albero, ogni anno l'Amato Bene prende una sequoia e me la piazza in soggiorno fino al giorno della Befana, la decorazione non è affare da poco e ogni anno mi rinfaccia che ho rotto 12 palle azzure bellissime tutte in un colpo, io le metto e lui le leva e le rimette da un'altra parte, comincia così anche il mio calvario per cui per un mese aspiro aghi di pino che si infilano dappertutto
Il presepio è un altro discorso, si tratta di più che altro di recuperare pastori e pecore in giro per casa, di lasciare che il camion dei pompieri stia vicino alla stella cometa che non si sa mai , e quanto al riscaldamento modello bue & asinello ci sto pensando. Quello che non ero preparata l' anno scorso era discutere la figura di San Giuseppe con Yups!. " Mamma , anche se San Giuseppe non era il papà di Gesù ... gli voleva bene lo stesso vero? Ma se era figlio della Madonna, perchè fanno tutte le feste a lei e a lui niente che in dei conti se li è presi tutti e due ? " Mamma posso mettere il Re Magio moretto nella capanna così Gesù ha due papà come me, uno bianco e uno scuro? Così il nostro presepio prende forma e tutto sommato è proprio simbolo dell'amore e della cura l'uno dell'altro.
Quanto alla questione di come mai Gesù è nato in na capanna... beh era sotto Natale e tutti gli alberghi erano pieni......ci sono svedesi che si sbellicano dalle risate?
Lussekatter
Tempo di preparazione e cottura: 1 h 1 e 10 minuti ora di lievitazione
Ingredienti
Le quantità possono essere divise a metà, se non dovete regalarne in giro
50 gr di lievito di birra fresco o due bustine di secco da 7 gr
100 gr di burro
160 gr di zucchero
500 ml di latte
250 grammi di formaggio cremoso tipo Philadelphia o topfen
1kg di farina
un pizzico di sale una bustina di zafferano
Decorazione
Uvette uovo leggermente sbattuto
Procedimento
In una pentola fare sciogliere il burro con il latte fino a che il composto non diventa tiepido (37° circa ). Trasferire in una terrina grande e stemperarci dentro il lievito fino a che non si scioglie e una parte dello zucchero . Aggiungere lo zafferano e poi gli ingredienti alternandoli e mescolando molto bene. Il risultato deve essere una pasta un po'appiccicosa.
Lasciare lievitare per 40 minuti
Spolverere abbondantemente di farina il piano di lavoro e rigirarvi la pasta. Formare con un pugno di pasta dei rotolini lunghi circa 20 cm e comporli come da foto, decorare con le uvette e l'uovo sbattuto e lasciare lievitare per circa 30 minuti.
Scaldare il forno a 200°. Infornare per 20 minuti fino alla doratura
3 novembre 2008
Sacher
Torta
30 luglio 2008
Passione veneta per una delizia calabrese: Pitta 'nchiusa
Dove litighiamo l'Amato Bene e io? in cucina o quando abbiamo ospiti. Non litighiamo proprio, ma ci becchettiamo un pochetto.
Pensandoci bene i difetti più insopportabili delle persone non sono quelli per così dire grandi, ma sono le piccole cose fastidiose che urtano che unite ad un difetto spiccato possono fare saltare amicizie, unioni e qualche volta dimenticare le parentele. Comunque, i piccoli difetti sono anche quelli che ti ricordano una persona per tutta la vita, le cose che ti rimangono impresse e che richiamano alla mente una serie di pensieri e fanno ricordare perchè ami una persona o perchè ti manca. L'Amato Bene è l'uomo che ho amato (anche adesso!) di più. E' l'altra metà del caco ( la metà della mela sarebbe stata molto più facile trovarla). Lo amo perchè è capace di fare delle cose che con gli altri non fa, con me parla, ride e scherza facendomi sentire appunto unica. Io invece, chiacchero, sono afflitta da attacchi di diarrea verbale, rido e parlo a voce alta, cose che ammetto possono urtare. Ma lui fa una cosa che provoca in me un effetto contrario alquanto fastidioso. Quando assaggia qualcosa o mangia di nascosto mi molla in giro il cucchiaino sporco, allora io piglio e comincio a seminare la cucina di piatti e piattini e poggiamestoli intrigosi che vengono puntualmente evitati e spostati per tagliare il pane sopra il cassetto delle posate semiaperto dentro cui inevitabilmente cadono tutte le briciole mentre quelle che rimangono in genere vengono buttate a terra con un gesto degno di Joaquin Cortez. Così mentre io giro con lo straccetto, lui non si capacita come io possa vivere con un "disordine di tipo orizzontale", cioè io tendo a disseminare i mobili di cose che devo tenere in evidenza e procedo inesorabilmente a strati. Così, mentre lui è ordinato ma ogni tanto perde le cose e io sono tanto disordinata ma ma le cose le trovo sempre.
La pitta 'nchiusa è un dolce di coppia impegnativo, prima perchè si sporca tanto, poi perchè gli ingredienti sono appiccicosi e noi difficilmente andiamo d'accordo sulle dosi.
Ma questo è un dolce tanto fantanstico quanto semplice come la terra da cui proviene. Il vino dolce, l'olio e la farina il miele e la frutta secca, fanno della pitta qualcosa di irresistibile, si comincia col mangiarne un po' poi difficilmente si smette. Prima di arrivare a farla ne abbiamo mangiata tantissima, abbiamo provato diverse marche e versioni, finalmente ce l'abbiamo fatta!
Non mi pare di averlo ancora detto ma si tratta di un dolce antichissimo che prende il nome dal contenitore di coccio in cui andava cotta. . Tra le tante ricette, la versione pubblicata su Gennarino mi è sembrata quella più vicina a quella mangiata in Calabria http://www.gennarino.org/inchiusa.htm.
Ingredienti per la pasta:
3/4 di bicchiere di olio di oliva
un bicchiere di vino moscato bianco
2 uova
500 gr di farina+ altra farina se necessario
un grosso pizzico di lievito chmico
un pizzico di sale
Ingredienti per il ripieno
250 gr di gherigli di noci e mandorle tritate
50 gr di pinoli
100 gr di uva passa
250 gr di miele
1/2 pacchetto di fichi secchi spezzettati, q.b.
zucchero q.b.
1/2 cucchiaio di cannella
Procedimento
Foderate uno stampo apribile del diametro di 24 cm con la carta da forno.
Intiepidite l'olio e il vino moscato, versateli in una capace insalatiera, aggiungete le uova, il pizzico di sale e la farina e il lievito. Lavorare aggiungendo, se necessario, ancora un po' di farina, fino ad ottenere un impasto compatto e lucido .
Preparare il ripieno mescolando gli ingredienti.
Stendere la pasta in una sfoglia dello spessore di circa 2 millimetri e ricavarne un disco di 26 cm di diametro e stenderlo sul fondo dello stampo foderato affinchè si formi un bordo intorno di un paio di cm.
Suddividere l'impasto rimasto in 6 rettangoli di circa 8 cm di larghezza e 15 di lunghezza, spalmare abbondante ripieno su ogni metà, in senso dellla lunghezza, lasciando un po' di bordo e ripiegare la metà vuota soprail ripieno e velocemente avvolgere su sè stesso formando delle rose che andranno posate sul fondo. Una volta completate le rose, queste andranno leggermente aperte e spolverizzate di zucchero e cannella.
Infornate per un'ora o qualche minuto in più fino a chenon risulta dorata a 180C° preriscaldato, e se durante la cottura la pitta vi sembrasse piuttosto asciutta aggiungetevi del miele disciolto in un po' d'acqua, ma senza esagerare.
16 giugno 2008
Missione peri(golosa)!! Laboratorio di Matteo Maggion
No alle paste da guardare con il microscopio! queste sono paste
22 marzo 2008
Hot cross buns...compiti di scuola
8 marzo 2008
La dama di corte .... Anna Bolena aveva perso la testa per questa torta ?
Questa torta pare fosse la preferita di Anna Bolena e le sue dame di corte. Più che di una torta si trattava piccole tarlette. Io che sono regina, ma della casa, ho deciso di farne una torta sola. In comune non con Anna Bolena non ho molto, diciamo che non ho perso la testa per il divorzio e mi cucino la torta da sola. Mi immagino la poveretta, prima dama di corte di Caterina d' Aragona, moglie di Enrico un po' sciupatella, poi da dama è diventata moglie dello stesso Enrico e mamma di Elisabetta I, non deve avere poi avuto una gran vita. Visto che la poveretta poi ha perso pure la testa per essere rimpiazzata, mi immagino che almeno davanti a questo dolce si potesse rilassare almeno un po'. Di questi tempi le sarebbe andata decisamente meglio, sarebbe finita sui giornali, avrebbe potuto consolarsi su uno yacht, scrivere un libro ....
Il risultato è delizioso, la pasta frolla fine è molto friabile, il ripieno rimane leggero umido, e gli ingredienti si sentono tutti senza che uno prevarichi l'altro, forse merito un ingrediente un po' insolito che però io ho già usato la patata lessa.
Peruna tortiera apribile di 20 cm
Ingredienti per la pasta frolla fine
per preparare 450gr di pasta
225 gr farina 00
un pizzico di sale
175 gr di burro morbido
1 tuorlo
2 cucchiaini di zucchero
2 cucchiai di acqua fredda
Procedimento
- Mescolare la farina e il sale. Aggiungere il burro fino a raggiungere un impasto sabbioso.
- Aggiungere il tuorlo, mescolare velocemente aggiungendo l'acqua fredda, quando è compatta raffredare in frigo per almeno 15 minuti
Ingredienti per il ripieno
una dose di pasta frolla fine da 45ogr
farina per spolverizzare
250 gr di ricotta
75 gr di di burro ammorbidito
2 uova medie
65 ml di brandy
100 gr di zucchero
75 gr di purea di patate
25 gr di farina di mandorle
1/2 cucchiaino di noce moscata
la scorza grattuggiata di un limone
il succo di un limone
Procedimento
- Preparare una dose da 450gr di pasta frolla fine e lasciarla in frigo. Prerisacaldare il forno a 180°C
- In una terrina sbattere ricotta, burro, brandy e zucchero. In un'altra terrina mescolare la purea di patata con la farina di mandorle, la noce moscata, la scorza e il succo di limone.
- Unire gradualmente i due impasti, il risultato sarà piuttosto liquido.
- Foderare uno stampo apribile di 20 cm imburrato e spolverato con la farina con la pasta frolla fine fino al bordo. Spolverare il fondo con un po' di farina di mandorle. Versare l'impasto nella tortiera e infornare per 50 -55 minuti, di cui gli ultimi dieci minuti coperta con foglio di stagnola.
- Torgliersi la corona, appoggiare lo scettro, togliersi le scarpe mangiare una fetta di torta con il caffè, in compagnia di principe e pricipini
1 febbraio 2008
Makowiec ... qualcosa di polacco
Per prima cosa, visto che ogni promessa è un debito, dico subito che avevo detto a Salsadisapa che avrei pubblicato una ricetta per usare i semi di papavero, poi visto che lei ha sempre "Qualcosa di rosso", spero che non si offenda per la foto che non è di certo bella come le sue.
1 uovo medio
Ingredienti per il ripieno
125 gr di semi papavero
4 cucchiai di miele
50 gr di uvetta2 cucchiai di rum o Amaretto di Saronno (meglio aroma alle mandorle)
Procedimento
- Mescolare il sale con la farina e un cucchiaio di zucchero e il burro appena sciolto. Sciogliere il lievito nel latte tiepido. Unire gradualmente il latte con il lievito e l'uovo agli ingredienti secchi. Lavorare l'impasto per qualche minuto. Lasciare lievitare al caldo 30 minuti
- Preparare il ripieno. Ammollare l'uvetta nel rum. Mettere i semi di papavero in una ciotola e coprirli completamente per 5 minuti con l'acqua bollente. Mettere in una pentola i semi scolati con il miele e le uvette e, a fuoco basso portare a bollore per un paio di minuti. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare. Tritare due volte i semi di papavero nel tritacarne per esaltarne l'aroma.
- Stendere la pasta in un rettangolo 30cm per 20cm spesso 1 cm scarso
- Spalmare il ripieno dulla superficie del rettangolo lasciando il bordo intorno di circa un centimetro intorno. Arrottolare dal lato lungo, chiudere bene gl estremi e mettere su una teglia da forno con la giuntura verso il basso. lasciare lievitare per un'altra ora e mezza. Accendere il forno a 185°C.
- Spennellare con latte mischiato a zucchero. Infornare per circa 25 minuti sul piano medio del forno. Tagliare da freddo.
5 gennaio 2008
Pinza veneziana
Questo dolce è tipico della tradizione veneta. Si prepara in occasione della notte dell'Epifania quando si brucia "la vecia". Originariamente si usava il brodo di cottura del cotechino , mentre adesso si preferisce il burro. Capita anche di vedere nei panifici un'altra versione della pinza preparata invece con il pane raffermo, quella che a Venezia viene chiamata " torta nicolota". La pinza rimane comunque il dolce conclusivo delle feste di Natale da mangiare guardando i tradizionali falò chiamati a pan e vin, durante i quali i contadini esperti sanno prevedere come andrà il raccolto solamente guardando dove si dirige il fumo. Profumo di legna che brucia, il calore che si sente sulla faccia e, tutta la gente che guarda intorno , fanno sembrare i pan e vin come grandi riunioni di famiglia intorno ad un enorme caminetto.... e un pezzo di pinza non si nega a nessuno.
Typical cake of the venitian mainland to be baked for the 6th January festivity. It used to be made with the broth where were boiled the sausages, not any longer since now days it is used the butter.
Tempo di preparazione 2 ore
Ingredienti
300 gr di fioretto di mais / 300 gr of corn flour
200 gr di farina di frumento /300 gr of flour
200 gr di zucchero /300 gr of sugar
1/2 bustina di levito /1/2 package of chemichal yeast
1 pizzico di sale / 1 pinch of salt
200 gr di burro / 200 gr of butter
0,5 l di latte / 0,5 litre of milk
2 dl di acqua / 2 dl of water
1 bicchierino di grappa /1 small glass of liquor grappa or white rum
1 mela / 1 apple
100 gr di uvetta /100 gr of raisins
90 gr di canditi /90 gr of candied fruit
35 gr di pinoli / 35 gr of pine kernel
1 cucchiaio raso di semi di anice / 1 spoon of fennel seeds
- Tagliare la mela a fettine e unire lo zucchero alla farina, mettere le uvette a rinvenire nell'acqua tiepida
- Portare ad ebollizione il latte, l'acqua con il burro e il pizzico di sale, versare la farina di mais e cuocere mescolando in continuazione per circa dieci minuti a fuoco medio. L'impasto si staccherà dalle pareti e dovrà essere sodo ma lavorabile.
- Aggiungere gli altri ingredienti e mescolare cuocendo per altri 20 minuti circa . L'impasto richiederà una certa forza per essere lavorato
- Una volta cotto sul fuoco , l'impasto deve essere spianato in una teglia piana con un'altezza d i 4 cm e infornato per un'ora a 180 °C Deve formarsi i una crosticina bruna e una volta inserito uno stuzzicadente deve uscire asciutto
2 gennaio 2008
Torrone di Natale Christmas' nougat
- Con le fruste elettriche battere gli albumi a neve fermissima Using a stand mixer whisk the whites until they hold stif peaks.
- In una pentola con i bordi alti asciogliere lo zucchero, il miele , il sale con l'acqua, a fuoco medio alto fino a raggiungere la temperatura di 122 °C / Combine the sugar, honey, salt and water in a high saucepan over medium-high heat. Cook the mixture until the mixture reaches the 122°C
3. Togliere dal fuoco lo sciroppo e versarne cirac un quarto negli albumi montati a neve sempre mescolando con le fruste mantenendo il composto ben montanto / Remove the from the heat and pour almost 1/4 of the mixture into the stiff whites, always with the mixer running
4. Rimettere lo sciroppo sul fuoco e continuare a cuocere a fuoco medio alto fino alla temperatura di 148° C. Continuare a battere con le fruste fino a quando il composto diviene denso e ben montato. Aggiungere le nocciole e le mandorle e mescolare bene fino a quando sono bene incorporate. Versare negli stampi bassi di silicone. Far raffredare a temperatura ambienteper un ora , poi mettere per un paio d'ore in freezer . /Return the saucepan on the heat and continue to cook over medium high heat until the mixture reaches the 148 C°. Pour it in the whithes mixture while beating until thick and stiff . Then fold in the nuts and stir until they are combined and pour it into silicon moulds. Keep at room temperature for one hour an then put into the refrigerator until set