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30 set 2015

Crèpes en Cocotte con Fichi e Mirtilli


Questo è un dessert di passaggio, per le prime serate freschine, quelle in cui si ha voglia di una coccola non troppo pesante, che mantenga ancora vivido il ricordo dell’estate, pur virando, con i suoi colori resi intensi e cupi dalla macerazione in alcool e dal passaggio in forno, verso le ombre dell’autunno appena iniziato.


Ho fatto di tutto per mettere l’estate sottovetro: ho raccolto more, lamponi, mirtilli ed erbe, che ho conservato in olio, aceto o secondo la procedura che ti descrivo sotto, un po’ diversa da quella che si usa normalmente per mettere la frutta in sciroppo, perché, utilizzando poco zucchero (nel mio caso fruttosio), il gusto rimane molto naturale. La bella stagione offre i suoi doni a piene mani e non posso fare a meno di farne tesoro, ma le sfumature prima dorate, poi sempre più luttuose, fino a divenire gotiche, dell’autunno mi si addicono molto di più, mi limito a venarle di sciroppo purpureo, effetto Venezia… 


Ingredienti per i mirtilli al naturale:

Procedimento:
Invasa i mirtilli e aggiungi in ogni barattolo un cucchiaio colmo di fruttosio. Avvita bene i coperchi, immergi i vasetti in una (o due) pentole colme d’acqua a temperatura ambiente, creando un tampone tra l’uno e l’altro con dei panni puliti, in modo che non sbattano tra loro; porta a ebollizione e fai sterilizzare per 20 minuti. Spegni il gas e lascia raffreddare l’acqua, prima di estrarre i barattoli. 


Ingredienti:



Procedimento:
In una fondina, metti a macerare i mirtilli con il loro sciroppo, i fichi tagliati in quarti, lo zucchero e la metà del distillato. Mescola di tanto in tanto.
Nel frattempo, stempera il preparato per crèpes come da istruzioni sulla confezione, diluendolo con un bicchierino di distillato e il latte di capra, fino a raggiungere la quantità di liquidi prevista. Cuoci le crèpes, dovresti ottenerne 8. Lasciale raffreddare.
Sistema 4 crèpes sul fondo di altrettante cocottes imburrate e nappale con metà della “macedonia” di mirtilli e fichi. Copri con un’altra crèpe e versa il resto della frutta.
Inforna a 180° per circa 15 minuti.




17 mar 2010

Decora la tua Pasqua con Caffarel (Atto II)

Decora la Tua Pasqua con Caffarel

Ricordate l'iniziativa Caffarel di cui vi ho parlato qualche giorno fa?

Ebbene, ecco qua cosa sono riuscita ad imbastire grazie al materiale gentilmente inviatomi da questa prestigiosa azienda, che non finirò mai di ringraziare per l'opportunità offertami.

Opportunità, soprattutto, di divertirmi, dato che, lo vedete anche da voi, non sono certo una professionista del decoro alimentare e non potevo davvero aspirare a creare chissà quale capolavoro. Ma è stato comunque una bellissima occasione per cimentarmi in qualcosa di nuovo e diverso, che mai in vita mia mi sarei aspettata di fare!
Ed eccomi, quindi tornare bambina, alle prese con spray, schemi, qualche vecchio manuale di bricolage a cui ispirarmi, cartoncini per proteggere il piano di lavoro e le mani meravigliosamente sporche di colorante, zucchero, cioccolata, ad intestardirmi per quello che non sono stata capace a fare e a bearmi di quanto, invece, di quanto mi riusciva.

Decora la Tua Pasqua con Caffarel

Come vi dicevo, non essendo pratica di glasse e simili, mi sono tenuta sul semplice, come del resto è semplice il mio modo di intendere la Pasqua: non sono cattolica, e non riesco a cogliere l'aspetto "sacro" di questa festività, ma ne abbraccio con tutta me stessa il significato più ampio della rinascita e della natura che rifiorisce.
Ho scelto, quindi, una ghirlanda, simbolo dell'eterno ripetersi e compiersi del ciclo della vita e l'ho voluta formare con motivi primaverili: fiori, ma anche qualche frutto, le bellissime farfalle in dotazione nel kit fornitoci dalla Caffarel e tutto intorno i pulcini e le colombe, per il loro significato universale e quello che rivestono per me personalmente, dato il mio amore per gli animali (sì, lo so, giorni fa ho pubblicato un pollo in cocotte).

Per quanto riguarda le tecniche di decorazione, non è qui che troverete svelati gli arcani del MMF o della glassa reale: mi sono limitata a rivestire completamente l'uovo di colorante alimentare azzurro in spray, a tracciarvi con mano leggera il contorno della ghirlanda con un ago e ad attaccare le decorazioni di zucchero lungo questa traccia e tutto intorno, spennellando il retro di ciascuna con un velo di cioccolato fondente sciolto a bagnomaria e tenendola premuta contro la superficie dell'uovo per qualche istante.
Se decideste di realizzare qualcosa di simile, vi consiglio di formare in precedenza un modello di ghirlanda appoggiando le decorazioni di zucchero su un foglio di carta su cui avrete disegnato un cerchio, in modo da avere già un ordine di come disporle e toglietele dalla composizione una per volta, via via che le attaccate sull'uovo.

Non mi resta che ringraziare ancora la Caffarel per aver scelto il mio nome, accanto a quello di tante altre blogger più abili e quotate, come testimonial di questo bel progetto e augurarmi che, visti i miei risultati, non si siano pentiti troppo ;-)

E, ovviamente, per avermi omaggiata di quella tavoletta di ottimo fondente che occhieggia dalla dispensa e mi sussurra ammiccante: "usami per realizzare qualcosa di speciale".

(Coming Soon)

Decora la Tua Pasqua con Caffarel

4 mar 2010

Decora la tua Pasqua con Caffarel

Foto 1518

Buongiorno a tutti.
Oggi niente ricette; vorrei, invece, spendere due parole su un'iniziativa strepitosa nella quale sono molto orgogliosa di essere coinvolta: “Decora la tua Pasqua con Caffarel”.
Il mio piccolo spazio virtuale è stato infatti selezionato dalla MilleEventi, accanto ad alcuni grandi nomi del foodblogging, la cui compagnia mi onora molto, per partecipare a questo stimolante progetto, per il quale ci è stato chiesto di realizzare la decorazione di un uovo di Pasqua.
A questo scopo ci è stato gentilmente fornito un kit composto da:

-Un uovo di cioccolato fondente Caffarel
-Una tavoletta di cioccolato della stessa qualità per l'assaggio
-Un kit per la decorazione, comprendente coloranti alimentari e motivi pasquali e primaverili in zucchero
-Un grembiule da veri Maîtres Chocolatiers, color cioccolato fondente e con il logo Caffarel (indossando il quale mi sento molto professionale, molto Vianne)

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A questo punto, comincia il divertimento: grazie al materiale inviatoci e a un pizzico di fantasia dovremo decorare il nostro uovo.
Sarà mia cura documentare fotograficamente (per il vostro e mio spasso) i vari step intermedi e il risultato finale entro il 20 Marzo.
Il motivo di tanta precisione, da parte mia, nel soffermarmi sui dettagli dell'iniziativa è che questa non coinvolge soltanto me e le altre blogger contattate dalla Caffarel: chiunque può partecipare a uno stimolante concorso che premierà coloro che si cimenteranno nella decorazione del loro uovo di cioccolato. Chiunque desideri aderire potrà iscriversi al canale di Made In Kitchen Decora la tua Pasqua con Caffarel, espressamente creato a questo scopo, e pubblicare la foto della proprio creazione. Tutti i partecipanti, riceveranno un omaggio Caffarel.
Spero proprio, con le mie parole, di aver stimolato in voi tanta curiosità e tanto desiderio di mettervi alla prova e liberare la vostra creatività!
Per quanto mi riguarda, mi auguro di essere all'altezza e di riuscire a trarre da questa bella opportunità un risultato gradevole. Di una cosa sono certa: mi divertirò un mondo!

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13 mag 2009

Strawberry (and Lavender) Fields

Quella che vi presento oggi non è propriamente una ricetta, ma semplicemente un modo insolito di condire la macedonia di fragole.
Devo, però, precisare che, nel prepararla, ho commesso un errore di procedimento, nel mio caso veniale, ma che, se non la consumerete a giro di posta, potrebbe rivelarvisi fatale: ho infatti aggiunto la lavanda direttamente sulla frutta, mentre, soprattutto se intendete farla marinare a lungo, vi conviene mettere i fiori in un filtro di quelli che si utilizzano per il the sfuso e toglierlo dopo un'ora.
Questo perché soprattutto la lavanda acquistata in erboristeria, che viene coltivata con metodi volti ad aumentare la concentrazione di olii essenziali, per renderla più profumata, se infusa troppo a lungo, potrebbe conferire alla macedonia un sapore amaro.
Questo "cappello" tanto per spiegarvi il perché nelle mie foto compaiono i fiori secchi, mentre, nelle istruzioni per la preparazione, indicherò di toglierli.
Se userete questa accortezza otterrete un'insalata di frutta molto piacevole e fresca, decisamente meno stucchevole di quella classica e assolutamente profumatissima.
Ho idea che risultati altrettanto, se non più, sorprendenti si possano ottenere utilizzando le albicocche, le pesche, le mele e, perché no, le ciliegie.
Ingredienti:
  • 500 gr di fragole
  • 2 cucchiaini rasi di fiori di lavanda essiccati o 6 steli di fiori freschi
  • 2 cucchiai di zucchero
  • il succo di un limone o 2 cucchiai di vino bianco dolce

Procedimento:

Il solito, con l'unica variante di immergere nel contenitore delle fragole un filtro da the contenente la lavanda per circa un'ora.


Già che ci siamo, vi presento la nuova, piccola peste di casa Onde:
ho infatti deciso di adottare una nuova cricetina.
Si chiama Brie
ed è assolutamente tremenda, agitatissima e molto mordace.
Ma è talmente graziosa e minuscola che si fa perdonare qualsiasi intemperanza
e, ovviamente, le vogliamo già un mondo di bene.

4 mag 2009

Muffins all'Arancia con Cuore di Cioccolato

Eccomi di ritorno dalla mia incursione nel bellissimo territorio marchigiano: mi piacerebbe mostrarvi delle foto del paesaggio incantevole in cui ho trascorso in totale serenità gli ultimi giorni, ma, per una volta, ho scelto di lasciare a casa la macchina fotografica e le velleità da documentarista e godermi il panorama in prima persona e non attraverso l'obiettivo.
Questo, purtroppo, implica che non potrò approfondire molto il capitolo sulle numerose erbette raccolte in questi giorni, in quanto non ho foto delle piante da cui le ho recise, per aiutarvi a riconoscerle, sempre che quest'attività riscuota il vostro gradimento.
Ovviamente, in questi giorni mi sono guardata bene dal mettere mano ai fornelli, lasciando lo scettro al marito della mia amica, che ci ha rifocillato con piatti semplici e robusti, fatti con ingredienti freschissimi raccolti direttamente nell'orto, nei campi o, al massimo, acquistati al mercato, dove, a differenza di quanto accade nella grande distribuzione, si trovano prodotti del territorio, la cui genuinità è indiscutibilmente evidente, nella schiettezza dei colori e delle consistenze.
Per non parlare delle modalità di preparazione, sul barbecue o nel camino, che rendono superflua l'aggiunta di condimenti e speciale anche la pietanza meno elaborata.
Ho cercato di portare sulla mia tavola cittadina uno stralcio di queste giornate, acquistando alcuni formaggi tipici, dell'insaccato locale, dei legumi da noi introvabili e raccogliendo alcuni mazzi di erbette, nel solito commovente tentativo di prolungare per qualche giorno il gusto dell'assoluta sintonia con la natura che mi ha accompagnato in questa breve vacanza.
Questi muffin, invece, fanno parte del periodo pre-marchigiano e li ho preparati per colorare un dopocena con alcuni cari amici che sono venuti a trovarci qualche settimana fa.
Per la verità, i dopocena mi mandano sempre un po' in confusione, perché, se la mia inventiva, in occasione della realizzazione di un pasto completo, si scatena, nel caso di semplici ritrovi ai quali ci si presenta "già mangiati", viene meno: ho un vago ricordo del galateo, che leggevo avidamente da ragazzina e secondo il quale, per una riunione serale solo i cioccolatini e una torta gelato sono appropriati.
In questo caso, i cioccolatini erano nascosti in un morbido involucro all'arancia... in fondo non sono uscita così tanto dal seminato, no?
Ingredienti:
  • 1 tazza di farina bianca
  • 1 tazza di farina integrale
  • 1/4 di tazza di zucchero
  • 2 manciate di mandorle
  • 1 e 1/2 cucchiaino di lievito in polvere
  • 2 uova
  • il succo di 2 arance
  • 2 cucchiai di liquore alla cannella o altro liquore dolce
  • 200 ml di panna
  • 12 ovetti di cioccolato fondente, al latte o bianco ripieni ai cereali

Procedimento

Tritate le mandorle e mescolatele, in una fondina, con gli altri ingredienti secchi. In un'altra zuppiera, sbattete le uova, aggiungete panna, liquore e succo delle arance. Unite il contenuto delle due ciotole, mescolando poco e distribuite il composto nella teglia da muffin. Affondate un ovetto in ogni stampino, senza premere troppo (altrimenti a fine cottura sarà precipitato sul fondo) e infornate a freddo. Dal raggiungimento della temperatura di 180°, controllate la cottura ed estraete la teglia quando i muffin saranno gonfi e dorati.

22 apr 2009

Millefoglie di Crepes Alleggerito con Crema Toscana e Arance Caramellate

Nell'ordine che avevo fatto alla Compagnia del Cavatappi avevo inserito due prodotti tentatori che, secondo me, erano nati per stare insieme: insomma, il diavolo li aveva fatti e io li ho accoppiati.
Si tratta della Crema Toscana, una corposa crema al cioccolato e nocciole, e delle Arance Caramellate, fette di arancia brillanti di sole meridionale traslucide di sciroppo zuccherino e profumate di chiodo di garofano.
Purtroppo, ho visto che nessuno dei due è più in catalogo, quindi, se vorrete riprodurre questa ricetta, temo dovrete reperire dei prodotti assimilabili o dare spazio alla vostra fantasia utilizzando un ripieno diverso.

In effetti, sono ben consapevole di non proporvi niente di nuovo, in fondo si tratta solo di una normale torta di crèpes, formata di crespelle sovrapposte e intervallate da una ricca farcitura.
Però: a) noi l'abbiamo trovata molto golosa; b) per le crèpes ho usato un metodo poco ortodosso, ma che magari può essere di spunto a chi desidera contenere le calorie.
Quando ho letto le istruzioni per il confezionamento delle crèpes necessarie a formare il gateau (mi serviva un riferimento per capire le quantità che mi permettessero di ottenere un numero sufficiente di strati, quindi ho usato una ricetta di torta di crèpes che avevo in un opuscolo), mi sono accorta che prevedeva ben 4 uova e 1/2 lt di latte e, sinceramente, non me la sono sentita: temevo ne risultasse una cosa pesante e troppo proteica. Mi sono, però, ricordata delle "crèpes dietetiche" che io e un'amica ci cuocevamo da adolescenti, nella convinzione, comune a tutte le adolescenti, di essere sovrappeso: si trattava di crespelle di sola acqua e farina, cosa che, a leggerla, fa inorridire, mentre, a mangiarla è accettabilissima. Certo, non ne risulta niente di sontuoso, ma se la farcitura è, già di per sé, ricca di grassi, che contribuiscono a impregnare e insaporire la crèpe, la differenza è quasi impercettibile.


E così mi sono detta: perché no? In fondo il connubio crema di cioccolato/sciroppo dovrebbe bastare di per sé a mantenere il composto morbido e ad addolcirlo, quindi gli altri grassi si possono ben omettere.
Posso confermarvi che, a conti fatti, non mi sbagliavo, tranne un piccolo errore di valutazione riguardo allo strato superiore: volendo consumare il dolce oltre le 24 ore dalla preparazione, quindi nel caso, come noi, siate in due o, comunque, non abbiate ospiti, conviene non cospargere la superficie di cacao, come ho fatto io, ma spalmare anch'essa di crema, per conservarla umida, altrimenti tende ad asciugarsi.

In ogni caso, spero di avervi dato una dritta utile anche per altre preparazioni con le crèpes: avevo usato questo sistema anche per alcuni fagottini salati, ripieni di stracchino e prosciutto, da ripassare in forno velati di besciamella e, in quel caso, ancora più che con questo dolce, il risultato è stato indistinguibile da quello che avrei ottenuto usando latte e uova.

Ingredienti per le crèpes:

  • 230 gr di farina
  • acqua q.b.
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaino di cannella
  • poco olio per la padella


Ingredienti per la farcitura:

  • Crema spalmabile al cioccolato
  • Arance caramellate o marmellata di arance amare, con le scorze
  • Cacao in polvere

Procedimento:
Preparate le crèpes con la solita tecnica, utilizzando, però, per la pastella gli ingredienti che ho indicato. Dovreste ottenerne almeno 8, quindi, dato che devono essere un po' più spesse del normale, perché, una volta montato, il dolce non si afflosci, utilizzate un padellino da circa 18-max 20 cm. Disponete la prima crèpe in un vassoio, spalmatela di crema al cioccolato, guarnite con 2-3 pezzi di arancia e coprite con un'altr crèpes, ripetendo fino a esaurimento. Per la superficie, regolatevi come vi ho consigliato sopra: dovendo conservare il dolce per più di una giornata, spalmate anche l'ultimo strato di crema, poi guarnitelo a vostro gusto, altrimenti, se prevedete di consumarlo a breve, spolverizzatelo di cacao.

20 apr 2009

Cuori speziati ai mirtilli

Continua il piano di smaltimento dei frutti di bosco congelati: con questi biscotti ho finito i mirtilli, cosa che mi spiace un po', perché di tutto l'assortimento, erano quelli che preferivo.

I mirtilli sono noiosi da raccogliere, ovviamente dispongo dell'apposito rastrellino, ma preferisco farlo a mano: è un lavoro alienante, che mette alla prova la propria scorta di pazienza e la esaurisce. Oppure la fortifica, soprattutto se si è così bravi dal farsi assorbire completamente dall'aspetto manuale di tutta la vicenda e astrarre la mente.

Non vorrei apparire blasfema, ma è un dato di fatto che in quasi tutte le religioni l'aspetto confortante delle preghiere è proprio nascosto nella loro ripetitività e la stessa cosa vale per molte attività manuali: avete mai provato a ripetere un mantra? Ecco, raccogliere mirtilli è la stessa cosa: non posso garantire sull'aspetto salvifico, ma su quello consolatorio sì.

Insomma, quando ho visto questa ricetta, nel Libro d'Oro, e mi sono resa conto della compresenza, nella lista degli ingredienti e in casa, dei mirtilli e della marmellata di mirtilli, ho pensato che era proprio adatta a far fuori un po' di stanziamenti.

Sinceramente non ho seguito alla lettera le istruzioni, soprattutto per quanto riguardava la guarnizione dei biscotti: il libro suggeriva di velarli di composta e spolverizzarli di zucchero a velo, dalla foto veniva una cosa molto carina. Ma la mia incapacità nelle decorazioni è notoria e avevo cominciato a fare un impiastro, quindi ho preferito spalmarne abbondantemente la metà e accoppiarli, omettendo lo zucchero a velo, che non avevo.
Inoltre anche la composta l'ho realizzata senza aggiungere zucchero, perché la marmellata era già piuttosto dolce di suo.
Ingredienti per i biscotti:
  • 330 gr di farina
  • 1 cucchiaino abbondante di lievito in polvere
  • 180 gr di burro
  • 1 uovo
  • 100 gr di zucchero
  • 100 gr di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di cannella
  • qualche goccia di aroma di limone
  • 1 pizzico di sale

Ingredienti per la composta:

  • 4 cucchiai di marmellata di mirtilli
  • 80 gr di mirtilli

Procedimento:

Lavorare tutti gli ingredienti per i biscotti nel mixer, finché l'impasto non forma una "palla" e lasciar riposare in frigo per un'oretta. Nel frattempo cuocere la marmellata e i mirtilli in un pentolino, per 8 minuti dall'inizio dell'ebollizione.

Trascorso il tempo di riposo, stendere la pasta per i biscotti a un'altezza di 5 mm e ritagliarla con lo stampino a cuore (ovviamente va benissimo anche un altra formina, ma la ricetta parlava di biscotti per S. Valentino... vabbè, tanto è passato da un pezzo, fate dei fiorellini, va'). Cuocete i biscotti sulla teglia del forno rivestita di carta speciale per circa 12 minuti, a 180°. Quando si saranno raffreddati, spalmatene con la composta di mirtilli e copriteli con quelli vuoti.






24 mar 2009

Choco-Marzipanstollen


Per questa ricetta, devo ringraziare Precisina, che, inconsapevolmente, mi ha fornito la soluzione all'ormai annoso problema della fornitura industriale di pasta di mandorle con la quale i miei genitori mi avevano omaggiato tempo fa e la cui scadenza cominciava a farsi minacciosamente imminente.
Per la verità, questa ricetta l'avevo adocchiata appena l'aveva postata, all'inizio di dicembre, ma poi l'avevo messa da parte, ignorandone il carattere prettamente natalizio.

Tuttavia questo dolce è così buono che non vedo alcuna valida ragione per non riproporlo in ogni momento dell'anno: così, quando ho constatato che la quantità di pasta di mandorle che mi era rimasta era esattamente quella indicata tra gli ingredienti, mi sono detta che era un segno del destino e che era il momento di dadolarla e impastarla con uova, burro, cioccolato, per dare via a questo superbo


La ricetta originale la trovate qui, io l'ho riprodotta fedelmente, eccezion fatta per la scorza grattugiata di mandarino bio, che non avevo e che ho sostituito con una fialetta di aroma di arancio.




22 dic 2008

Dulce de Leche




Il dulce de leche me lo sognavo da un po'...

Ho cominciato a immergermi con la fantasia in questo condensato di insulina allo stesso tempo in cui mi tuffavo nei romanzi di Isabel Allende, dove è citato come il dessert per eccellenza dei giorni passati nella fazenda del nonno, quel burbero reazionario dal cuore d'oro mirabilmente ritratto ne "La Casa degli Spiriti".






E ho continuato a nuotarci tra le pagine di "Di Noi Tre" di Andrea De Carlo, quando Misia, sposatasi, dopo rocambolesche vicende, con un tenutario argentino di palese ascendenza nazista, invita Livio a tenerle compagnia in cucina, mentre pesca con un cucchiaio da un barattolo di dulce de leche, spiegandone all'amico la funzione consolatoria.













Il dulce de leche è uscito dalla mia testa, per farsi strada tra le mie papille gustative, qualche anno fa, quando ne avvistai una confezione al supermercato, Muccamù o qualcosa del genere si chiamava: fu amore al primo assaggio, un po' come quando ci si invaghisce di qualcuno in chat, poi si conosce e tutto quello che di bello ci si era immaginati si conferma.








Pensandoci bene, in chat questo non succede.




Che, però, una delizia del genere si potesse riprodurre anche in casa non mi era mai venuto in mente finché non ne ho trovato la ricetta su vari blog. Meno che mai avrei pensato che il dulce de leche si potesse aromatizzare e invece ne ho viste in giro versioni alla cannella e al the matcha.
Per cominciare, però, ho preferito provare quello classico, quello che sa di zucchero e basta e che proprio per questo non piace a nessun essere vivente di età anagrafica o mentale superiore ai 7 anni.
Infatti noi lo adoriamo, soprattutto spalmato sulle Nuvole Gentilini (che sostengo siano state create appositamente a questo scopo), soprattutto il mio compagno, che lo chiama "dolce di Lecce" ed è abbastanza convinto che si tratti di una specialità salentina.




Preparare il dulce de leche, comunque, è piuttosto noioso e anche un po' deludente, perché il procedimento è lungo, la resa è bassissima e non se ne può produrre in quantità, come per la marmellata, perché si conserva pochissimo, circa 2 settimane in frigo.
Diciamo che se vi capita un pomeriggio di pioggia, freddo, noia e solitudine potete tranquillamente dedicarglielo, ma in quel caso potete altrettanto tranquillamente fare dose doppia, perché per curare la solitudine non c'è niente di più adatto.





Da qualche parte ho letto che si può anche prepararlo con la macchina del pane, con il programma "marmellate", ma da qualche altra parte ho letto anche che per ottenere un buon risultato bisogna lanciare il programma per tre volte, dato che l'addensamento del dulce de leche è più difficoltoso di quello delle marmellate, e che comunque spesso occorre far ribollire il composto sul gas.





Tre ore di mdp mi sembravano decisamente troppe e quindi ho proceduto sul gas, mescolando pazientemente (più o meno) e sforzandomi di capire cosa fossero le "righe sul fondo della pentola" di cui si parla in tutte le ricette.In realtà, vedere le righe sul fondo di una pentola antiaderente in cui si sta cuocendo un composto lattiginoso secondo me è impossibile e quindi mi sono risolta di fare la prova del piattino inclinato, come per la marmellata, che ha parso funzionare.






La ricetta che ho usato l'ho recuperata su internet, ma, anche se è successo solo una settimana fa, non ricordo più dove: se qualcuno dovesse riconoscersi nel procedimento, sarei lieta di esserne informata e poterlo citare, anzi mi scuso per non farlo da subito.






Ingredienti:
  • 500 ml di latte
  • 150 gr di zucchero di canna
  • la punta di un cucchiaino di bicarbonato
  • 1/4 di stecca di vaniglia

Procedimento:

Versare in una casseruola antiaderente tutti gli ingredienti. Per quanto riguarda la stecca di vaniglia, io l'ho aperta, ho raschiato i semini, facendoli cadere nella pentola, e poi, per sicurezza, ho messo dentro anche la stecca aperta.

A questo punto comincia la prova di pazienza: si mette il tutto sul fornello a fiamma medio alta e, appena il composto comincia a scurirsi, si abbassa il gas al minimo. Occorre mescolare con una certa frequenza e controllare spesso la cottura, perché al dulce del leche per addensarsi occorre circa un'ora (ho spesso trovato scritto due, ma a me sono bastati approssimativamente 70 minuti), ma passare dallo stato liquido alla cristallizzazione è un attimo.

Quando il cucchiaio comincia a lasciare il solco nel preparato si fa la prova del piattino e se, dopo un minuto, inclinando il piatto, la goccia scivola lentamente, è pronto.

Nota: attenzione, a differenza della marmellata, la goccia non deve rimanere ferma, ma colare leggermente, perché il dulce de leche tende a intostarsi in frigo col passare del tempo, quindi è meglio se inizialmente è leggermente liquido.

Fuori dal fuoco, si mescola per altri 5 minuti e poi si versa nei barattoli (con questa dose ne viene uno medio-piccolo), si chiudono, e, appena freddi, si conservano in frigo.













4 nov 2008

Breakfast at Onde's



I miei genitori sono tornati dalla Francia...




Con un vagone di regali, tutti in tema più o meno gastronomico o profumoso...


... di cui vi parlerò via via che li utilizzo...


Intanto, però...




Vi mostro qual è stata la mia colazione di questi giorni...



... e vi invito a dividerla con me...