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mercoledì 3 luglio 2013

Questione di scelte

Chi conosce la produzione di bijoux proposta negli anni passati, spesso si stupisce che abbia deciso di lasciare quel tipo di materiali, seguiti ormai con un discreto interesse, per dedicarmi esclusivamente al riciclo.

In questo post cercherò di rispondere alla domanda ricorrente che mi viene fatta: perchè non lavori più le paste polimeriche e le resine?

Qualcuno probabilmente ricorda un post in cui parlavo di pulizie naturali della casa (qua per un refresh) e alla scelta di limitare al massimo l'uso della chimica nei prodotti di uso quotidiano. Questa cambio di abitudini mi ha portato a fare anche delle considerazioni di altro tipo e ha determinato un ulteriore cambio di percorso.
Per natura sono inmamorata della plastica e dei suoi colori: sono le reminiscenze degli anni 90, in cui impazzivo per le borse, le scarpe, gli orecchini e molte altre cose, fatte in questo materiale e in gomma; le paste polimeriche e le resine mi hanno permesso di "produrla" in casa, decidendone i colori, le forme e il design finale.

Scegliendo però di cambiare un certo tipo di consuetudini, non ho potuto fare a meno di pormi principalmente queste domande: ha senso che io porti avanti un tipo di discorso in casa se sono poi la prima a immettere nuove sostanze nell'ambiente, anche se sicuramente in modo controllato e in quantità limitata? Le industrie che mi forniscono le materie su cui lavorare, come la pasta polimerica modellabile (tradotto in parole povere pasta a base di petrolio) e la resina, partendo quindi a monte della situazione, che impatto possono avere sulla natura? Il pianeta è sempre più scarso di risorse a cui attingere, proprio grazie al lavoro industriale, io voglio continuare a contribuire in questo senso o posso pensare a un altro tipo di scelte?

Una volta entrata in questo vortice di domande sull'etica delle cose su cui stavo lavorando, mi sono anche dovuta dare delle risposte, che mi hanno portato a un deciso cambio di rotta.
Continuo a lavorare sulla plastica, ma quella che è già in circolo: visto che uso solo acqua di rubinetto, sono diventata la piccola discarica del condominio. I vicini che bevono acqua e bibite in bottiglia sanno che prima di passare dalla campana, è meglio che passino a trovarmi. Idem per i tappi del prosecco: sughero, gabbiette e cappellini metallici sono elementi fantastici su cui lavorare! Il materiale è decisamente infinito.
La carta che adopero per completare le mie componenti arriva tutta da riviste che verrebbero eliminate.


Filo e Colori di Ila  -  Anelli (RE)tones summer 2013
riciclo di sughero, carta di giornale, bottiglie di plastica e recupero di filato di cotone, scarto di lavorazioni precedenti
(shop)


Gli unici prodotti che per ora continuo a comprare, sono la colla e la vernice, che secondo i miei standard devono essere esclusivamente ad acqua, in modo da non usare solventi chimici per la pulizia dei pennelli che adopero; in questo modo posso lasciarli a mollo in un vasetto con acqua e un pezzetto di sapone di marsiglia, lo stesso che uso per il bucato chiaro: dopo qualche ora tornano morbidi e puliti, con un impatto veramente minimo sull'ambiente, anche perchè l'intingolo viene usato un'infinità di volte, prima di essere sostituito.


Filo e Colori di Ila  -  Bangles (RE)tones summer 2013
riciclo di sughero, carta di giornale, bottiglie di plastica e recupero di filato di cotone, scarto di lavorazioni precedenti
(shop)


Qualcuno mi dice che ora fa molto figo dire di occuparsi di riciclo e sicuramente per alcuni sarà così; io delle volte invece trovo delle difficoltà a presentare il mio lavoro se sono al di fuori da un ambito di eco design: mi capita spesso che persone che arrivano entusiaste a vedere i bijoux esposti, dimostrino grande entusiasmo per le linee, lo stile e i modelli, ma appena chiedono in quale materiali sono realizzati vedo delle espressioni tra l'allibito e lo schifato, tipo: argh... è spazzatura? e la manina si ritrae.
Ovviamente c'è anche chi di fronte all'idea di riuso e riciclo, per fortuna, invece si accende positivamente...


Filo e Colori di Ila  -  Orecchini (RE)tones summer 2013
riciclo di carta di giornale e bottiglie di plastica
(shop)


Continuo ad essere felice della scelta che ho fatto: i materiali da riciclare sono veramente infiniti, basta riuscire guardare le cose con occhi differenti. Spesso prima di buttare qualcosa mi trovo a rigirarla più volte tra le mani e a pensare cosa potrebbe diventare, come trasformarla? 
Può essere un abito, un vaso, una vecchia t shirt... frequentemente possiamo dargli una vita nuova e non farlo finire in discarica.

Se la maggior parte di noi agisse in questo senso, la riduzione di rifiuti sarebbe notevole e altrettanto notevole sarebbe il risparmio di risorse del pianeta.

POST IT

Per una quindicina di giorni probabilmente non riuscirò a scrivere nel blog: mi prendo una pausa estiva e non so se riuscirò ad aggiornare.
Lo shop in A Little Market resta aperto e dal 6 luglio alle 08:30, fino al 4 agosto alle 24:00 troverete alcuni pezzi in saldo: un occasione per conoscere il mio lavoro, farsi o fare un regalo sostenibile e risparmiando un po'.


clicca sul banner per accedere direttamente allo shop


Lo shop Etsy, invece viene chiuso.

Vi auguro giornate felici e soleggiate!
A presto!




lunedì 20 maggio 2013

Tutto da rifare

(sottotitolo: qualcosa si muove e non mi pare vero!)


Tutto da RiFare  -  Festival del riuso e del riciclo creativo 25 e 26 maggio 2013

Sabato 25 e domenica 26 maggio, a Mestre (wow, gioco in casa!) alla Plip, Centrale dell' Altra Economia, si tiene TUTTO DA RIFARE, Festival del Riuso e del Riciclo creativo.

Due giorni di mostra mercato (sono tra gli espositori), installazioni, laboratori gratuiti, incontri e concerti.
Il programma:


Sabato 25
- Mostra mercato
- Installazioni designer e artisti
- Angolo “Editoria casalinga”
- Laboratori gratuiti (h. 11.00 Orto in balcone, h. 14.00 Cucito creativo, h 16.30 Complementi d’arredo dal riuso)

Domenica 26

- Mostra mercato
- Installazioni designer e artisti
- Laboratori gratuiti (h. 11.00 Compostaggio domestico*, h. 14.30 Complementi d’arredo dal riuso, 16.30 Cucito creativo)
- Concerto del progetto scolastico “Riciclo con Ritmo” con la scuola primaria “L. Radice” alle 17.30
- Concerto della Scuola di Musica La Semicroma

La parte grafica è curata dal Liceo Artistico M. GUGGENHEIM

*Il laboratorio di compostaggio domestico è per famiglie: un'occasione per fare qualcosa di istruttivo con i vostri bimbi e imparare insieme qualcosa di utile.

Se volete iscrivervi ai laboratori gratuiti, andate a questo link.

Domenica pomeriggio, dalle 15:00 alle 18:00, nel giardino adiacente alla Plip, si terrà anche il Gran baratto, dove potrete scambiare (l'uso di denaro è escluso) oggetti che a voi non servono più (purchè tenuti bene e sicuri) in cambio di cose che possono risultarvi utili (per maggiori info, clicca qui).

Il luogo che ospita il Festival, Plip - Centrale dell'Altra Economia, è un esempio di ottima riqualificazione urbana (non posso non pensare all'enorme e orrendo capannone che ho davanti a casa e in cui si potrebbero fare cose magnifiche): da centrale del latte, letteralmente abbandonata, è diventato un luogo di ritrovo per la comunità, con piccola osteria bio.

In questo video, un tg regionale del 1993, 





in cui si vede lo stato di degrado in cui versava l'intera area; mentre per vedere com'è ora potete cliccare qua, sfogliare gli album e vedere (ascoltare) questo video in cui viene spiegato cosa si muove nella Centrale dell' Altra Economia.



Penso che sia un esempio di come si possa valorizzare l'ambiente urbano, in modo intelligente e costruttivo; creando uno spazio per tutti i cittadini.

Vi ho incuriosito? Siete pronti a passare due giorni all'insegna del riciclo, dello scambio e del baratto? A imparare qualcosa di nuovo, anche a livello di scelte possibili? 
Vi aspettiamo al Festival TUTTO DA RIFARE!


lunedì 28 gennaio 2013

Creatività sostenibile

Qualche mese fa vi ho parlato di alcune scelte che abbiamo fatto in casa, iniziando un percorso (la strada è lunga, tortuosa e richiede costanza) all'insegna del risparmio ambientale (se volete rileggere, cliccate qua).
Scelte che mi hanno poi portato a limitare l'uso di determinati materiali come resine e paste polimeriche, che erano la base delle mie componenti e a cercare di adoperare materiali già sfruttati in precedenza.

Sicuramente è possibile fare arte, essere creativi e fare oggetti di moda, riciclando quello che c'è. A questo punto però e necessaria una distinzione: riciclo e riutilizzo non sono esattamente la stessa cosa. 

Riciclare vuol dire creare un oggetto completamente nuovo con quello che si ha già a disposizione:  avanzi di plastica, carta, rimanenze di filati, scarti di lavorazioni, componenti che verrebbero altrimenti buttate. Riciclare non è acquistare materiale e usarlo in modo alternativo rispetto alla sua normale destinazione, ma usare  materiale di scarto.
Riutilizzo significa invece usare in modo alternativo cose normalmente destinate a un utilizzo differente, non necessariamente di scarto e acquistate appositamente.  

Dopo questo mio punto di vista, partendo da una treasury, vi mostro qualche esempio di creativi e artisti che si adoperano in modo interessante nell'  ambito del riciclo.





Gli esempi sono svariati, ma ora vi mostro nel dettaglio quelli che preferisco, iniziando da questo piccolo capolavoro poetico: la spilla in legno, carta e piume di Giardinoblu

Spilla in legno e piume  -  Giardinoblu (shop: http://etsy.me/Vro5AE)

Trovo questo bijou descriva intimità e protezione 
in modo perfetto. Gli elementi naturali sono utilizzati veramente in modo unico.

Di genere completamente differente, perchè dal minimal si passa all'eccentrico piacevolmente kitsch, il telefono di Love Kitti Pink

Upcycled Vintage Rotary Phone  -  Love Kitti Pink (shop:  http://etsy.me/Vrotz9)
Mi piace come questa creativa riesce a rinnovare 
i cari vecchi telefoni con l'uso del tessuto.

Ancora un accessorio di decorazione per la casa, la lampada di Dead Panch Arm

Up-cycled Wall Lamp Random Acts of Kindness
Dead Panch Arm (shop: http://etsy.me/10ZoSFH)
Questa lampada è un esempio di lavoro di fino per riportare la vecchia pentola a un nuovo splendore (se andate al link della didascalia troverete le foto del suo stato precedentemente alla pulitura e rilucidatura); adoro anche il messaggio: pratica atti di gentilezza a caso (dovremmo ricordarcelo sempre!).

Concludo, lasciandovi con il buffo Gufo a righe di  The Yarn Kitchen

Gufo a righe  -  The Yarn Kitchen  (shop: http://etsy.me/10Zs3x6)
Delizioso pupazzo di gusto folk per i bimbi più piccoli 
o bislacco elemento d'arredo per noi adulti.

Il riciclo delle calze, come quello della carta o della plastica è sicuramente un campo che offre vastissime possibilità: sono anni che racimolo calze e collant (per la gioia della family) che stipo in vari punti di casa, in attesa dell'idea giusta. L'idea verrà? non verrà? Chi lo sa... intanto io metto via!

Non sono fantastiche le infinite possibilità date dal riciclo? un mondo affascinante che esprime anche una mia esigenza personale, quella di non sprecare e fare del bene all'ambiente e così a noi stessi, dando allo stesso tempo sfogo alla creatività!

Alla prossima!



venerdì 2 novembre 2012

Abitudini

Sottotitolo: da cambiare.

E' da qualche mese che medito questo post, poi come sempre la marea di cose da fare, rallenta tutto, blog incluso.

La primavera scorsa io e un gruppo di amiche, abbiamo iniziato ad interrogarci su cosa potevamo iniziare a fare per avere meno impatto ambientale e forse economico, nelle nostre vite. 
Il punto di partenza (ma il percorso è lungo e le abitudini da cambiare sono tante) è stato la pulizia della casa.
Adesso sicuramente vi si materializzeranno due tipi di immagine: uno è quello di una sorta di casalinghe disperate che parlano solo di pulizie, ordine e cucina... 
la seconda di un gruppo hippy e fricchettonambientalista, con collane di fiori al collo, occhialini tondi e pantaloni a zampa di elefante; sicuramente io e le mie amiche preferiamo essere associate alla seconda immagine, anche se non ci corrisponde perfettamente!

Ognuna di noi si è approcciata alla cosa in modo differente... abbiamo sperimentato e testato alcune cose, scambiandoci poi risultati e idee.
Io sono di una pigrizia cosmica in cucina: non amo cucinare e quindi ho rinunciato immediatamente all'idea di autoprodurre il sapone.

Per anni ho comprato il detersivo alla mescita, per non mettere in circolo altre bottiglie di plastica; un giorno mi sono trovata con le bottiglie di detersivo vuote e visto che ero in un supermercato bio a comprare alcune cose, ho chiesto che me le riempissero: mi è stato risposto che non potevano... se volevo il loro detersivo dovevo prima comprare le loro bottiglie vuote; vista l'insensatezza della cosa ho rinunciato, ma alzando gli occhi ho visto sullo scaffale un sacchetto di noci del sapone.

Nulla di più ecologico direi... non subiscono processi lavorativi, se non l'essere raccolte da terra, quindi hanno pochissimo spreco di risorse sotto ogni punto di vista. Comincio la mia avventura eco, proprio con loro.
Dopo svariati esperimenti capisco come usarle: seguendo le istruzioni ovviamente, le sminuzzo nel loro sacchettino di tela, le metto nel bucato e le riciclo per tre lavaggi. Alla fine le elimino nell'umido.

Ottimo vero? 
Però non mi soddisfano completamente: l'odore non è dei migliori, sanno vagamente di rancidino.
Risolvo aggiungendo olio essenziale di lavanda o arancio dolce nelle vaschette del detersivo e dell'ammorbidente.
A proposito di ammorbidente: le noci del sapone rendono già morbido il bucato e non c'è bisogno di usarlo.

Ma ancora non sono soddisfattissima: su alcune fibre chiare (tipo quelle delle mutande che non stressano, pizzicano, eccetera) a volte restano aloni bejolini; quindi dopo varie prove decido di usare le noci solo per bucato scuro e lenzuola.

Quindi PRO: 
sono economiche, completamente naturali e ecologiche (non c'è dispendio di risorse ambientali e energetiche utili visto che non subiscono processi industriali). Non richiedono l'uso di ammorbidenti vari (pestiferi per la nostra pelle e a livello ambientale).

CONTRO: 
non hanno un buon odore di base e su alcuni capi possono lasciare aloni.

Problema: come risolvo il bucato chiaro e delicato?


Mi armo di sapone di marsiglia (io compro Almacabio, panetto da 300gr) quello vero, non quello che si trova al supermercato o al discount (si presentano in modo amichevolmente bioretrò, ma sono veleno puro) e di grattugia: ad ogni bucato do una bella gratuggiata che butto direttamente nel cestello della lavatrice. Se il bucato è particolarmente schifezzoso, faccio un prelavaggio mettendo nella vaschetta apposita un po' di bicarbonato (la candeggina l'ho sempre odiata!). In questo caso, qualche volta nella vaschetta dell'ammorbidente metto un po' di aceto... ne basta pochissimo e va benissimo anche quello del discount o il primo prezzo.

PRO: 
ha un'odore gradevole, è un prodotto tutto sommato sano e il risultato è buono. Profumo gradevole.

CONTRO: 
per quanto poco, ma subisce sempre un processo industriale (quindi c'è un dispendio di energie); per i pigri dover usare l'olio di gomito per grattuggiare!

E i pavimenti? Sono andata a colpo sicuro: in un secchio di acqua molto calda, diluisco mezzo bicchiere di aceto, mezzo bicchiere di alcool rosa e 6 gocce di olio essenziale. Risultato ottimo... e mi è andata bene al primo colpo. Quindi al momento non cambio la formula!

Adesso viene il temuto momento dei piatti sporchi...
Come già detto, per me la cucina è vagamente una stanza optional. Non sono decisamente la regina dei fornelli e se non avessi obblighi familiari, probabilmente mangerei solo cose crude e veloci.
Ma i piatti s'hanno da fa! Quindi anche qua esperimenti...
Inizialmente ho provato con aceto e limone... la cosa traumatica è l'assenza di schiuma. L'abitudine di vederla nella vasca dei piatti ti fa pensare che sicuramente non stai lavando. Quindi all'inizio ti viene puntualmente di mettere uno zicchettino di detersivo chenonsisamai, nell'acqua... ma sempre meno, fino a non metterlo proprio più.

Anche qua esperimenti vari...


Per poi approdare alla soluzione definitiva: argilla ventilata (o verde) e bicarbonato.
Innanzitutto se cucino la pasta, il riso o lesso le patate, riciclo l'acqua di cottura, bollente e piena di amido sgrassante, butto dentro una spolverata di bicarbonato (se ho pezzi di limone avanzati, metto anche quelli che profumano ottimamente)... poi inumidisco la spugnetta e la poccio una volta nell'argilla, ancora una volta nel bicarbonato e lavo tutte le stoviglie come se usassi un comune detersivo in polvere.
Sono incredibilmente riuscita a lavare una teglia da paura, al primo colpo, con la sola argilla... con mooooooltaaaaaaaa satisfaction!

Per fornelli e lavandini vado di bicarbonato o aceto.

Sono tante le cose che si possono fare ancora: in casa ho ancora residui di detersivo che lascio nel caso il mio figlio maggiore decida di muovere il sederino (speranza piuttosto remota), ma da mesi sia io che mio marito abbiamo procediamo in modo alternativo.

Tra i cambi di abitudine che abbiamo messo in atto in casa c'è anche quello di riesumare il più possibile le biciclette e abituare i figli a muoversi in città così... di comprare la verdure e la frutta in zona, nell' azienda agricola di due ragazzi fantastici che hanno mollato le loro precedenti attività, per dedicarsi alla cura della terra, rispettando l'ambiente, la natura e i suoi tempi.

Ma è solo un inizio di percorso, che voglio continuare. Sono abitudini che con un minimo di sforzo si possono cambiare. Il motivo di questo post è che come è entrata la pulce nell'orecchio, a me e le mie amiche, leggendo in internet qualche notizia qua e là... magari posso aiutare qualcun altro a vedere le cose da un punto di vista più compatibile con l'ambiente in cui viviamo e che lasceremo ai nostri figli. Magari, nel mio piccolo, riesco a instillare in qualcun altro qualche domanda...

Questo è uno dei motivi per cui da alcuni mesi, non adopero la mia adoratissima resina... anche su questo ho fatto delle riflessioni, che prima o poi scriverò.

E con questo vi lascio con il mio saluto freak

PEACE 

AND 
LOVE


e alla prossima!



martedì 24 gennaio 2012

Questo blog è a impatto zero

Sono stata contattata, più volte devo dire, da Alice di DoveConviene, un sito che propone volantini online, evitando l'uso di carta, relativo taglio d'alberi e che con questa iniziativa si ripromette addirittura di piantarne di nuovi per contrastare la produzione di CO2 causata da siti e blog.


Detto in parole moooooooooolto povere ogni visita ad un sito web, produce (tramite il lavoro dei server) 0,02 g di CO2, che moltiplicato per 15.000 visite al mese (mi piacerebbe, ma dubito di arrivare a tali cifre!) arriva a 3,6 kg all'anno!

Nonostante sia refrattaria all'inserimento di banner pubblicitari nel mio blog, questa volta ho deciso di fare un eccezione, visto che un albero pare assorba 5 kg di CO2 e che la tendenza è piuttosto volta alla deforestazione. Mi piace che ci sia qualche bastian contrario che prova a fare qualcosa per il pianeta!

Il progetto di riforestazione attiva è dislocato a Goritz, in Germania e gli alberi piantati sono querce.

Per avere maggiori info sull'iniziativa o per partecipare in modo attivo con il tuo blog o sito, clicca qua!



Dopo questa piccola novità, vi lascio con un 
A PRESTO!!!!