Quando ho letto da
Virginia della nuova raccolta per Progetto Mondo Mlal ne sono stata
felicissima, visto che la precedente, Buono come il pane, mi ha molto coinvolta,
regalandomi dei risultati inaspettati: ancora oggi a distanza quasi di un anno
ho ancora degli eventi in programma per continuare con la vendita del libro.
E ora ci viene offerta
una nuova possibilità, quella di continuare su questa strada per dare il nostro
piccolo o grande contributo.
Come tanti chicchi che
vengono sparsi dalla mano robusta e tenace del contadino sul terreno pronto
per la semina, per dar vita a tantissimi nuovi chicchi, così anche noi siamo
chiamati a far germogliare quei chicchi che custodiamo dentro, per rendere
sempre più rigoglioso il terreno della solidarietà.
Leggendo il nome della
raccolta, Un chicco tira l’altro, ho subito pensato, come un’associazione di
idea alla melagrana, che con i suoi chicchi così lucidi e colorati, ha sempre
esercitato un fascino su di me. In una frazione di secondo il mio pensiero
dalla melagrana si è spostato all’amaranto: evidentemente per il colore rosso
vivo dei suoi fiori, evidentemente perché serbavo da tanto l’idea di realizzare
una ricetta con questi due elementi.
L’amaranto, come la
quinoa e il grano saraceno, viene definita uno pseudocereale, perché non
appartiene alla famiglia dei cereali, ma viene usato come tale.
Oggi dal gruppo Fb Io non mangio da solo:
“L’amaranto é considerato
pianta sacra, ha origini etimologiche dal greco amarantos che significa
"che non appassisce".
Da qui il significato
attribuito dai Greci di pianta dell'amicizia, della stima reciproca ed
espressione di tutti i sentimenti veri immutabili nel tempo, poiché eterni e
unici.
Nella mitologia greca
si narra che le Dee amassero essere festeggiate con ghirlande di amaranto;
quindi l'amaranto era utilizzato per ottenere protezione e benevolenza.
I romani attribuivano
all'amaranto il potere di tenere lontana l'invidia e la sventura.
Nel periodo 1600 - 1800
veniva utilizzato come ornamento ai vestiti, perché si riteneva che donasse
benessere fisico.
Vista la completa
assenza di glutine e l’abbondanza di fibre, l’amaranto è un alimento altamente
digeribile, questo il motivo per cui viene introdotto nelle diete di persone
con problemi intestinali e nello svezzamento dei bambini; molto spesso
l’amaranto viene usato come alimento base nella preparazione di pappe per
bambini ed anziani”
L’amaranto dopo cotto
ha una consistenza molto cremosa, per cui di solito lo utilizzo per sformati, polpette
o minestre. Ma stavolta ho voluto andare oltre e tentare per un’insalata, con
la pretesa di riuscire a sgranarlo. E lo scopo sembra essere riuscito: mi è
bastato raffreddarlo sotto acqua corrente ed ecco che dalla cremina sono emersi
dei chicchi tondi e lucidi.
Ingredienti
150 g di amaranto
1 cucchiaino di curcuma
2 grossi finocchi
2 melagrane
rucola
buccia di 1 limone
pepe nero
sale
olio extra vergine
d’oliva
Preparazione
Cuocere l’amaranto con la
curcuma secondo le indicazioni riportate sulla confezione; lasciarlo a fuoco
spento e coperto per una decina di minuti in modo che assorba tutto il liquido
di cottura e si ammorbidisca, raffreddarlo poi sotto acqua corrente in un
colino a maglie strette e trasferirlo in una ciotola.
Quest’operazione non compromette
il colore dato dalla curcuma poiché già sarà stata assorbita dai chicchi
durante la cottura.
Sgranare le melagrane;
metà dei chicchi aggiungerli all’amaranto, l’altra frullarli e poi trasferirli in un colino;
con il dorso di un cucchiaio ricavarne il succo, premendo bene.
Al succo aggiungere
l’olio, il sale, il pepe e la buccia di limone grattugiata ed emulsionare con
una forchetta.
Mondare e pulire i
finocchi e tagliarli a dadini di 1 cm; lavare la rucola e spezzettarla
grossolanamente. Aggiungere entrambi nella ciotola con l’amaranto e condire con
l’emulsione preparata in precedenza.
Dividere in quattro
piatti individuali e servire.
Note personali:
-Questa insalata è ideale
anche tiepida; basta farla saltare velocemente in una padella antiaderente, poi
condirla con l’emulsione e servirla.
-Può diventare un piatto
unico aggiungendo della frutta secca, magari anacardi tostati o dei semi di
zucca o girasole