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lunedì 8 novembre 2010

Saint Honoré dello Ziopiero

(Sottotitolo: il-lo-la i-gli-le)

Primo dilemma: si articola al maschile o al femminile?
LA Saint Honoré o IL Saint Honoré....?
Uffa, ci ero passato per il/la Millefoglie...il/la gorgonzola...ora pure il/la Saint Honoré...

Mah...proviamo ad andare avanti cercando di non utlizzare l'articolo, o meglio usando dei sinonimi o qualche altro strategemma....un po' come facevo a scuola quando ero indeciso... avete presente i dubbi amletici?
Camice o camicie? Ricordo nel classico tema "Racconta delle tue vacanze", mi avventurai nella descrizione di cosa misi in valigia e alla voce 2 camicie (ma all'epoca non sapevo come si scrivesse il plurale), scrissi:
una camicia, anzi ora che ricordo bene erano due!
Ahahahaahah

...e l' andata a capo. L'azzeccavate? Mi impazzivo sempre...voi come facevate? Le sapevate tutte le regole? E come vi regolavate?
Io mi regolavo così: quando arrivavo verso la fine del rigo (o delle riga? Uff) scrivevo o un po' più largo o un po' più stretto proprio per evitare di dovere troncare la parola per andare a capo.
E così i miei temi erano ricchi di parole corte (quindi facilmente posizionabili) dai 3/4 del (della?) rigo (riga?) in poi.
Visti da lontano e strizzando gli occhi si  potevano riconoscere a distanza!!! Ve li immaginate?
:D :D: D

Dunque, questo dolce (tiè, il primo è andato) racchiude diverse basi della pasticceria: ci sono infatti creme, chantilly, sfoglia, caramello, pasta choux, pan di spagna (tutto attaccato? e spagna va scritto con la lettera maiuscola? Devo invetarmi uno strategemma pure qui), l'uso della sac a poche, la tecnica di inglobare due composti...insomma di capacità e di lavoro questa torta (e vai, evitato anche qui!!!!) ne richiede.

E poi, come ogni ricetta, a seconda di dove vai o di chi te la fornisce, troverai versioni differenti.

Nel mio caso vi dico subito che la mia musa ispiratrice è stata Antonia, si sempre lei.
Tempo fa pubblicò su Gennarino questa sua versione, poi mi telefonò e mi disse, col suo inconfondibile accento partenopeo (voi immaginatevela):
"Pie', guarda che la devi fare,eh? Ci conto"

...e voi sapete che quando Antonia chiama, Ziopiero risponde sempre!!!!
(ma che faccio oggi? Link pure il mio profilo!!! Aahahahahah)

Ho letto, ho studiato, ho chiesto, ma qualcosa non mi quadrava...sentivo che il mio senso estetico e il mio gusto avevano bisogno di qualcosa di diverso, una modifica, anche se piccola, ma la dovevo apportare.

Dunque, dicevamo che la torta (e tre, anche qui l'abbiamo sfangata con l'articolo) racchiude le basi della pasticceria, per cui concettualmente non è difficile, ma alla fine vi accorgerete che richiede impegno e tempo, per cui - specialmente per chi lavora e passa gan parte della giornata fuori casa - richiede anche organizzazione e programmazione dei tempi.

Ora vi dico come l'ho pensata io e poi vi proporrò anche una tabella di marcia:

Allora: lo strato di pasta sfoglia sotto ci vuole necessariamente, e fin qui siamo tutti d'accordo.
Dopo di che ho steso uno strato di salsa al cioccolato, la mia, quella che faccio sempre come copertura dei Profiteroles, che poi è la stessa che ho usato anche nel Parfait di Mandorle, dove troverete descrizione e procedimento.
Poi ho adagiato un sottile strato di pandispagna (qui tutta una parola, dimezziamo i rischi di errore), imbevuto con del marsala (o della marsala? in fondo finisce per "a", dovrebbe essere di genere femminile, no?).
Altro strato di cioccolata. (questa è una parola che adoro, la puoi usare sia al maschile sia al femminile... mmmmmmm, e non adoro solo la parola....)

Poi con la pasta dei bigné ho fatto sia un anello da sistemare sopra la sfoglia, dopo che questa è stata sfornata e calcolando che la pasta dei bigné cresce in cottura, sia tanti bigné (tanto se avanzano sapete cosa farci, vero?).

L'anello e i bigné li ho farciti con la mia chantilly di zabaione.
(ovviamente l'anello va tagliato a metà e poi riempito; i bigné li ho riempiti da sotto)

Quindi ho preparato il caramello, ho spennellato l'anello, ho sistemato i bigné (il caramello fa anche collante in modo che i bigné non cadano), e poi spennellato anche i bigné.

Ultime rifiniture: be', le potete vedere dalla foto. Panna tra i bigné e al centro a vostro piacere.

(clickare per ingrandire)

A dir la verità per la rifinitura centrale, al posto della panna, avrei voluto mettere una crema chiboust, ma vi confesso che ero stretto nei tempi per cui ho approfittato del fatto che la panna l'avevo già bella e montata per cui non ci ho pensato su due volte e l'ho usata.

A proposito dei tempi, come tabella di marcia vi suggerisco questa, partendo dal presupposto che la pasta sfoglia l'avete pronta nel freezer (quella non vi deve mai mancare) e che consumerete il dolce il quarto giorno a pranzo:

Primo pomeriggio: pan-di-spagna (coi trattini mi piace di più!). Per conservarlo celofanatelo (si potrà dire?)
Secondo pomeriggio: zabaione e crema di cioccolato. Coprite con celofan e mettete in frigo
Terzo pomeriggio: cuocete la sfoglia, fate e cuocete la pasta bigné
Quarto giorno (mattina): Montate panna, fate chantilly, fate caremello, montate la torta.

Chiaro?
Dolce lungo e impegnativo, ma di gran soddisfazione.
Volete sapere com'è? Ahahahaahhaah Davvero, ve lo devo dire? Sicuri?

...questa volta ve lo lascio immaginare....non ho parole per una descrizione....davvero!!!! Posso solo urlare:

Saint Honoré Forever !!!

...e anche questa volta son riuscito ad eviatre l'articolo!
(furbi gli anglosassoni: THE e te passa a paura!!!! :D :D :D)

Grazie e alla Prossima

Lo Ziopiero

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lunedì 1 marzo 2010

Croquenbouche – Un Lavoro di Gruppo


Vi già parlato di quel famoso sabato in cui ci siamo riuniti da me abbiamo pasticciato per un intero pomeriggio? Paoletta ne ha già parlato in questo magnifico reportage.

Cucchiaiate di risotto di pesce si mescolavano al cioccolato che si temperava; fiotti di zabaione che volavano in mezzo a besciamelle, fette di pane toscano finite in mezzo alla pasta di zucchero.
Ne sono uscite di tutti i colori. Ahahahaah

Tra le varie cose, come ad esempio le Piadine, abbiamo fatto anche il Croquenbouche di Gruppo!

Come sapete è un dolce di alto impatto visivo e particolarmente succulento; inoltre, come vedremo, racchiude diverse tecniche di base messe assieme; il bello è che si puo’ preparare in varie fasi, per cui vi suggerisco di dividervi il lavoro, per esempio così:

Per prima cosa in un momento della vostra vita preparatevi dei bignè e congelateli.
In un altro momento preparate del Pan di Spagna e congelate anche questo.
Il giorno prima di assemblare il Croquenbouche, preparatevi dello zabaione.

Il croquenbouche è praticamente fatto!!!

Ma come fatto?!?!? Si, fatto!!!

E adesso vi spiego come:

Il giorno fatidico “uscite” dal frezeer i bignè.


Montate la panna, e per fare la chantilly incorporateci lo zabaione; sapete come fare, no? Nooo?
Vabbe’, ve lo dico rapidamente.
Una volta freddato lo zabaione, dategli una prima veloce rimescolata con una forchetta, giusto per ridargli vigore! Poi prendete una cucchiaiata di panna montata e incorporatela allo zabaione; altra cucchiaiata, altra incorporata fino ad ottenere una cremina meno densa. A questo punto unitela al resto della panna montata e con la solita tecnica del mescolamento dal basso in alto (qui ho fatto anche un filmato), unite i due composti senza smontare la panna, quindi l’operazione va fatta con la giusta delicatezza. Fatto? Ora avete la vostra chantilly di zabaione! Riempiteci i bignè. ;-)



Fate il caramello, come spiegato bene qui.

Tutto facile, fino ad ora, no?

Dai, prima di pubblicare questa ricetta vi ho rimbambito di filmati sulle tecniche di base, quindi tutto chiaroooo? :)))))

“Sporcate” il bigne col caramello e iniziate a costruire il croquenbouche secondo la forma che più vi piace (a cono o a cilindro). Il caramello vi aiuterà a tenere uniti tra loro i bignè (e li renderà ancora più gustosiiiii)



In mezzo metteteci delle fette di pandispagna bagnato con del liquore a vostro piacimento, volendo essere libidinosi anche una ganasche di cioccolato (sciogliete uguale peso di panna e cioccolato fondente, o esagerate col cioccolato, ma non andate oltre il doppio del peso della panna)
Continuate con il vostro grattacielo.




Ora viene il bello: la decorazione!!!

Con il caramello che vi è avanzato dovrete essere così bravi da trovare la giusta temperatura per fare questo:


Fate colare fili e filamenti secondo il gusto estetico che più vi aggrada. Qui vi potete sbizzarrire con il vostro estro (‘mazza che cacofonia!)!

Silvia dalle mani d’oro ha composto questa splendida rosa ... :))))



...e alla fine mi hanno fatto questo regalo:




Non è meraviglioso? :))))))

Silvia, Mariella, Antonia, Martina, Stefania (Cat) …dimentico qualcuno?!?!?

Anisceeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!

Vabbe', ma lei 'un'ha miha 'uscinato! Schiacciava solo il ditino e faceva clicke-clicke!! Ahahahahhaha

Grazie e alla prossima

Lo Ziopiero


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giovedì 11 febbraio 2010

Il Pan di Spagna

Prima di tutto: si scrive tutto attaccato o sono tre parole?!?!? Confesso che in tanti anni non mi sono mai voluto documentare, però in compenso di versioni ne ho provate molte e quella con cui mi son trovato meglio è la seguente:

5 uova
150 gr zucchero
62 gr farina 00
62 gr fecola di patate
Un pizzico di sale

...e poi sapete che vi dico? Per me si puo’ scrivere pure una sillaba per volta, poco cambia! E’ una delle basi della pasticceria e bisogna saperlo fare come si deve!

Prima punto importante: il pandispagna si fa senza lievito!
Non deve crescere per un effetto chimico, bensì grazie all’aria che facciamo incorporare all’impasto e che si scalda in cottura, creando quelle piccole minuscole alveolature che lo rendono soffice e morbido.

Altro piccolo accorgimento che suggerisco di adottare e che ho imparato guardando Montersino (si, sempre lui): le uova con lo zucchero vanno inizialmente montate scaldando il composto sulla fiamma. Non per tanto tempo, un minuto, massimo un minuto e mezzo è più che sufficiente; per i fortunati che possiedono un termometro, la temperatura deve raggiungere i 40° e non superare i 45°.

A questa temperatura la proteina dell’albume ingloba molta più aria che, come abbiamo detto sopra, aiuta il processo di crescita del nostro pan di spagna.

Ma a questo punto direi di lasciar spazio alle immagini, che ho curato per voi con il mio solito sistema con-una-mano-cucino-con-l’altra-riprendo!



Il pandispagna (questa volta lo scrivo tutto attaccato per par condicio!) puo’ essere tranquillamente conservato congelato; inoltre in questa maniera è molto più facile tagliarlo con precisione (usate il coltello del pane) per farci, ad esempio, un bel diplomatico!

Spero di esservi stato utile ;-)

Grazie e alla prossima

Lo Ziopiero

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