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Aurea di purezza


I miei ricordi incominciano a farsi un po’ più nitidi con la scuola materna. Non ricordo esattamente cosa stesse accadendo in quel periodo all’infuori dalle mura del mio asilo, ma ricordo benissimo cosa accadeva all’interno.
Da adulti si guardano i bambini e si vede in loro un’aurea di santità e purezza.
Non so se sono stata io una bimba anomala o se sono gli altri che non riescono più a ricordare che cosa succedeva ai loro tempi.
Avevo il mio gruppetto di amichetti con cui adoravo giocare con la sabbia e correre in giardino.
Avevo una migliore amica che da lì in avanti non ho mai più sentito e anche una specie di primo fidanzatino con cui poi ho fatto anche tutte le elementari.
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Non mi ricordo come è iniziata, ma i fatti sono che in classe c’era una casetta in cui giocare e lì, a parte il probabile primo bacino a stampo dato da quel bimbo, per la prima volta ho mostrato il seno a una persona dell’altro sesso che non fosse della mia famiglia o un medico.
Per la prima volta ho mostrato una parte intima di me in modo malizioso.
Mi ricordo ancora come quel bambino aveva avvicinato le sue labbra, la sua bocca al mio seno.
E succhiava.
Mordeva.
Il risultato fu una crosta sul petto che mi sono portata avanti per settimane.
Mi aveva “coccolata” per chiedermi scusa di quella ferita.
Ho cercato di nasconderla a tutti, ma avendo al massimo cinque anni, il mio corpo piatto e nudo era stato ben presto visto da mia madre mentre facevo il bagno.
Alla sua richiesta di spiegazioni avevo abbozzato una confusa e imbarazzata spiegazione su come mi ero grattata troppo forte.
Non ho mai saputo che cosa abbia capito di quella storia mia madre e credo sarei morta dall’imbarazzo seduta stante se qualcuno avesse ipotizzato qualcosa che anche solo lontanamente si avvicinasse alla verità.
Puntavo sul fatto che gli adulti vedono nei bambini delle creature pure e immacolate.
Non riesco a darmi una spiegazione di cosa successe esattamente quel giorno tra me e quel bambino e del perché facemmo quella cosa.
Comunque da quel momento in avanti è stato il mio “primo fidanzatino”, o forse lo era stato anche prima.
Le nostre madri si conoscevano ed eravamo riconosciuti come “coppietta” da loro.
Troppo spesso la mia faceva battutine che mi hanno probabilmente traumatizza e creato perenne imbarazzo nel parlare di “cose di coppia”.

Affogato al triplo cioccolato



(1) Nutella, (2) cacao amaro e (3) gocce di cioccolato bianco.
 
INGREDIENTI:
  • 1 pacco di biscotti Pan di Stelle o simili biscotti al cacao
  • 400 grammi di panna da montare Oplà
  • 1 Nutella
  • 1 piatto fondo di latte per pucciare i biscotti (a chi si può aggiungere cacao per una versione più "zozza" della ricetta)
  • TOPPING:
  • 1 cacao (Nesquik oppure Ciobar)
  • 1 granella di nocciola
  • 1 gocce di cioccolato bianco (o a preferenza)
  • 1 colata di Nutella (restante dalla preparazione)



PREPARAZIONE:
  1. Mettere a cuocere a bagno Maria la Nutella: togli il tappo della Nutella, riempi la pentola a metà, la metti il fuoco al massimo e metti al centro la Nutella senza coperchio e, quando l'acqua inizia a bollire, poi metti il fuoco al minimo (altrimenti bruci la Nutella). Ogni tanto girare con il coltello per controllare la densità della Nutella che deve essere quasi liquida.
  2. Montare la panna fredda da frigo (non va bene la panna già montata in quanto perde tutte le sue proprietà di panna montata con la Nutella): mettere le fruste dello sbattitore elettrico in frigo qualche oretta prima. Prendere la panna e versarla in una pentola alta in ferro. Una volta versata iniziare a usare lo sbattitore elettrico per montarla (deve diventare montata, cioè si deve appiccicare alla pentola da liquida che era in modo che, anche rivoltando la pentola la panna non deve cadere).
  3. Prima di montare la panna, scaldare un piatto fondo di latte per un minuto (sul fuoco o al microonde, così da permettere un miglior impregno dei biscotti) e pucciarci i biscotti Pan di Stelle così da creare una base non troppo fitta (non deve essere perfettamente piena, anzi, va bene lasciare qualche buchino per permettere poi un maggior impregno della panna).
  4. Prendere la Nutella sciolta e versare a occhio nella panna così da fare un composto 50% Nutella e 50% panna montata.
  5. Prendere un cucchiaio o la paletta per spalmare i dolci e dal basso verso l'alto mischiare con tranquillità la Nutella con la panna montata (non schiacciare, non girare) altrimenti la panna impazzisce finché ha un colore omogeneo dalla consistenza della crema montata senza strisce di colore bianche o nere.
  6. Una volta mischiata panna e Nutella versare metà del composto sopra la base dei biscotti così da rendere tutto piatto e omogeneo alla bene e meglio.
  7. Poi mettere sopra una nuova base di biscotti pucciati nel latte tiepido preparata come prima.
  8. Versare sopra il restante della panna e Nutella.
  9. Appiattire per bene in modo uniforme con un cucchiaio umido (bagnato con un poco di acqua) o con una paletta per dolci umida (così che la panna non si appiccichi più di tanto).
  10. Spolverare sopra il cacao (Nesquik) come si fa nel tiramisù, non tanto, deve essere fine giusti per coprire la panna.
  11. Una volta versato il cacao, fare delle strisciate di Nutella che era rimasta dal bagno Maria.
  12. Spargere sopra la granella di nocciola.
  13. Mettere le palline di cioccolato bianco (o a latte o fondente, a preferenza). Sconsigliata la frutta!!!
  14. Una volta fatta metterla subito in frigorifero sul ripiano più freddo del frigorifero (se c'è quello a zero gradi).
 
Tempo di preparazione: una mezz'oretta circa.


Il Modo Di Concepire L'Amore

Conoscevo soltanto un modo di vedere, un modo di vivere l'amore.
Pensavo che quello fosse l'unico modo, il modo giusto.
Invece, così come bisogna strappare un cerotto, così, all'improvviso, ho dovuto capire che mi ero sempre sbagliata.
Ci sono innumerevoli modi per amare.
C'è chi ama con dolci pensieri e parole.
C'è chi ama con più fisicità.
C'è chi ama lasciando parlare i fatti.
C'è chi ama prendendosi per mano.
C'è chi ama soltanto nell'intimità.
Non c'è un giusto o un sbagliato.
E un amore non è più forte di un altro.
Sono semplicemente diversi.
Però ho capito anche un'altra cosa.
Per stare insieme non basta l'amore.
Non c'è una ricetta universale.
Non ci sono segreti validi per tutti.
Il mio pensiero è che ognuno ha il proprio modo di amare.
Un modo forgiato dalle esperienze, dagli esempi, dal carattere, dalla società.
E, per stare bene, per non soffrire per un messaggio in meno o uno di troppo, per avere ritmi e bisogni che non costringano l'altro a soffrirne o soffrirne in prima persona, per non avere più fraintendimenti che sorrisi, forse bisogna condividere questo sentimento così forte, così potente che può distruggere come costruire, con una persona che possa senza problemi accogliere e condividere il proprio modo di amare.
Può capitare di incrociare nella propria vita una persona da amare, ma con la quale, nonostante il sentimento sia equamente ricambiato, non può esserci davvero una storia.
Per una storia non bisogna rinunciare a noi stessi.
Non dico di non cambiare, di non crescere, di non ricambiare, ma credo soltanto che bisognerebbe, per il proprio bene, rimanere fedeli a se stessi.
Violentare la propria mente nel fare qualcosa puramente per il piacere dell'altro non porta a un rapporto sano.
Non è necessario essere uguali, anzi, ben vengano le proprie passioni e i propri spazi, ma su determinate cose le differenze sono incolmabili.
Riguardo i progetti di vita, ad esempio.
Riguardo al modo di vivere l'amore.

Lo Faccio Per Me

Oggi, in conclusione di un esame orale durante il quale la mia esposizione ha lasciato a desiderare, un'insegnante, con uno sguardo che mi ha fatto rabbrividire nonostante la calda giornata di Luglio, mi ha chiesto la motivazione per la quale sto frequentando questo corso di laurea. Non l'ha fatto per sentire le motivazioni che mi hanno spinta da due anni a questa parte ad alzarmi presto tutte le mattine per frequentare almeno 8 ore di lezione al giorno, non me l'ha chiesto per sapere cosa provo ogni giorno durante le 7 ore di tirocinio, no. L'ha chiesto, ma non le interessava davvero la risposta. Non c'era una goccia di empatia nel mare dei suoi occhi. Tutto ciò che le importava dirmi era di andarmene per cercare porti più conformi alle mie capacità in quanto le mie capacità di esposizione orale, in sintesi, fanno schifo. Il fuoco della passione che ho sempre messo in questo mio percorso formativo ha traballato, una tempesta, un maremoto, si è scaraventato sulla flebile fiamma e non aveva intenzione di smettere di imperversare. Ogni parola usciva dalla sua bocca come lama affilata dritta nel mio cuore ormai sanguinante. in quel momento, lì davanti a lei, mi sentivo completamente nuda. Ha continuato a raccontarmi di quanto terribile sarebbe la mia vita, di quante angherie dovrei affrontare dai colleghi, dagli utenti con cui avrei a che fare, di quanto sarei una perfetta vittima di mobbing (e al mio appunto su quanto questo sarebbe illegale, mi è stato risposto "provalo") e, in sintesi, di quanto la mia vita farebbe schifo. Le mie orecchie ascoltavano, assorbivano tutto, ma, man mano che le sue parole imperversavano, ho incominciato a filtrare e a ragionare con la ment lucida, mente che era stata annebbiata dalla freddezza delle parole demolitive che mi erano dette. Non mi soffermerò sul fatto che probabilmente quella non era la sede, il luogo e il momento adatto di farmi un discorso su quanto faccia schifo, ma su quanto io abbia le mie motivazioni di stare lì, di averne tutto il sacro santo diritto e di non permettere a nessuno al mondo, nè in quel momento nè mai, di potermi dire cosa devo fare della mia vita, soprattutto se questa persona di me sa soltanto il mio cognome e delle difficoltà che ho nelle esposizioni orali (neanche in tutti i campi e, diciamo che la sua presenza, sempre estremamente giudicante nei confronti di tutti, non aiuta).
Diplomatami al liceo non avevo alcun dubbio sul mio futuro da studentessa universitaria. Non solo per il fatto che con un diploma di liceo scientifico non credo si parta avvantaggiati nel mondo del lavoro, ma anche e soprattutto perché sono consapevole che il mio percorso di crescita non si è ancora concluso e che prima di affacciarmi al mondo del lavoro, al mondo che ancora oggi potrei definire "degli adulti" (nonostante ci siano miei coetanei che lavorano già da molti anni), io abbia bisogno di assorbire dal mondo accademico ancora molto prima di mettermi in pista. Non sono una di quelle persone che sapevano cosa fare della loro vita da quando hanno incominciato a parlare, in realtà non lo sapevo fino all'estate del diploma. Ciò che ho cercato è stato un corso di laurea che potesse darmi tanto. Sì, lo ammetto, non ho scelto un corso di laurea nella facoltà di Medicina e Chirurgia per cambiare il mondo, e neanche per soldi, fama, riconoscimento o qualsiasi altra motivazione che vi possa venire in mente. Io ho scelto questo corso di laurea per me. Le materie degli esami mi sono sembrate varie ed espremamente interessanti, sembravano racchiudere in un unico corso tutto ciò che mi interessa, tutto ciò che voglio approfondire, tutto ciò che sono consapevole possa darmi tanto. Con questo spirito ho iniziato questo percorso e con questo stesso spirito l'ho continuato.
Se per tutto il primo anno ho sostenuto il mio reale interesse per questo percorso, durante il mio primo tirocinio serio, se così posso già definirlo, ho avuto una vocazione. Potrebbe sembrare assurdo e probabilmente esagerato agli occhi dei più, ma così mi sono sentita quando una notte non sono riuscita a dormire a causa dell'ispirazione che quel tirocinio mi ha dato trasformando la mia mente in una fonte di idee. Da lì in avanti non mi sono fermata un attimo entrando persino in associazioni esterne all'università per cercare di iniziare immediatamente a fare qualcosa in questo campo. All'inizio del secondo anno ho delineato la mia tesi di laurea. Ho preso parte a congressi, corsi di formazione, aggiornamento e altro pur di cercare di essere una professionista migliore, di essere una persona migliore. Per quanto ogni mia conoscenza in più potrebbe un giorno giovare a un utente, in questo momento, oggi, questo fa bene a me.
Sento di potere fare la differenza, nel mio piccolo, in questo mondo. Credo che sia una cosa che potenzialmente possiamo fare tutti. Quell'insegnante ha sottolineato come potrei fare un altro lavoro per potere fare qualcosa di buono in questo mondo, non devo per forza fare quello per cui sto studiando. Assolutamente vero, su questo non c'è alcun dubbio. Come professione, lo ammetto, non è una professione che, di base, potrebbe cambiare in meglio davvero il mondo, è una professione di cui, per quanto continuiamo a ripetere e a ripeterci che non sia così, il mondo potrebbe benissimo fare a meno sostituendoci con qualsivoglia professionista formato. O almeno fino a che qualcuno non decida di uscire dagli schemi, di non seguire il percorso tracciato, di aprire la mente, usare la fantasia, guardarsi intorno e sfruttare ciò che il mondo sa offrire per rimandare a questo indietro ciò che gli serve, ciò che può migliorarlo davvero.
Ok, la sostanza della storia è che io dovrei ritirarmi, dovrei abbandonare il percorso di studi che sto affrontando con passione ed entusiasmo, che mi piace e mi stimola perché probabilmente sono insicura e non sono una persona che parla bene? No. Questa è la mia risposta. Mi dispiace per chi probabilmente vorrebbe questo, ma io non mollo. Non è il massimo non sentirsi voluti, affatto, ma io non sto imponendo la mia compagnia, la mia amicizia o qualsiasi altra cosa personale a un'altra persona. Io qui sto mettendo a disposizione le mie capacità, la mia fantasia, le mie passioni, il mio fuoco, per la comunità, ma ancora prima di questo, sto facendo qualcosa di buono per me stessa. Sarebbe assurdo se proprio qui dentro non riuscissero a capirmi. La storia insegna che molte persone hanno avuto difficoltà nella vita, probabilmente più di quelle a cui è andato tutto liscio, ma ciò che ha sempre fatto la differenza e la loro capacità di resilienza. Nella vita ho avuto difficoltà, dalle più importanti a quelle che oggi mi sembrano bazzecole, a volte, lo ammetto, ho avuto voglia di morire (me ne vergogno molto), spesso ho avuto voglia di sparire, di congelare il tempo intorno a me e potere attendere. Ma man mano che quell'insegnante parlava mi sono resa conto che, ehi, io sono ancora qui. Credo mi sia scappato un sorriso. Se mi deve bocciare a quest'esame, lo faccia. Le ho spiegato che se non l'avessi passato oggi, sarei tornata la prossima volta. A questa mia risposta ha cercato di rincarare la dose, cercando di abbattermi, scoraggiarmi, eliminarmi. I colpi li ho accusati, ma dentro di me pensavo: cosa voglio fare della mia vita? Io vedo questo nella mia vita e non in questo momento non ho la minima intenzione di cambiare idea tanto che appena torno a casa, dopo un po' di meritato riposo (perché sì, tutti meritano di riposare), mi rimetto a studiare per il prossimo esame.
Io quando mi sentirò adulta non vorrò essere un'impeccabile e fredda persona giudicante, dalla parlantina perfetta, ma che non trasmette niente. Io voglio essere una persona che, sì, avrà delle capacità dialettiche superiori alle mie attuali, ma che possa essere empatica e sappia fare ciò che farà con la passione che ora io metto in tutto ciò che faccio. Non voglio perdere il fuoco dentro di me. Il mondo andrebbe avanti anche senza il mio contributo, ne sono sicura, ma perché non dare al mondo ciò che sia ha e prendere da questo tutto ciò che ha da offrirci? Nessuno da niente per niente e per quanto io voglia dare qualcosa al mondo, pretendo che questo in cambio mi faccia crescere, maturare e mi insegni sempre nuove cose grazie alle esperienze.
La motivazione per cui sto frequentando questo corso di laurea, il motivo per cui sto continuando questo percorso è perché io ogni mattina mi sveglio e scelgo lui. non c'è giorno che abbia pensato, neanche per un momento, che questa fosse stata una scelta sbagliata, che ci potesse essere qualcos'altro là fuori maggiormente adatto a me. E' come essere innamorati, anzi, è come amare davvero. Per quanto tu sia consapevole che questo non sia l'unico percorso che potrebbe essere fatto per te, per la tua persona, per le tue caratteristiche, capacità e passioni, i tuoi occhi, la tua mente, il tuo cuore sono solo per questo e non importa quanto un altro percorso possa offrire orari migliori, sedi migliori, organizzazione migliore, un lavoro migliore, tu scegli lui. Io oggi posso avere delle difficoltà, come possono essercene nelle coppie, ma allo stesso modo, nel modo in cui si affronta una discussione con la persona che si ama, io affronterò le mie difficoltà uscendone più forte e migliore.
Credo che il percorso che sto facendo non sia soltanto un percorso volto a formare dei professionisti, come dicono. Questo è il fine ufficiale, ok, ma la cosa è più grande di quella che sembra, più grande di quanto molti possano vedere. Forse ci metterò un anno in più a raggiungere un determinato livello di crescita personale e professionale. Sicuramente non perderò un anno. Un anno perso è un anno da cui capisci di non avere tratto niente, di non avere imparato, di non essere cresciuto, di essere nello stesso punto di quando sei partito. E invece no, io non perderò neanche un secondo della mia vita. Dicono che, essendo giovani, abbiamo tanto tempo, tante possibilità, ma io non voglio perderne neanche una. Per quanto possa essermi sentita abbattuta in quel momento, forse depressa, mi ci è voluto poco per capir che, no, io non ci sto, io non darò ragione a chi non crede in me, io sono determinata, forse testarda, ma forse è proprio per questo che ci riuscirò.

Dirac

(∂ + m) ψ = 0

L’equazione di Dirac ed è la più bella equazione conosciuta della fisica.
Grazie a questa equazione si descrive il fenomeno dell’entanglement quantistico, che afferma che:
Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.

Siamo Più Forti Di Come Ci Dipingono

Ho notato che siamo più forti di ciò che sembra.
Il problema è che ci concentriamo sulle cose sbagliate.
Ci focalizziamo su ciò che non va.
Ma perché, per una volta, non facciamo lo sforzo?
Perché non poniamo l’attenzione su ciò che, nonostante le difficoltà, abbiamo superato?
In fondo, ciò che cambia, non sono le difficoltà.
Quelle, in un modo o in un altro, si presentano a tutti.

Ciò che cambia è come decidiamo di affrontarle.
O se, al contrario, ci lasciamo soffocare da queste.

Ricordandomi Un Sogno

Un paio di notti fa mi sono svegliata ricordandomi un sogno.
Strano per me.
Non me ne ricordo mai mezzo.
Più che un sogno è stato un flash.
Durato un istante.
Tutto ciò che mi ricordo è che c’eri tu.
Eri girato, in cucina.
Non so che cucina fosse.
Non una che conosco.
Mi pare.
Stavi sistemando delle cose.
Credo fossero dei piatti.
Io stavo venendo verso di te.
Volevo sorprenderti alla schiena.
Per abbracciarti.
Tu, accorgendoti di me, ti stavi girando.
Credo sorridessi.
Io sicuramente.
Lo stavo facendo.
Tu avevi un aspetto sereno.
Stavi lasciando le cose.
Per prendere me.
In quel momento, mentre la me del sogno stava avanzando verso di te per prendersi quell’abbraccio, la mia parte probabilmente cosciente mi ha detto “il messaggio”.
E così mi sono svegliata per mandarti il messaggio del buongiorno.
Quello dei baci.

Vuoi Un Bacio

Vuoi un bacio?

Si inizia sempre da uno.
Ma, se vuoi, te ne darò tanti.
Il primo sulla fronte.
Per farti sentire protetto.

Un secondo sul naso.
Perché?
Tu vuoi il mio?
Allora io, a modo mio, mi prendo il tuo.

Un altro sul collo.
In fondo, è la parte che raggiungerei più facilmente.
Quando siamo uno tra le braccia dell’altra.
Quando le mie mani stringono il tuo corpo.
Quando non sembrano intenzionate a lasciarti andare.
Quando i nostri corpi sono così vicini, finalmente.

Uno sulla guancia.
Perché tengo a te.

L’ultimo sulle labbra.
Perché non so quanto tu l’abbia capito.
Ma te lo mostrerò.

E allontanerò leggermente la testa.
Per poterti osservare bene.
Guardarti dritto negli occhi.
Studiare ogni tuo lineamento.
Ogni tua espressione.
In attesa di un tuo passo.

Volevi il bacio del buongiorno?
Te ne darò in abbondanza, se lo vorrai.

Perché se nella vita si ha bisogno di amore, per quanto mi sembrava impossibile dirlo, so di poterne dare tanto.

Imagine

Prenderò Tutto Come Viene

Non so cosa farò oggi,
domani o nei prossimi giorni.
Non so cosa mi aspetta,
cosa la vita ha in serbo per me.
Non riesco a programmarmi
neanche quando mettere
insieme tutti gli impegni.
L'unica cosa che so è che
prenderò tutto come viene.
Sarà normale voler fare
programmi e avere delle
aspettative, ma cercherò
di darmi una calmata.
Fare un respiro profondo,
rilassarmi e godermi tutto
ciò che di bello accade.

Sono Forte

Sapete quando è stata la prima volta che mi sono sentita bella?
La prima volta che sono stata lasciata.
Lo so, sembra assurdo.
Avrei dovuto sentirmi peggio.
Brutta.
Non accettata.
Invece io mi sentivo così.
Semplicemente...
Bella.
E, da quel giorno mi sono sentita più sicura.
Più me stessa.
Non sto dicendo che io non sia stata male.
Ma che semplicemente ero migliorata.
Maturata.
E da quel giorno ho imparato molto.
Sì, sono stata lasciata ancora.
Dal ragazzo che amavo.
Una botta.
Ma sapete cosa ho imparato?
Che tutta la dipendenza psicologica che avevo non esisteva.
C'era allora, ma era un'illusione.
Senza di lui ho ricoperto me stessa.
Ho ritrovato il mio equilibrio.
Quello che avevo perso da tempo.
Troppo tempo.
Ho scoperto che da sola sto bene.
Che da sola posso fare tutto.
Sono forte.
E aspettavo solo di capirlo.

La Tua Mancanza

Mi mancano tante cose di noi.
Mi manca trovarti davanti a scuola porgendomi un panino kebab senza il piccante.
Mi manca fingermi sorprese per poi confessarti che ti aspettavo.
Mi manca attraversare lunghe strade con te.
Stare mano nella mano.
Sentire le tue dolci parole accompagnate da tutte quelle pessime battute e citazioni che adoravo.
Mi manca scriverti il buongiorno quando ancora dormi.
Mi manca leggere la tua buonanotte poco prima di addormentarmi.
Mi manca il tuo tocco, le tue lievi carezze.
I tuoi abbracci che mi stritolano.
I tuoi baci che mi tolgono il fiato.
Tua madre che prende il telefono in mano e mi ringrazia per la pazienza.
Mi mancano le farfalle che sentivo dentro lo stomaco poco prima di vederti.
Quelle che sentivo dopo ogni tuo messaggio.
Mi manca la sensazione di essere indipendente, forte, bella, perfetta.
Forse lo ero solo ai tuoi occhi, ma questo mi bastava.
Mi manca il sentirmi tua.
Ancora. E ancora.
Mi manca la tua pazienza.
Il tuo capire i miei malumori.
Forse è per tutte queste cose che sento ancora, così forte, la tua mancanza.

Batman

Non sto dicendo che sono Batman.
Sto solo dicendo che nessuno ci ha mai visto tutti e 
due nella stessa stanza allo stesso momento!

Palude

Non è un segreto che la terra sia una palude senza di te.

Nonostante Tutto

E' bello l'inizio.
I primi mesi, la prima uscita, la paura di non piacersi.
I primi messaggi, il primo bacio.
Il cuore che batte all'impazzata quando ci si incontra.
Gli occhi che luccicano, la voglia di amarsi.
Ma il bello arriva dopo. Quando si litiga, e si finisce col dirsi cose che magari non si pensano, ed escono solo per rabbia, orgoglio. Il bello arriva quando inizi a conoscere il peggio di una persona. Quando nonostante i mille difetti, devi accettarla per ciò che è, perchè la ami. Il bello viene quando qualcuno nonostante il tuo peggio, decide di restare. E continua ad amarti e farti sentire unico anche così.

____________________ Pensieri più letti della settimana ____________________

_____ Da che parte del mondo arrivano coloro che partecipano a questi pensieri? _____

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