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12 set 2016

Mini Tuna Burger con Erba Cipollina e Granella di Cucunci


Questa faccenda di pubblicare ricette d’archivio risalenti alle tante occasioni liete dei primi giorni di ferie non giova un granché al mio umore… intendiamoci, quando sono rientrata dalla Francia, sono stata felicissima di rivedere tutte le persone a cui tengo, la mia casa, il mio gatto e per qualche giorno ho pensato di avere una vita perfetta. Riprendere la routine lavorativa ha tarpato le mie variopinte ali di leggiadra farfalla festaiola e creativa e mi ha fatto ricordare che nella vita reale l’80% del mio tempo è devoluto ad attività che richiedono l’inventiva di un panda gigante, ma non mi concedono la sua flemma.
Anche i tuna burger non sono particolarmente fantasiosi, ma almeno si possono preparare con calma, formare polpette a ripetizione è come recitare una specie di mantra ipnotico, e, dato che sono buoni sia appena sfornati che a temperatura ambiente, a patto di avere a disposizione qualche patata lessata già raffreddata, sono perfetti sia per una cena dell’ultimo minuto che per portarsi avanti sul programma quando si ha tempo di cucinare e metterli da parte per i giorni di magra.


Ingredienti:

Procedimento:
Lessa le patate a vapore, lasciale raffreddare completamente, pelale e schiacciale con un passapatate.
Trita finemente i capperi sciacquati, l’erba cipollina e il tonno e aggiungili alla purea di patate. Stempera il composto, che risulterà piuttosto sodo, con lo yogurt sufficiente a renderlo manipolabile. Avendo passato i capperi sotto l’acqua molto velocemente, il sale rimasto dovrebbe essere sufficiente a insaporire, ma controlla.
Mescola la panatura con la granella di cucunci e distribuiscila su un foglio di carta forno.
Con l’impasto forma delle palline delle dimensioni di un’albicocca e passale nella panatura, schiacciandole delicatamente, per dare loro la forma di una crocchetta.
Disponi i tuna burger in una pirofila leggermente unta, irrorali con ulteriore olio (va bene anche quello di conservazione del tonno) e inforna a 180° per 20’.

1 ago 2016

Focaccia di Farro in padella con Tonno, Pomodorini e Parmigiano



Rubata pari pari dal blog di Elisa, modificando il ripieno con una farcitura un po’ più estiva e soprattutto svuota frigo, che qui tra un po’ si parte e ci sono ancora barattoli di olive e confezioni di farina a metà, da sottrarre all’attacco delle terribili farfalline della dispensa.


L’impasto, meno arioso e più umido rispetto a quello della pizza, si accompagna bene con una bollicina frivola, l’ Otello Malvasia delle Cantine Ceci, da malvasia del Colli Parmensi, alture battute dal “marino”, una brezza leggera, che asciuga le uve e ne favorisce una sana maturazione. Come tutti i vini emiliani, la Malvasia Parmense, in secco o frizzante, ruota attorno alla gastronomia di questa regione ed è tradizionalmente in questo senso che viene interpretata, in accompagnamento a salumi tipici o pasta ripiena. Il mio è un po’ un azzardo, ma si è rivelato azzeccato per la delicatezza dei profumi di albicocche croccanti e mandorla verde, che non impegnano troppo da un punto di vista di aromaticità, e soprattutto in bocca, dove la vivace freschezza, la buona sapidità e il perlage alleggeriscono la compattezza dell’impasto e la tendenza grassa del formaggio.   


Ingredienti:





Procedimento:
Setaccia la farina, il lievito, il sale e il peperoncino. Aggiungi l’olio e l’acqua e lavora fino ad ottenere un impasto sodo.
Suddividilo in due porzioni, stendile alo spessore di un cm circa e sistema la prima sul fondo di una padella sporcata d’olio e ricoprila con il tonno sfilettato, i pomodorini e il parmigiano grattugiato. Copri con l’altro disco di pasta, sigilla bene i bordi e cuoci a fiamma media, coperto, per 4 minuti. Gira la focaccia e completa la cottura dall’altro lato, sempre per 4 minuti.



22 lug 2016

Polpettine di Quinoa, Menta e Pecorino con Olive e Pomodorini semisecchi


E va bene, non sono un’amante delle presentazioni troppo elaborate e delle microporzioni, però in certe occasioni il finger food è inevitabile. Si comincia con l’invito a una cena di inaugurazione di una casa, poi emerge che il menu dev’essere vegetariano e senza glutine. Dopo qualche messaggio salta fuori che servono delle sedie. Nessuno ha sedie pieghevoli . Sarà un buffet in piedi.


Prima prometto di portare l’alcool e tutta la mia simpatia (ovviamente sulla simpatia sto scherzando, non pervenuta), poi vince l’amor proprio: il Cuvée Prestige Bellussi, una formula così innovativa, che deborda dalle righe della tradizione spumantistica italiana, per sottoporre il pinot noir, tipico dei metodi classici dell’Oltrepò, a uno charmat lungo e imprigionandolo in un packaging tanto accattivante, merita un accompagnamento altrettanto posh, a dispetto del poco margine di manovra rimastomi e della mia inesperienza in materia di quinoa.



Le polpette di quinoa sono frabili, struggenti, e, con l’aggiunta di un po’ (un bel po’) di formaggio in più, consumate calde, scommetto che siano un favoloso comfort food invernale.
Questa è la versione estiva, chiassosa come un mercatino freak.


Ingredienti:

Procedimento
Cura la quinoa e lessala come da istruzioni sulla confezione. Normalmente la quinoa che si trova in commercio è già stata trattata in modo da eliminare le saponine, ma, per sicurezza, quasi sempre si consiglia di tenerla in ammollo, cambiando l’acqua diverse volte, e sciacquarla.
Per i tempi di cottura, regolati in base a quando i semini cominceranno a germogliare nell’acqua in ebollizione.
Scolala e lascia raffreddare
Nel frattempo, polverizza l’amido di mais con i semi di sesamo e metti da parte; monda e affetta i cipollotti e falli insaporire in padella, con un filo d’olio. Tritali col pecorino e la menta e aggiungili alla quinoa. Incorpora l’uovo.
Se la consistenza dell’impasto fosse troppo morbida puoi aggiungere un po’ di amido o pangrattato senza glutine, in ogni modo cerca di non renderlo troppo sodo.
Forma delle polpettine della misura di una noce, passale nel composto di sesamo e disponile su una teglia.
Irrorale con un fil o d’olio e lasciale riposare in freezer per una mezz’ora, mentre preriscaldi il forno alla massima temperatura. Infornale, chiudi immediatamente lo sportello e abbassa a 180°. In questo modo si creerà uno shock termico che permetterà la formazione di una crosticina croccante, mentre l’interno, pur cuocendo, rimarrà friabile.
Cuoci per 35 minuti e lascia raffreddare.
Al momento di servire, crea dei piccoli spiedini, fermando su ogni polpetta un pomodorino e un’oliva, con uno stuzzicadenti. 

13 mag 2016

Cestini di Salvia al forno con Mozzarella e Acciughe




Sabato scorso, durante un trekking, faticoso ma molto bello, sull’Appennino Bolognese, tra boschi e borghi medioevali, mi sono imbattuta in un rudere, che forse un tempo era stato un grazioso buen retiro lontano dal caos, circondato da cespugli altissimi di salvia, salvia dalle foglie così grandi che per un attimo ho creduto di essere Alice in Wonderland dopo aver bevuto la pozione per rimpicciolire.
L’avrei raccolta tutta. Adoro la salvia fritta, anche quella semplice, senza ripieno, ma soprattutto quella farcita con mozzarella e acciughina e fermata con uno stuzzicadenti. Già mi vedevo a calare le foglie grondanti di pastella nell’olio bollente, con la cappa accesa al massimo, le finestre spalancate e la chef candle accesa nel tentativo di arginare l’odore di frittura che, in 50 mq, rischia di trasformare il tuo loft open space in un forno crematorio.
Un’immagine assai poco poetica, insomma. Golosa, ma troppo laboriosa e sporchevole.



Mi ha soccorso un mio amico, regalandomi la sua ricetta dei cestini di salvia al forno: utilizzando una quantità sufficiente di grassi e pane grattugiato si ottiene la stessa croccantezza del fritto, la sapidità e i profumi sono assicurati dagli ingredienti del ripieno e dopo non c’è proprio niente da pulire, puoi serenamente goderti l’antipasto.



Ingredienti:


Procedimento:
Affetta le mozzarelle a cubetti e mettile a scolare in un colapasta, per eliminare l’eccesso di siero.
Nel frattempo, imburra una teglia da muffin e cospargila di pane grattugiato. Fodera ogni stampo con le foglia di salvia, a creare una sorta di “nidi”. Distribuisci all’interno la mozzarella e completa con un’acciughina. Cospargi la superficie con altro pangrattato e inforna a 180° per 15’. Alza la temperatura al massimo e fai gratinare per 5’, sforna e lascia riposare 10 minuti prima di sformare i cestini.


18 apr 2016

Olive marinate all'Arancia e Anacardi appiccicosi


E dopo il dessert, un paio di agganci per sfangare in scioltezza anche l'antipasto o l'aperitivo.
Tanto per ribadire che, un po’ come i sommelier che nel vino sentono tutte quelle cose, anche le mie doti culinarie sono una grandissima truffa.  


Ingredienti per le olive all’arancia:

Procedimento:
Punzecchia le olive con una forchetta e mescolale con le spezie finché non ne saranno rivestite e coprile col succo d’arancia. Lascia marinare per almeno mezza giornata.

Ingredienti per gli anacardi caramellati:
  • 4 cucchiai di sciroppo d’agave (Luna di Miele)
  • un cucchiaio di olio di semi di girasole
  • una presa di fleur de sel
  • una presa di miscela di spezie cajun
  • 100 gr di anacardi

Procedimento:

Scalda a fiamma dolce lo sciroppo d’agave, l’olio, il sale e le spezie. Aggiungi gli anacardi e mescolali per un paio di minuti per avvolgerli completamente con il composto. Rovesciali su un foglio di carta forno e lasciali raffreddare prima di distribuirli nelle coppette

4 dic 2015

Sbrisolona di Zucca allo Stracchino


Oggi parto per Il Friuli e sono molto felice. Vado a trovare un’amica carissima, che non vedo da tanto tempo, nella sua nuova casa, dove trascorrerò questo “ponte” dell’Immacolata.
Per questi giorni abbiamo moltissimi progetti… il Carso, i ristoranti tipici, le cantine, i mercatini dell’Avvento, fare l’albero di Natale insieme, conoscere il suo gatto.
Insomma, malgrado tutto, malgrado l’anno un po’ caotico appena trascorso, ricco di cambiamenti, malgrado il mio tradizionale cinismo, malgrado me, mi sto affacciando anch’io sul panorama dello spirito festivo.
Già con l’ultimo post mi ero un po’ intenerita, suggerendoti un regalino a sfondo gastronomico, adesso comincio a riflettere sui piatti da proporre nelle occasioni di ritrovo che si creano in questo periodo. Non me la voglio raccontare, il mio Natale si festeggia in sordina, non siamo una famiglia numerosa, siamo vegetariani, io a pranzo non bevo alcolici, nemmeno per il brindisi, e nessuno gioca a tombola. 


Quindi, più che del pranzo solenne, più che della santificazione della festa con un’indigestione, qui troverai idee per le cene con gli amici in cui ognuno porta qualcosa, i buffet, i the pomeridiani per lo scambio dei regali, le visite inaspettate per scambiarsi gli auguri, che poi si trasformano in cene improvvisate, da preparare in pochi minuti.
Questa è una torta salata originale, soprattutto per la consistenza friabile della base e della copertura, mentre il ripieno riesce piuttosto compatto. Ma non dovrebbe essere il contrario?


Ingredienti:

Procedimento:
Trita grossolanamente i semi di zucca, lasciandone qualcuno da parte per la decorazione. Mescolali con la farina di zucca, sala, quindi lavora il tutto a piccoli colpi di mixer con il burro freddo di frigo, ridotto a cubotti, fino a ottenere delle briciole.
Cospargi con circa 2/3 di esse il fondo di una tortiera leggermente sporcata d’olio e sfiocchetta lo stracchino sulla base. Copri con il resto delle briciole e cospargi con i semi di zucca rimasti e il sale nero.

Inforna a 180° per circa ½ ora. 


Per accompagnare, vista la tendenza dolce del piatto, messa in discussione soltanto dai granelli di sale nero, opterei per un vino caratterizzato da una buona freschezza, ma anche abbastanza strutturato da sostenere il formaggio, seppur fresco. Uno Chardonnay siciliano delle Cantine Settesoli è una scelta appropriata, perché questo vitigno, che si declina in molteplici modalità in base al territorio e al clima dell’area di coltivazione, in Sicilia assume una personalità esuberante, fatta di profumi acerbi e croccanti di mela seguiti da un’esplosione di sentori tropicali di fiori e frutta gialla, che si stemperano in un fondo caramellato. Al palato è decisamente fresco, con una nota sapida, bilanciata da un’ottima morbidezza. 

9 ott 2015

Cous Cous con Bacche di Goji e Lenticchie di Puy al Cardamomo e Oolong



Finalmente per questo cous cous ho una storia da raccontare :)

Da qualche mese sono tornata a una mia antica passione, ho staccato gli scarponi dal chiodo e ho ripreso a fare trekking. Spesso si tratta di vere e proprie escursioni impegnative, che prevedono un rapido pranzo al sacco, comodo da portare in uno zaino da non appesantire troppo, causa dislivelli importanti. Talvolta sono  passeggiate, magari lunghe, ma semplici, che culminano nel cosiddetto “pic nic condiviso”. 


Questi pic nic mi hanno insegnato molto: innanzitutto che non è importante quanto raffinato o costoso è il tuo contributo, c’è chi porta un vasetto di olive o una vaschetta di affettati, chi un po’ della frittata avanzata del giorno prima, chi una dip confezionata da spalmare sul pane alle noci fatto in casa da qualcun altro più volenteroso, chi prepara un sandwich solo per sé e poi, imbarazzato, lo taglia in 10 quadratini. 


Un’altra cosa che ho imparato è che non si portano contenitori o stoviglie monouso, anche se l’intenzione è quella di riportare il pattume a casa e differenziarlo: si utilizzano tupperware, contenitori per bento e altri graziosi articoli da picnic, tutti riutilizzabili. Sono ammesse le teglie di alluminio per pizze, lasagne e torte salate, se non altro per gratitudine nei confronti di chi le ha portate ;) e i tovagliolini di carta, ma per il resto si cerca di minimizzare la produzione di rifiuti, una regola che del resto sarebbe necessario applicare sempre.


La cosa più importante da tenere presente, però, è che a questi ritrovi partecipano moltissime persone che seguono un’alimentazione vegan. Si può decidere di disinteressarsene, normalmente, chi ha esigenze particolari provvede a sé stesso, ma io preferisco sempre preparare qualcosa che possano mangiare tutti e cucinarla in maniera il più possibile interessante, perché credo che  tutto sommato i vegan seguano uno stile alimentare molto sano e, anche se non potrei mai aderirvi del tutto, sono felice di farlo part time ed educare il mio gusto ad avere sempre meno bisogno dei prodotti di origine animale.


Questo cous cous è piaciuto  molto a tutti, persino ai carnivori più convinti, tanto che l’ho riproposto ieri sera anche alla ragazza israeliana che sto ospitando in questi giorni, accompagnato, in suo onore (sia del cous cous sia della mia amica) da un Pepi, uno splendido Sauvignon altoatesino della Cantina Tramin, proveniente da vigneti arroccati su terreni calcarei e caratterizzati da esposizioni al sole molto diverse tra loro. Questi fattori ambientali, oltre a una lunga sosta sui lieviti, in botti di rovere, ne sublimano le caratteristiche varietali: olfattivamente, all’impatto iniziale di erbe officinali, salvia in primis, e selvatiche, seguono aromi più intensi che richiamano la frutta tropicale e nostrana a polpa gialla, quella non troppo matura, in cui è ancora presente un fondo acidulo. Queste note si replicano al palato, nella freschezza e nell’acidità spiccate, che lo rendono perfetto per equilibrare la “pastosità” dei legumi e del cous cous, mentre il the e le spezie trovano nell’aromaticità tipica di questo vitigno un garbato contrappunto. 


Ingredienti





Procedimento
Estrai i semini dalle bacche di cardamomo e pestali al mortaio.
Metti nella pentola a pressione le lenticchie, il the avvolto in una garza o in un filtro adatto alla cottura, il cardamomo e il dado. Copri d’acqua, chiudi il coperchio e cuoci per 15’ dal fischio. Elimina il filtro con il the e aggiungi il cous cous, in maniera da farlo gonfiare nell’acqua di cottura delle lenticchie e fargli assorbire tutti gli aromi.
Lascia riposare coperto per 10 minuti, aggiungi le bacche di goji e aggiusta il condimento con olio e limone a piacere.
E’ buono sia tiepido che freddo.

29 set 2015

Peperoni Ripieni Evergreen #2



Dicevamo quindi di finirla con le ricette estive, ma, quando le temperature sono ancora incerte, un po’ come si continuano ad indossare magliettine con le maniche corte e un golfino legato in vita perché non si sa mai e non ci si decide ad inaugurare il guardaroba autunnale, anche le mie scelte alimentari stentano un po’ ad assestarsi sul cibo consolatorio.
Questi peperoni avevano un aspetto magnifico: piccolini, quasi da finger food, sodi, di un bel rosso cupo, ed erano sistemati in un angolo della bottega dove mi servo abitualmente, accanto a tanti altri tipi di peperone davvero insoliti… ovviamente ho comprato anche quelli, insieme agli ultimi pomodori.


Beh, parlo di qualche settimana fa, adesso in cucina mi fa compagnia una zucca (immensa)… ma ormai i peperoni li ho cucinati, farcendoli con il più classico dei ripieni e accompagnandoli con un’altrettanto immancabile presenza delle cene informali di fine estate, il “bianco frizzantino”, un Daphne Medici Ermete, felice esempio della categoria: ottenuto da Malvasia di Candia, si distingue per il colore paglierino intenso, che, già racconta di frutta gialla matura, molto matura, quasi compostata, con una nota di miele, seguita da un fondo aromatico. In bocca è fresco, fine, armonioso e si sposa felicemente con gli antipasti della tradizione nazionale.



Ingredienti:



Procedimento:
Metti i capperi in ammollo, sciacquandoli frequentemente e cambiando l’acqua ogni volta, per eliminare il sale in eccesso.
Nel frattempo taglia la calotta a 12 peperoni, elimina il torsolo e i semi all’interno e disponili in una teglia leggermente oleata.
Monda anche i peperoni rimanenti, la cipolla e affettali grossolanamente. Inseriscili nel boccale del mixer, insieme al tonno, al parmigiano, ai capperi scolati e agli aromi. Frulla tutto per ottenere un composto omogeneo e diluiscilo con lo yogurt necessario a renderlo fluido.
Distribuiscilo all’interno dei peperoni, cospargi la superficie con la granella di cucunci e ricopri ciascun peperone con la propria calotta.
Inforna a 180° per circa 30-40 minuti e servi tiepido o freddo.  

17 lug 2015

Piccoli Breadless Burger di Pomodori alla Provenzale e Patate alla Paprika



Qualche settimana fa, una mia amica mi ha segnalato un servizio molto carino sui cosiddetti “breadless sandwich”, tramezzini in cui il pane viene sostituito con verdure o altri ingredienti atti ad accogliere una farcitura. Ho trovato l’idea piuttosto interessante, soprattutto per lo sforzo di fantasia che richiede: il pane è un ingrediente neutro e, salvo l’utilizzo di farine molto caratterizzanti, ammette un po’ qualsiasi abbinamento. Un involucro di cetriolo o di formaggio pretende una ricerca più accurata.
Sicuramente ne sperimenterò molti altri, per il momento vinco facile con dei mini burger precotti, racchiusi nei pomodori arrostiti e profumati di erbe di Provenza.
Per i vini rossi fa un po’ troppo caldo, ma temo che un bianco non si sarebbe adattato alla succulenza dei burgerini. Il Lambrusco, io ho scelto il Concerto, della Cantina Medici Ermete, è un compromesso ragionevole, perché si può servire fresco e, pur nella sua immediatezza, presenta quel minimo di “durezza” atto ad asciugare il palato dalla componente grassa della carne, grazie alla bollicina vellutata, mentre i profumi fruttati e l’armoniosa rotondità, fanno da contrappunto alla componente acida del pomodoro, sia pure stemperata dal lungo passaggio al forno.




Ingredienti:

  • 26 pomodori maturi non molto grandi (tipo quelli a grappolo)

  • erbe di Provenza (Cannamela)

  • sale

  • pepe

  • olio evo

  • due confezioni di Burgherini con Patate (Amica Natura)

  • paprika (Cannamela)

  • Procedimento:
    Taglia a metà i pomodori, disponili in una teglia con la parte bombata rivolta verso l’alto, cospargili di erbe di Provenza, sale pepe, irrorali con un filo d’olio e arrostiscili a 180° per 30 minuti, nella parte più alta del forno. Trascorsi 10 minuti aggiungi il contenuto delle due buste, spolvera i burgherini e le patate con la paprika e inforna di nuovo per il tempo rimanente. Alza la temperatura al massimo, imposta la funzione grill e fai dorare per altri 5 minuti.
    A cottura ultimata, componi i “sandwich” riaccoppiando i mezzi pomodori con un burgherino come farcitura.
    Fermali con uno stuzzicadenti e servi subito.



    13 mag 2015

    Cake di Zucca con Formaggio di Capra, Nocciole Tostate e Finocchietto Selvatico


    Premessa: riconosco una sfinente ripetitività negli ingredienti delle mie ricette. C’è stata la fase dei cipollotti, adesso sono passata al finocchietto selvatico. No, non è che mi è partita una vena, è che a) non sono abituata a fare la spesa per una persona sola; b) non credo di volermici abituare perché ho scoperto che le confezioni piccole in proporzione costano di più, quindi continuo a comprare cibo per un reggimento e a fare la dieta dissociata, del tipo che ogni mese è dedicato in via esclusiva a un alimento. 


    Adesso è stagione di finocchietto e siccome lo trovo nei campi e non costa niente ne ho raccolto un casino.
    Penso di avere ancora una decina di ricette da pubblicare a riguardo. 


    Questo cake l’ho preparato per il pic nic del 1° Maggio e ha avuto un successo strepitoso, anche se, sinceramente, adesso posso dirlo, avevo dimenticato il lievito. Nella ricetta qui l’ho inserito, comunque viene bene anche senza. La farina che ho utilizzato è un mix particolare, che mi ha permesso di abbinare, finalmente, due ingredienti, il finocchietto e la zucca, che, altrimenti, per stagionalità, non si incontrerebbero mai.


    Al pic nic avevo portato anche una confezione di Cedrata Tassoni, che, oltre ad essere buonissima, fa sempre una gran figura per via delle bottigliette rétro. 


    Ingredienti:
    • una manciata di nocciole (Eurocompany)
    • un mazzetto di finocchietto selvatico
    • 100 gr di formaggio di capra (Amalattea)
    • 180 gr di farina di zucca (Zucca Party Novaterra Zeelandia)
    • una bustina di lievito per torte salate
    • 1 pizzico di sale
    • 100 ml di latte di capra parzialmente scremato (Amalattea)
    • 100 ml di olio extravergine di oliva (Adamo Bio)


    Procedimento:
    Pesta grossolanamente le nocciole al mortaio e tostale brevemente in padella, badando a non bruciarle.
    Trita al mixer il finocchietto e il formaggio di capra.
    In una fondina, setaccia la farina, il sale e il lievito. Sbatti le uova, stemperale con il latte e l’olio e incorpora il trito di formaggio e finocchietto. Versa sulle polveri e mescola sommariamente, come se preparassi dei muffin.  Al termine aggiungi le nocciole.

    Versa l’impasto in uno stampo da plum cake sporcato d’olio o foderato di carta speciale e inforna a 180° per circa 30 minuti o finché uno stuzzicadenti conficcato al centro del cake non ne uscirà pulito. 

    8 mag 2015

    Pizza al Limone, con Caprino Fresco, Finocchietto Selvatico e Pepe Rosa


    Contrariamente alla maggior parte della popolazione mondiale non impazzisco per la pizza. Mi piace, intendiamoci, ma mi piace quella di casa, quella che la mia amica Lara chiama “la pizza di mamma”, di spessore medio e ben guarnita. Detesto la pizza sottile, quella specie di velo di pasta che ti servono in pizzeria, che si impregna di pomodoro e sembra di mangiare uno stagno, ma anche quella da asporto, che sembra un panino al pomodoro.




    Per me la faccio poco e, quando mi ci metto, la vesto sempre d’ingredienti assurdi e strani, che a tutto fanno pensare fuorché alla pizza della tradizione.


    Questa è buonissima, l’idea mi è venuta sfogliando Sale&Pepe, che proponeva una pizza al limone con provola affumicata. Secondo me non c’entra niente, il limone sta bene col caprino. Punto.


    E col Grecanico, un vitigno di cui si parla poco e che spesso sparisce nei tagli di qualche vino di più chiara fama. Laddove è proposto in purezza si lavora minuziosamente per esaltarne l’aromaticità, spesso paragonata a quella del Sauvignon Blanc, che permette un consumo a temperature un po’ più alte di quelle a cui normalmente si servono i bianchi, perché il trionfo decadente di fiori chiari (gelsomino in particolare) un po’ passiti, da cui si viene investiti accostando il naso al calice, si possa esprimere nella sua seduttività. Più fresco, data la sua tipica acidità, diventa un gradevole aperitivo o un ideale accompagnamento per pizze, focacce e altre stuzzicherie, bilanciando la caratteristica tendenza grassa/untuosa di queste portate.



    Ingredienti:

    Procedimento:
    Introduci i primi 7 ingredienti nel cestello della macchina del pane, nell’ordine indicato nelle istruzioni del produttore e avvia il programma impasto e lievitazione. Al beep per l’aggiunta degli ingredienti unisci la polvere di cappero.

    Al termine del programma, estrai l’impasto, sgonfialo e dagli un giro di pieghe a tre. Dopo 15 minuti, stendilo in una teglia grande o due piccole e distribuisci sopra il caprino a fette sottili, il limone confit con un po’ dell’olio di conservazione e il finocchietto suddiviso in rametti. Spolvera di bacche di pepe rosa leggermente schiacciate con le dita, fai lievitare ancora una mezz’ora e inforna a 200° per circa 20-25 minuti. 

    27 apr 2015

    Mozzarella Ripiena di Tonno Marinato con Salsa di Cipollotti in Agrodolce


    “La spesa dei single (e di tutte le volte in cui ho desiderato che l'Ikea fosse vietata alle coppie)”
    “se non siete mai entrate all'Ikea subito dopo una separazione non potete capire.
    Ovunque ci sono solo coppie. Coppie che si insultano per un divano o si giurano amore eterno davanti a una libreria a moduli, coppie in cui lui è palesemente una vittima e lei sta decidendo tutto, coppie che cenano con i piccoli hot dog al bistrò, coppie che girano per gli scaffali con le loro matitine innocenti o comprano quei piccoli cactus a forma di cuore che fanno tanto amore subito. Amori fra la nascita e la morte uniti da una busta gialla (se ti piace prendila blu, tesoro) mentre tu sogni solo di arrivare velocemente a casa col tuo pacco di bicchieri da vino e i tovaglioli di carta, abbandonando alla cassa lo scaffale a ripiani perchè pesa troppo e nessuno te lo caricherà in auto. Un dramma. La verità è che il mondo ha bisogno di più spazi chiusi alle coppie.”


    Queste, più o meno, esposte meglio di quanto non saprei fare io, le riflessioni che mi sono portata a casa dopo un pomeriggio in giro per mobilifici, passato a staccare assegni per mettere una pezza di lusso su dieci anni di gran baggianate.

    Per rimanere in tema, quella sera ho mascherato a festa anche il più classico dei piatti “solteros”, l’insalata di tonno e mozzarella.

    Le dosi, ironia della sorte, sono per due persone.


    Ingredienti:




    Procedimento:
    Sgocciola il tonno e sbriciolalo grossolanamente con una forchetta. Lascialo marinare con 2 cucchiai d’olio, la polvere di cappero e il sale, mentre prepari la salsa.
    Monda i cipollotti e affettali finemente. Scalda un filo d’olio in una padella capiente, aggiungi le acciughe e lasciale sciogliere poi unisci i cipollotti, cospargili con poco sale, per facilitare il rilascio del liquido di vegetazione, e stufali finché non saranno morbidi.
    Versa la salsa di soya, lo zucchero e fai ridurre un po’ a una consistenza sciropposa, spegni il gas e mantieni in caldo.
    Dividi la mozzarella a metà, trasversalmente e scavane delicatamente l’interno con un cucchiaino, in modo da ricavare due “ciotoline” e riempile nuovamente con il tonno, la sua marinata e la polpa della mozzarella che hai appena estratto, tagliata a cubotti.
    Servi immediatamente, con una colata di salsa di cipollotti e gli snack al farro.



    Le dosi del vino, no, decisamente sono per una persona, non nel senso che devi necessariamente seccarlo in una volta, ma che io un vino così non lo sprecherei per qualcuno che non sono io.

    Vinosia propone un Fiano di Avellino, il Le Grade, di grande eleganza, un prodotto decisamente slanciato, ammorbidito, nella sua naturale freschezza, da una parziale malolattica, che lo investe di una complessità maggiore delle versioni base, stratificandone profumi e struttura al di là delle note balsamiche e fruttate varietali, spostandolo verso la burrosità del cioccolato bianco. Successivamente la nota minerale si fa strada e si ribadisce al palato, lasciando spazio, poi, in una progressione inversa rispetto a quella olfattiva, alle note di menta, salvia e fiori bianchi.