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30 de abril de 2014

Le proprietá delle prugne umeboshi - Las propriedades de las ciruleas umeboshi. Macrobiotica.

Traducción al español más a bajo

L'umeboshi è un prodotto della cucina tradizionale giapponese. Il nome significa prugna disidratata: UME (prugna) y BOSHI (desidratada). L’ingrediente basico per preparare l’umeboshi sono le prugne dell'albero Prunus mume. Si usa quindi una qualitá specifica di prugne. 
Una volta raccolte queste vengono tenute in infusione nell'acqua fredda per togliere l'amaro. In seguito vengono accuratamente scolate ed asciugate con un panno. I frutti sono disposti sul fondo di un recipiente adatto e spruzzate o vaporizzate con acquavite. Viene a questo punto aggiunto il sale (in proporzione di circa 200 grammi di sale per chilo di frutta) mescolando accuratamente affinché il sale penetri bene nei frutti. Questo miscuglio viene disposto in un recipiente di legno, facendo degli strati con le prugne, per favorire la fermentazione. Il recipiente viene coperto con un peso per ben pressare i frutti nella loro salamoia che deve durare 6 settimane. Quando la fermentazione è avvenuta le prugne vengono ritirate e fatte seccare. 
Possono essere consumate intere, ridotte in polvere per formare un condimento chiamato shiso momiji oppure processate sotto forma di crema/marmellata. Il processo di fermentazione tradizionale dura 2 anni.

Umeboshi

Il colore naturale delle prugne é chiaro ma nella presentazione finale il colore é un rosso-violaceo molto vivo. Infatti, le prugne vengo colorate attraverso l’uso della folgia akajiso, una pianta aromatica, molto ricca in antociani. 

L'umeboshi ha un gusto acido e salato dato principalmente dalla macerazione delle prugne nel sale. 
Per fermentazione, aumenta il contenuto di acido citrico, che viene utilizzato dal corpo per decomporre l'acido lattico. L' acido citrico é il comune denominatore di tutte le varianti di Ume-Boshi.

Benefici per la salute: nella dieta macrobiotica, le umeboshi sono considerate un alimento medicinale ed essenziale in cucina. La sua acidità neutralizza l'eccesso di carne, sale, uova (cibo Yan), mentre la sua salinità neutralizza l'eccesso di zuccheri raffinati (alimenti yin). 
Le umeboishi sono riconosciute come un alimento funzionale. Il suo grado di alcalinità é tale che con solo 10gr  riescono a neutralizzare di 100gr di zucchero. La forza di questo effetto alcalinizzante è dovuta  all'abbondanza di acido citrico che facilita l'assorbimento nel piccolo intestino di minerali come ferro, magnesio, etc. Pertanto le umeboshi stimolano l'intestino, il fegato e la cistifellea, alcalinizzano il nostro sangue e aumentare le nostre difese. Per il contenuto nutrizionale è altamente consigliato il loro consumo. Infatti, l'umeboshi contiene: proteine, fosforo, vitamine e antiossidanti come carotene e vitamina C, minerali, grassi e fibre tra i quali ferro, calci, magnesio, potassio. Questa proporzione arriva anche a duplicare il contenuto degli altri frutti. È importante sottolineare che le umeboshi devono avere una fermentazione di almeno 2 anni per compiere con la funzione terapeutica. Evitate le creme o marmellate di umeboshi dal sapore agrodolce, dal momento che contengono zucchero. I pazienti ipertesi devono evitare o consumare con moderazione le Umeboshi in quanto sono molto salate.

Uso: la cucina macrobiotica offre molte ricette con umeboshi.
Si suggerisce di mangiare una prugna a digiuno al mattino. Il sapore è molto amaro e se si vuole ridurre leggermente il gusto forte e acido si può lasciare la umeboshi nel tè verde caldo per un minuto prima di mangiare.
La Crema (o “pasta”) di Umeboshi è molto facile e veloce da usare dato che basta aggiungere un cucchiaino al vostro piatto: zuppe, riso o verdure al vapore. Può essere utilizzato anche nelle insalate, dopo aver sciolto la crema con un goccio d'olio.
I giapponesi di solito mangiano le umeboshi con riso. Si usa come parte del bento (lunchbox giapponese), mettendo una singola umeboshi nel centro del riso per rappresentare la bandiera del Giappone. La prugna umeboshi è anche un ingrediente comune in onigiri (polpette di riso avvolti in nori). 
Per il suo alto contenuto di sale, le umeboshi si possono conservare a lungo. Si consiglia di mangiarne non piú di una umeboshi al giorno, salvo diversa indicazione del proprio medico, nutrizionista o terapeuta.
Se avete comprano le prugne umeboshi intere e volete preprare un puré, per poterlo usare comodamente e velocemente nelle vostre preparazioni, basta togliere il nocciolo alle prugne e frullare la polpa. Non bisogna aggiungere nulla per la conservazione: le umeboshi contengono giá abbastanza sale. 


Verdure con umeboshi

Ingredienti
4 patate
2 carote
1 cipolla
1 spicchio aglio
100 gr fagiolini
1 cucchiaino di puré di umeboshi (o crema o marmellata, dipende da come la chiama il vostro rivenditore)

Preparazione
Lavare le verdure e togliere la buccia quando necessario. Tagliare le verdure a cubetti e saltarle al wok con un poc d’acqua e un cucchiaio di olio. A metá cottura aggiungere l’aglio tritato. Nel frattempo preparate un cucchiaino di umeboshi e fatelo scioglere in un bicchiere con un poco d’acqua. Aggiungerlo alle verdure e cuinare fino a quando si asciuga. Non occorre aggiungere sale perché l’umeboshi ha un sapore abbastanza salato.

Potete scegliere le vostre verdure preferite. Io ho usato quelle che avevo a portata di mano.

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Traducción al español

La umeboshi es un producto de la cocina tradicional japonesa. El nombre significa ciruela deshidratada: UME (ciruela) y BOSHI (deshidratada). Para esta preparación se escoge una variedad especifica de ciruelas. Los japoneses hacen un proceso de encurtido especial y un proceso largo de preparación. Primero son recogidas y expuestas al sol y al rocío de la tarde y luego, fuera en la noche. La ciruela se vuelve más pequeña y se arruga. Luego, se ponen en barriles junto con sal marina (en una proporción de alrededor de 200 gramos de sal por kilogramo de fruta) y hojas de shiso, que le da el color rojo). Se coloca peso encima del barril y se deja fermentar durante al menos seis semanas, esto les hace soltar el jugo en el fondo del barril. Cuando la fermentación se llevó a cabo las ciruelas se recogen y se secan. Se pueden comer así o pulverizan para formar un condimento llamado momiji shiso. El proceso de fermentación tradicional de una duración de 2 años.

El color natural del encurtido es marrón, pero se acostumbra a teñirlo de rojo usando una hierba llamada akajiso. Al umeboshi confeccionado industrialmente comúnmente se le agrega también color artificial. El umeboshi tiene un sabor amargo y salado debido a la maceración de ciruelas en la sal.
La fermentación aumenta el contenido de ácido cítrico, que es utilizado por el cuerpo para descomponer el ácido láctico.

Beneficios para la salud: en la dieta macrobiótica, las ciruelas Umeboshi se consideran un alimento medicinal e imprescindible en la cocina. Su acidez neutraliza el exceso de carne, sal, huevos (alimentos Yan), mientras que su salinidad neutraliza el exceso de azúcares refinados (alimentos yin). 
El grado de alcalinidad es tal que con sólo 10 g son suficientes para neutralizar 100 g de azúcar. La fuerza de este efecto alcalinízate es debido a la abundancia de ácido cítrico que facilita la absorción en el intestino delgado de minerales como hierro, magnesio. En consecuencia, las umeboshi estimulan el intestino, el hígado y la vesícula, alcalinizan la sangre y aumentan nuestras defensas. Por el contenido nutricional es muy recomendable su consumo. Las umeboshi contienen: proteínas, fósforo , vitaminas y antioxidantes tales como caroteno y vitamina C , minerales y fibra,  hierro, calcio, magnesio, potasio.  Proporción que duplica el contenido de otras frutas. 
Es importante destacar que las umeboshi deben tener una fermentación de al menos 2 años para llevar a cabo con la función terapéutica. Evite las cremas y mermeladas de umeboshi agridulces, ya que contienen azúcar. Los pacientes hipertensos deben evitar o comer con moderación las umeboshi ya que son muy saladas.

Uso en la cocina: la cocina macrobiótica propone numerosas recetas con umeboshi.
Se sugiere comer una umeboshi en la mañana en ayuna. El sabor es muy amargo y si quieren “suavizar” un poco el ácido, pueden dejar la umeboshi en el té verde caliente por un minuto antes de comerla.
La crema de umeboshi, es muy fácil de utilizar por que es suficiente añadir una cucharadita a sus platos: a las sopas, al arroz, a las verduras al vapor. También se puede usar en ensaladas, previo disolver la crema con un poco de aceite de oliva. 
Los japoneses generalmente comen el umeboshi con arroz. Como parte del bento (lonchera japonesa), comúnmente se pone una sola ciruela umeboshi en el centro del arroz para representar la bandera de Japón. Las ciruelas umeboshi también son un ingrediente común del onigiri (bolas de arroz envueltas en nori). 
Por su alto contenido en sal, la umeboshi se puede conservar por mucho tiempo.

Verduras con umeboshi

Ingredientes
4 patatas
2 zanahorias
1 cebolla
1 diente de ajo
100 gr habichuelas
1 cucharadita de purea de umeboshi

Preparación
Lavar las verduras y quitar la cáscara cuando sea necesario. 
Cortar las verduras en cubos y cocinar en una sartén con un poco de agua y una cucharada de aceite de oliva. 
A mitad de la cocción, añadir el ajo picado. 
Mientras tanto, preparar una cucharadita de umeboshi y déjela disolver en un vaso con un poco de agua. Añadir las verduras y apagar el fuego. 
No hay necesidad de añadir sal porque la crema de umeboshi es bastante salado.

7 de febrero de 2014

Biscotti vegan di quinoa e cannella per il 100% Gluten Free (Fri)Day - Galletas veganas de quinoa y canela

Traducción al español más a bajo

Eccomi ad una ltro appuntamento con il 100% Gluten Free (Fri)Day (#GFFD), un iniziativa geniale che settimanalmente ricorda a tutte e tutti che cucinare senza glutine é facile, semplice e soprattutto buono!
Qui, trovate tante ricette stuzzicanti alle quali potete ispirarvi!



Oggi partecipo con una ricetta non solo gluten free ma anche: zucchero free, uova free e latte free. In poche parole una ricetta vegana!

Biscotti quinoa e cannella
Ingredienti
1 tazza quinoa
2 tazze acqua
Cannella in polvere
1 ramo di cannella
1 cucchiaio agave (o altro doclificante naturales a scelta)
½ tazza di farina di fecola di mais
½ tazza di mandorle tritate
½  tazza latte di riso
2 cucchiai di olio d’oliva extra vergine spremuto a freddo
Preparazione
Per prima cosa cucinare la quinoa con il procedimento normale facendo attenzione di aggiungere un rametto di cannella all’acqua di cottura, per poi rimuoverlo una volta terminata la cottura. Questo dará alla vostra quinoa un sapore molto particolare.

Come cucinare la quinoa: a meno che non abbiate comprato una quinoa già prelavata, per prima cosa dovete lavare accuratamente la quinoa in un colapasta dai fori molto stretti.
Porre l’acqua a bollire in una pentolino antiaderente o in una casseruola (quelle di vetro sono ideali per cucinare la quinoa). Quando l’acqua avrà raggiunto il bollore, aggiungere un cucchiaio di sale e la quinoa. Cuocere a fuoco bassissimo y spegnere quando la quinoa ha assorbito tutta l'acqua.

Una volta raffreddata (o per lo meno intiepidita) mescolare tutti gli ingredienti.
Con l’aiuto di un cucchiaio preparate i vostri biscottini (potete usare degli stampini se preferite).
Preriscaldare il forno a 180 gradi. Infornare per 30 minuti. 
Lasciare raffreddare in forno prima di servire.

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Traducción al español



Galletas de quinoa y canela


Ingredientes
1 taza de quinua
2 tazas de agua
Canela en polvo
1 rama de canela
1 cuchara de miel de agave (o otro endulzante natural)
½ taza de almidón de maíz
½ taza de almendras picadas
½ taza de leche de arroz
2 cucharadas aceite de oliva virgen extra, presado en frío

Preparación
Primero: cocinar la quinoa según el procedimiento normal (2 tazas de agua cada taza de quinoa). Añadir una ramita de canela durante la cocción para dar más sabor a la quinoa y luego retírela cuando haya terminado de cocinar.

como cocinar la quinoa: A menos que usted compró una quinoa ya lavada previamente, primero hay que lavar bien la quinua en un colador con agujeros muy finos.
Ponga el agua a hervir en una sartén antiadherente o en una cazuela (las de vidrio son ideales para cocinar la quinua). Cuando el agua empiece a hervir, añadir una cucharada de sal y la quinoa. Cocine a fuego lento y apagar cuando la quinoa ha absorbido el agua. 

Una vez enfriada la quinoa (o por lo menos cuando estés tibia) mezclar todos los ingredientes.

Con la ayuda de una cuchara preparar las galletas si prefieren pueden usar unos moldes).

Precaliente el horno a 180 grados. Informar durante 30 minutos. dejar enfriar en el horno antes de servir.

24 de enero de 2014

Insalata quinoa con zucca, mais su foglie di rucola per il 100% Gluten Free (Fri)Day - Ensalada de quinoa, calabaza y maiz

Traducción al español más a bajo


Venerdi mattina, arrivo in ufficio prima del previsto....con calma mi preparo il mio solito the verde e lo accompagno con alcuni biscottini di quinoa con chips di cioccolato e cranberry che ho preparato ieri sera. 
E mentre penso "ah...finalmente é verendi" un lapsus mi attarversa e faccio (in tempi pure abbastanza rapidi, considerando che ancora non ho bevuto la mia dose diaria di carburante-teina)  il collegamento: Venerdi = Gluten Free Day....
Cosí mi catapulo al pc e, dato che sono arrivata in ufficio prima del previsto, mi ritaglio alcuni minuti per poter partecipare all'inziativa...

Oggi è il 100% Gluten Free (Fri)Day (#GFFD), un iniziativa geniale che settimanalmente ricorda a tutte e tutti che cucinare senza glutine é facile, semplice e soprattutto buono!

Per questo blog intereamente gluten free non é di certo una novitá una ricetta senza glutine ma per molte persone l'idea di preparare un piatto senza glutine é ancora una sfida da "mal di testa". Ecco perché inizaitive come questa sono importantissime per sensibilizzare i non celiaci e per dimostrare che cucinare senza glutine è più semplice di quanto sembri. 

Qui, trovate tante ricette stuzzicanti alle quali potete ispirarvi, per un menù tutto senza glutine!


INSALATA DI QUINOA CON ZUCCA E MAIS SU FOGLIE DI RUCOLA
ricetta senza glutine, senza lattosio e vegana.

Ingredienti
1 tazze di quinoa
2 tazze acqua
200 gr zucca
100 gr mais
Rucola fresca
Olio d’oliv extravergine spremuto a freddo
Sale marina integrale
1 ramo di rosmarino

Preparazione
Per prima cosa cucinare la quinoa. Se seguite il blog ormai siete delle esperte e degli esperti nella preparazione della quinoa.
La regola principale é la proporzione. E come sapete la proporzion tra quinoa e acqua é 1:2. 

Porre quindi 4 tazze d’aqcua sul fuoco. Quando raggiungeranno l’ebollizione abbassare il fuoco e aggiungere la quinoa. Cucinare a fuoco basso fino a quando la quinoa avrá assorbito tutta l’acqua. Spegnere il fuoco e lasciare riposare.
Io ho aggiunto un ramo di rosmarino durante la cottura per insaporire la preparazione.

Nel frattempo pulite la zucca e tagliatela a cubetti. Cucinarla al vapore.

Per questa ricetta ho usato mais fresco ma in certi paesi é particolarmente difficile da trovare.
Io ho comprato la pannochcia di mais e l’ho cucinata in acqua bollente per quasi 40 minuti. Una volta raffreddata l’ho sgranata. Se non trovate il mais fresco o la pannocchia potete comprare quello in scatola.
In un recipiente porre i cubetti di zucca, il mais e la quinoa.  
Mescolare aggiungendo olio d’oliva, sale e spezie a piacere.
Lavare la rucola e asciugarla. Stenderla su un piatto e servire l’insalata di quinoa  sulle foglie di rucola.

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Traducción al espaqñol

Ensalada de quina con calabaza y maíz
Receta sin gluten, sin lactosa y vegana

Ingredientes
1 taza de quinoa
2 tazas de agua
200 gr calabaza
100 gr maiz
Rugula fresca
Aceite de oliva extra virgen exprimido en frío
Sal marina integral
1 rama de romero


Preparación
En primer lugar, cocinar la quinua. los/las seguidores/as de este blog ya son expertos en la preparación de la quinua.
la primera regla para una correcta preparación as la proporció. Como saben la proporción entre la quinua y el agua es de 1:2. 

poner a hervir ls 2 tazas de agua. Al llegar al punto de ebullición, bajar el fuego y agregar la quinoa. Cocinar a fuego lento hasta que la quinoa ha absorbido toda el agua. Apague el fuego y deje reposar.
He añadido una rama de romero durante la cocción para dar sabor a la preparación.

Mientras tanto limpiar la calabaza y cortarla en cubitos. Cocinar al vapor .
Para esta receta he usado  maíz fresco, pero en algunos países es difícil de encontrarlo.
Yo compré una mazorca y la cociné en agua por 45 minutos. Una vez enfriada la desgrané. Si no encuentran una mazorca o maíz fresco se puede comprar el maíz en lata.
En un bol, poner los cubos de calabaza, el maíz y la quinoa. 
Mezclar añadiendo el aceite de oliva, sal y especias al gusto .
Lave y seque la rúcula. 
Ponerla en un plato y servir la ensalada en cima.

21 de enero de 2014

Ma perché un blog gluten free? Il mio perché..... - E spaghetti di riso in zuppa di vegetali e legumi - Sopa de vegetales y legumbres con especias

Traducción al español más a bajo


Ma perché il blog?

Dopo quasi due anni dalla craezione del blog mi trovo a (ri)chiedremi il perché di questo impegno…
Perché in fondo, piacere a parte, pur sempre di un impegno si tratta. Cucinare non é un impegno di per sé perché lo farei comunque, con tanta passione e curiositá. Ma editare le foto, scrivere le ricette, rileggerle e corregerle....bhe queste attivitá richiedono molto piú tempo di quanto ci si possa immaginare. Forse solo i e le foodblogger sanno di cosa si tratta....
Questo tempo lo si trova solo rubandolo agli impegni di lavoro, alle chiacchere con le amiche o forse alle ore di sonno.

Per me El capricho saludable inizió quasi come una terapia personale, per dimostrare a me stessa che posso continuare a mangiare cose deliziose e golose nonostante i mille limiti: sensibilitá al glutine, intolleranza all’istamina, problema con gli zuccheri, intolleranze varie tra cui la complicata intolleranza al lattosio e, come se non bastasse, una predilizione per la cucina macrobiotica e vegetariana. In poche parole, una bella sfida per la panificazione e per la cucina in generale!

All’inizio non é stato facile, soprattutto vivendo in un paese (Colombia) in cui le farine dietoterapeutiche non si trovano manco a pagarle oro.
Perció ho dovuto imparare tutto da sola, scoprendo i segreti degli amidi e delle gomme addensanti, provando e riprovando a far lievitare i panini senza glutine…che sfida….a punta di bicarbonato all’inizio e di crémor tártaro poi.

Quando mi sono resa conto della difficoltá e della naturale frustrazione che segue i tentativi mancati e i sapori “strani” delle prime sfornate mi sono motivata a scrivere per poter aiutare altre persone che si trovassero nella mia stessa situazione.

Se non fosse stato per Bernardo che mi ha motivata non solo a non arrendermi di fornte ai primi pani duri e inspore, ma anche a raccontare le mie ricette, forse non avrei mai intrapreso questo blog. Grazie. 

In poco tempo ho scoperto un mondo fantastico, fatto di persone incredibili che pubblicano con costanza e con passione le lore ricette gluten free. Ho imparato tanto dai blog amici e leggendo le foodblogger di fiducia mi chiedo sempre con ammirazione: “Ma come fate? Siete super-woman?” Blog, famiglia, alcune di voi hanno figli oltre che il lavoro e altre mille passioni…. Incredibili!

Vedo ogni giorno che in chi ha sofferto di privazioni alimentari scatta una forza particolare, quasi un'energia viscerale che ci fá dire “io posso, io voglio, desidero mangiare bene e ce la faró”.
Quando si tratta di madri poi questa energia diventa esplosiva: cosa non farebbe una madre per dare a suo figlio un’alimentazione gustosa e completa nonostante la celiachia o altri disordini relazionati con il cibo.
Insomma, ho capito che questa energia non é solo per noi stesse ma anche per aiutare chi si trova "sulla stessa barca". E poco importa se non ci conosciamo: scatta comunque la solidarietá.

Scorpire la celiachia o altri disordini legati all’ingesta di glutine puó spaventare. Ma é rincuorante trovare un ciber mondo fatto di persone disposte a condividere consigli e insegnamenti. Ci si trova immersi in una gigantesca biblioteca completamente gratis, facile, veloce e a portata di mano. Agli inizi della dieta questo appoggio é fondamentale! Per me é stata un’atmosfera rassicurante: un porto sicuro. 

A parte l'aspetto sociale, il blog é stato anche un percorso intimo grazie al quale ho affrontato le tante situazioni di scomoditá per le quali son dovuta passare.
Inviti a cene nelle quali non potevo assaggiare una sola portata: a chi non é successo? 
E poi ricoro i piatti che hanno cucinato apposta per noi (dopo una dettagliata mail nella quale spiegavamo le nostre esigenze) ma al quale hanno aggiunto un pó di farina 00 per addensare la salsa: "tanto quella la puoi mangiare vero?"
E poi, la solita, pesantissima (quanto tonta) domanda: “ma tu cosa mangi? Come fai?”

Il mio blog é nato anche da questo: un desiderio forte e impellente di dimostrare che si puó mangiare bene, che possiamo fare sgolosare i non celiaci con le nostre ricette e soprattutto che si puó avere una vita alimentare originale, completa e soprattutto buona!
Non sono di certo una foodblogger regolare o assidua. Continuo ad essere un’incurabile stacanovista e pure leggermente perfezionista e questo toglie molto tempo libero. 

Eppure dopo due anni posso dire che non ho mai sentito il blog come un peso, anzi. 
Oggi continuo a viverlo come un porto, un luogo, ben piú reale di quanto possa sembrare, al quale affido una parte di me: quella di una persona con limitazioni dietetiche che continua a cucinare con passione e curiositá, per se stessa e per le altre persone (conosciute o sconosciute che siano).

Ogni volta che scrivo un post mi ricordo: si puó!
Ogni volta che scrivo un post spero che possa servire a sensibilizzare qualche persona in piú!  
Spero che ogni giorno una nuova persona possa trovare nella web una rassicurazione e si possa sentire meno sola nell’affrontare la malattia.  
Spero che qualche non celiaco si sia sensibilizzato un pochino di piú al tema, cercando di variare il menú e di far sentire a proprio agio tutti i commensali. In Colombia c’é ancora molto lavoro da fare per riuscire a rendere la vita sociale e alimentare delle persone con restrizioni dietetiche piú gradevole.

Internet é piena ormai di fantastici blog gluten free. Sono uno piú bello dell’altro: chiari, utili, esteticamente impeccabili, simpatici, creativi, ironici, avvolgenti, interessanti e chi piú ne ha piú ne metta….

Data la ricchezza dei blog glutenfree una persona potrebbe anche essere tentata a pensare che un blog in piú o un blog in meno non cambiano nulla, che ci sono giá altre mille ricette simili o forse migliori…

Ma non si tratta solo di questo. Per me scrivere ricette gluten free e mantenere vivo un blog gluten free non é solo un modo per regalare un’altra ricetta libera al ciberspazio… bensí, si tratta di un progetto piú grande, un progetto collettivo e condiviso con mille sconosciuti/e, un progetto che continua ad essere importante ed urgente: SENSIBILIZZARE!

La strade verso l’uguaglianza é ancora lunga e tortuosa. Negli autogril, negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri commerciali, nei parchi e pure negli hotel e nei bar degli ospedali é ancora impossibile trovare un pasto gluten free… e ripeto un pasto: non una schifezza sottovuoto, insapore, piena di conservanti e che non sfama nemmeno.

Ció che fa la differenza non é una ricetta in piú o in meno nel ciber spazio; ció che fa la differenza é la nostra voce e la nostra semplice presenza. 

Per questo, nonostante la stanchezza e nonostante i mille impegni cerco di trovare lo spazio per pubblicare qualcosa, sperando un in futuro piú facile, gentile e rispettoso della differenza!

Questo é il mio perché al blog.

Buona notte.

Isa


PIATTO UNICO DI VERDURE E LEGUMI CON SPAGHETTI DI RISO
(ricetta vegana e senza glutine)

Ingredienti
1 tazza lenticchie e fagiolini mung verdi (azuki)
50 gr Spaghetti di riso
1 cipolla
2 carote
1 zucchina
1 spicchio aglio
2 foglie alloro
1 rametto di limonaria
1 stecca di cannella

Preparazione
Per prima cosa mettere le lenticchie e i fagiolini in ammollo per una notte, se possibile.

Tagliare le verdure a cubetti.
In una pentola scaldare un filo d’olio e rosolare la cipolla e l’aglio. Aggiungere le leticchie e le verdure e due foglie di alloro. Coprire con abbondante acqua (circa un litro e mezzo o due litri, dipendendo dai vostri gusti e se preferite una zuppa piú o meno asciutta). Aggiustare di sale. A metá cottura aggiungere la stecca di cannella.
Quando le lenticchie e i fagioli saranno cucinate aggiungere gli spaghetti di riso. 
Aspettare il tempo di cottura indicato sulla confezione dei vostri spaghetti e servire.

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Sopa de vegetales y legumbres
Receta vegana, sin gluten


Ingredientes
1 taza lentejas y frijoles verdes azuki
50 gr espaguetis de arroz
1 cebolla
zanahorias
1 zucchini (calabacín)
2 hojas de laurel
Sal marina integral
Aceite de oliva exprimido en frío
1 ramita de limonaria
Canela 

Preparación
Por primera cosa dejar en remojo las lentejas y los frijoles. Si posible dejarlas en remojo una noche entera.
Limpiar y cortar las verduras en cubitos.
En una olla calentar un poco de aceite y dorar la cebolla y el ajo. No freír. Añadir las lentejas (previamente escurridas), las verduras y las hojas de laurel y la limonaria. 
Cubrir con abundante agua (usar entre 1 litro y medio y 2 litros de agua dependiente de sus gustos y si prefieren una sopa más liquida o más seca).
A mitad de la cocción añadir la rama de canela. 
Cuando las lentejas y los frijoles estén cocinadas añadir los espaguetis de arroz. Esperar el tiempo de cocción indicado en la confección. Servir.

15 de noviembre de 2013

Gelatina vegana di mango in latte di soia con scaglie di cocco - Gelatina vegana de leche de soya con mango

Traducción al español más a bajo


Che lunga assenza….  anzi lunghissima….
E passato più di un mese dall’ultima ricetta. Un mese senza scrivere e praticamente senza nemmeno cucinare perché sono stata in viaggio, lontana dai miei fornelli, dalle pentole e soprattutto dalla mia dispensa piena dei mie prodotti favoriti. Prima sono stata a casa, nella nebbiosa valle padana, coccolata da mamma e nonne che cucinavano per me e poi sono partita per una maratona lavorativa che mi ha portato a viaggiare per tre continenti in tre settimane, sempre di corsa da un hotel all’altro, ho provato tantissimi piatti nuovi e ho assaporato la famosa quanto piccante cucina thailandese proprio nella sua terra natale: che delizia! 
A Dublino mi sono divertita ad assaporare piatti Raw e vegetariani, a Londra ho trovato un ristorantino  di cibo bio e veg proprio di fianco all’ufficio e infine a Bangkok ho provato di tutto un po’…scarafaggi esculusi… e sempre cercando di sfuggire ai piatti più piccanti.
Insomma, non tutto è stato lavoro… la ricerca culinaria è sempre stato un leit motiv che mi ha accompagnata da una città all’altra. Ho potuto assaporare prodotti deliziosi che in Colombia non si trovano e sono tornata con tante nuove idee e spunti...sapori esotici da portare in tavola, curiosi curry thailanesi da imitare e nuove tendenze da seguire dalle capitali europee. 

Oggi propongo un dolce totalmente vegana che evoca l’estate: una gelatina di mango, morbida e naturalmente dolce. Preparatevi perchè nelle prossime settimane le ricette vegetariane saranno protagoniste. La ragione è semplice: viaggiare per le persone celiache o intolleranti al glutine è un paicere che racchiude sempre un aspetto problematico: trovare il cibo giusto nel posto in cui siamo. Spesso la scelta si riduce a due opzione: glutine o carne. Anche se durante la routine cerco di mantenere una dieta vegetariana viaggiando, e soprattutto viaggiando in paesi disagiati, è praticamente imposisbile. Perciò ora che sono tornata alla vita normale largo alle verdure, ai legumi, alla frutta e all cucina vegetarina!!!

Ingredienti per due persone:
1 mango ben maturo
150 ml latte di soia
1 cucchiaino abbondante Agar agar
Miele di riso o altro dolcificante naturale
Scaglie di cocco e frutti rossi per decorare

Preparazione:
Sbucciare il mango e tagliare la polpa in listarelle. Quindi porre il mango nel frullatore aggiungendo il latte di riso e il dolcificante scelto. Frullare pochi secondi o il tempo necessario per ottenere un liquido omogeneo.
A questo punto riporre il liquido in un pentolino, meglio se antiaderente e portare ad ebollizione.
Nel frattempo sciogliere l’agar agar in un bicchiere con alcuni cucchiai di latte di soia o di acqua a temperatura ambiente (per evitare ceh si creino grumi). Aggiungerlo al composto che si sta riscaldando sul fuoco. Mescolare con attenzione e con frequenza. Una volta che il liquido raggiunge il bollore continuare a mescolare per due minuti e togliere dal fuoco. 
Lasciare raffreddare un poco e riporre il comporto negli stampi quando è ancora tiepido. Raffreddare in frigorifero.
Servire decorandolo con le scaglie di cocco e i frutti rossi.

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Traducción al español


Que ausencia  tan larga.... larguísima ....
Ha pasado más de un mes desde que publiqué la última receta. Un mes sin escribir y prácticamente sin ni siquiera cocinan. Estaba de viaje, lejos de mi cocina, de las ollas y sobre todo de mi despensa llena de los productos favoritos.
Primero estuve unos días en mi Casa, en el brumoso valle del Po , mimada por la mama y las abuelas que cocinaron para mí y luego me fui para un maratón de trabajo que me ha llevado a viajar a través de tres continentes en tres semanas, siempre corriendo de un hotel a otro.  H probado muchos nuevos platos y recetas deliciosa, además probé la famosa cocina tailandesa en su tierra de origen ¡qué delicia!
En Dublín disfruté platos Raw y vegetarianos, en Londres  me encontré con un pequeño restaurante de comida orgánicas y vegano justo al lado de la oficina y finalmente en Bangkok probé un poco de todo... excluidas las cucarachas ... y siempre tratando de escapar de la platos picantes .
En resumen , no todo ha sido trabaja en el último mes ... la investigación culinaria ha sido siempre un liet motive que me ha acompañado de una ciudad a otra . Tuve la oportunidad de degustar deliciosos productos que no se encuentran en Colombia y de con deliciosos recuerdos y tantas ideas para nuevas recetas….
Hoy propongo un postre totalmente vegano que evoca el verano: una gelatina de mango , suave y naturalmente dulce .
Como todas las personas celiacas o intolerantes al gluten viajar muchas veces representa una angustia, pro el miedo que nos acompaña de no poder conseguir nuestra comida y de quedar contaminados por error o por descuido. En mi rutina normal trato de mantener una dieta vegetaría pero viajando a veces es imposible. En muchas ocasiones las posibilidades de elección se reducen entre 2 opciones: gluten o carne. Sobre todo viajando en Países con una baja tasa de celiaquía o viajando en países con condiciones mas complicadas. Así que, ahora que por fin estoy de regreso a mis costumbres y a mi cocina, prepárense en los próximos meses para muchas recetas vegetarianas porque estoy cansada de comer carne….

Ingredientes para tres personas:
1 mango maduro
300 ml de leche de soja
1 cucharadita abundante de agar agar
Miel de arroz u otro edulcorante natural
Copos de coco y frutos rojos para decorar

Preparación:
Pelar el mango y cortarlo en tiras. A continuación, coloque el mango en la licuadora, agregar la leche de soya y el edulcorante elegido. Licuar por unos segundos o por el tiempo necesario para obtener un líquido homogéneo.
Poner el líquido en una cacerola antiadherente y calentar.
Mientras tanto disolver el agar agar en un vaso con unas cucharadas de leche de soja o agua al clima (para evitar que se creen grumos). Agregar el agar agar a la mezcla que se está calentando. Mezclar cuidadosamente y con frecuencia. Una vez que el líquido empiece a hervir continuar a mezclar durante dos minutos y retirar del fuego. 
Dejar enfriar un poco y poner el compuesto en los moldes cuando todavía está caliente. Dejar enfriar en la nevera y servir decorando con coco rallado y frutos rojos.

3 de julio de 2013

Biscotti di quinoa, mandorle e mela - Galletas de quinoa, almendras y manzana

Una ricetta veloce, anzi velocissima, proprio come questo post che trovo il tempo per pubblicare ritagliando spazio dal lavoro.

;-)

Biscotti di quinoa, mandorle e mela con cannella
Ingredienti
300 gr quinoa previamente cucinata
100 gr mandorle tritate
2 mele
1 cucchiaio abbondante miele di riso
Cannella in polvere
70 gr farina di riso
½ bicchiere d’acqua
Pizzico di bicarbonato

Preparazione
In un frullatore tritare le mandorle. 
Grattugiare la mela previamente pulita e privata dei semi. Aggiungere mezzo bicchiere d’acqua per facilitare l’operazione ed ottenere una crema omogenea.
Aggiungere il resto degli ingredienti.
Ungere una teglia.
Comporre i biscotti con l’aiuto di un cucchiaio.
Infornare per 20/30 minuti a 180 gradi.

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Traducción al español

Galletas de quinoa, almendras y manzana con canela

Ingredientes
300g quinoa previamente cocinada
100 g almendras
2 manzanas
1 cucharada de miel de arroz
Canela en polvo
70 gr de harina de arroz
½ vaso de agua
Una pizca de bicarbonato de sodio

Preparación
Procesar las almendras.
Rallar las manzanas.
Si prefieren pueden poner ambos ingredientes en un procesador de alimentos y añadir un medio vaso de agua para facilitar la operación y obtener una crema homogénea.
Añadir los demás ingredientes.
Engrasar una bandeja para hornear.
Prepara las galletas moldeándola de la forma que prefieran (por ejemplo, aplastadas o redonditas) Pueden ayudarse con una cuchara para esta operación.
Hornear durante 20/30 minutos a 180 grados.

14 de mayo de 2013

Pasta all'ortica con pesto di noci - Pasta con ortiga y pesto de nueces

Traducción al español más a bajo

Pasta con pesto di ortiche, basilico e noci cucinata al forno con ricotta e pepe
Ricetta senza glutine e senza uovo



Come annunciato da Ambra si tratta di un super contest…. un vero omaggio alla natura e a tutto ciò di commestibile che ci offre. Il titolo è sufficiente per capire che stiamo immergendo nel mondo della cucina spontanea, naturale e "selvatica": Ricette Spontanee!



Vi consiglio di fare un salto sul bellissimo blog Il GattoGhiotto per coprire le deliziose ricette del contest e non solo. Il contest è appoggiato dal rifugio Meira Garneri, un posto incantato che la vincitrice/il vincitore del contest avrà l'onore di visitare. 

Ho scelto di partecipare con un’erba spontanea che nonostante sia abbastanza “famosa” e antica tra le ricette popolari, mi sembra che oggi stia andando rapidamente in disuso: l’ortica.

Inoltre la scelta ha anche un valore emotivo. Infatti  uno dei miei primi ricordi d’infanzia è legato proprio ad una ricetta con l’ortica. Vicino alla casa di mia nonna c’era un campo in cui crescevano rapidamente grandi quantità d’ortica.  Lo ricordo molto bene perché era il campo in cui a noi bambini era proibito andare a giocare. Avevo circa 5 anni all'epoca e, fino ad allora, mi avevano sempre detto che l’ortica è una pianta pericolosa alla quale stare ben alla larga. 
Una domenica mia nonna mi disse “andiamo a raccogliere l’ortica che oggi farò un buon risotto”. Immaginatevi lo stupore e la curiosità. E così armate di guanti e di scarpe ben chiuse siamo andate a raccoglierne un cesto grande.
Non ricordo molto della ricetta e tanto meno del processo ma ricordo che il risotto era delizioso. Forse è proprio una delle prime ricette che ricordo (la seconda sono i tortelli di zucca)!  

Penso che sia stata la prima e l’ultima volta che mia nonna mi ha preparato quel piatto, nonostante glielo abbia chiesto varie volte. Senz'altro ha contribuito il fatto che nel campo dove eravamo andate a raccogliere l’ortica ora si trova uno strato di cemento.

Ed ora in Colombia proprio nel cortile di casa c'è un angolino incontaminato, lontano dalla strada e dai gas di scarico delle macchiane dove l’ortica cresce ad un ritmo impressionante. Ha un colore stupendo, sano e genuino.

Da tempo volevo cucinarla e grazie a questo contest non ho più scuse: è arrivato il momento di riscoprire quest’erba deliziosa e altamente benefica, il cui incontro resta legato ad affettuosi ricordi d’infanzia.

Per quanto mi riguarda non posso di certo mentire e raccontare che ho attraversato boschi per trovare l’ingrediente della ricetta, anche se mi sarebbe piaciuto. Questa volta ho semplicemente fatto 10 metri nel cortile. ;-)

E così domenica scorsa, armata di guanti e di scarpe chiuse, come di dovere, sono andata a raccoglierla, sotto gli occhi stupiti e increduli di chi si chiedeva "ma sei sicura che si può mangiare?" 
Nota bene: la stessa persona che due ore più tardi stava pulendo la pentola e i cucchiai.
;-)

Prima di passare alla ricetta però voglio dare un paio di informazioni a proposito dell’ortica e soprattutto un paio di accorgimenti per la cottura a coloro che non si sono ancora avvicinati a questo ingrediente.

Il primo consiglio importante è quello di fare attenzione a dove si raccolgono le ortiche. Assicuratevi che l’erba sia cresciuta lontano dalle strade e da altri luoghi potenzialmente inquinati. In ogni caso lavatele sempre molto bene e a lungo. Se le comprate, scegliete preferibilmente ortiche provenienti da agricoltura biologica.

Per quanto riguarda il processo per renderle commestibili e innocue i metodi sono due. 
Il primo, ed anche il più semplice, è passarle per 1 minuto in acqua bollente. In questo modo si perde il potere urticante, purtroppo però si perdono anche varie qualità nutritive e benefiche. Questo metodo è quindi consigliabile per pasta, zuppe e risotti, a condizione di riutilizzare l'acqua di bollitura. 
Il secondo metodo  invece, consiste nel tritare finemente le ortiche. Si tratta di una preparazione indicata per le frittate o per i ripieni.

Forse è scontato dirlo ma si richiede l’uso dei guanti durante tutte le operazioni che prevedono il contatto con le ortiche (raccolta, lavaggio, taglio, etc).

Le ortiche si raccolgono durante tutto l’anno ma i periodi migliori sono la primavera e l’autunno, quando i germogli sono più teneri.

Ed ora un breve cenno alle proprietà. 
L'ortica, oltre che essere buona e saporita, ha anche numerose proprietà curative.
Ippocrate (460-377 a.C), padre di tutti i medici, cita svariate volte i semi di ortica nei suoi scritti e la medicina popolare ne riconosce il valore tonificante e digestivo. 
La storia dell’ortica nella medicina e nella cultura popolare è vivace, interessante e soprattutto ha radici profonde e lontane. 
Se avete tempo e se volete stupire i vostri ospiti  oltre che con la ricetta con qualche racconto intrigante, cercate informazioni sull'uso dell'ortica nell'antica Roma o, meglio ancora, cercate qualche curiosità sull'uso delle ortiche da parte delle cosiddette (e inappropriatamente mal chiamate) streghe.

Oggi sappiamo che l’ortica è ricca di vitamine, ferro, flavonoidi e carotenoidi. 
Inoltre è provato che l’ortica è efficace in caso di stati anemici, disturbi dei reni e della vescica, ipertrofia prostatica, malattie reumatiche, artrite e artrosi, dermatiti,glicemia alta, ed altro ancora. 
Per di più l'ortica è ricca di proteina vegetale: 6 grammi ogni 100 grammi di prodotto fresco e 35 g per ogni 100 di prodotto secco. Quindi altamente consigliata nelle diete ad alto fabbisogno proteico.

Ora che ho conosciuto queste proprietà fantastiche mi chiedo come mai non l’ho usata più spesso… e mi prometto di farlo. ;-)
La prossima settimana torta salata di ortica!

Per finire vale la pena ricordare che l'ortica, oltre che in cucina trova molti impieghi in erboristeria: come decotto, infuso e tintura. L’uso del decotto ha proprietà depurative e tonificanti. Si consiglia in caso di dermatiti, pelle grassa. Le tinture possono essere usate per migliorare la crescita dei capelli.

Ed ora...finalmente... la ricetta...



Ingredienti:
300 gr ortiche fresche, possibilmente scegliere foglie giovani
180 gr pasta senza glutine
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
Olio d’oliva extra vergine spremuto a freddo
Sale marino integrale
Prezzemolo fresco, 1 tazza
150 gr noci sgusciate
Pepe verde e/o nero
100 gr ricotta fresca *per gli amici e le amiche che seguono una dieta vegana potete sostituire la ricotta con il tofu. Il risultato sarà fantastico! L'unico accorgimento é quello di aumentare il tempo di cottura al forno per far sciogliere il tofu affinché il suo sapore deciso avvolga la pasta e la crema di ortica! 

Preparazione
Per prima cosa raccogliere le ortiche facendo molta attenzione a non entrare in contatto con l’erba. Cercate di scegliere solo le cime e le foglie più giovani, dal sapore più fresco e meno amaro.
Lavare le foglie con abbondante acqua. Io le ho lasciate in ammollo per circa 1 ora ma non è necessario.
Sempre indossando i guanti tagliare le ortiche finemente.

Tagliare la cipolla in cubetti finissimi (eventualmente aiutandovi con un trita alimenti elettrico) e soffriggerla in poco olio d’oliva. Aggiungere l’aglio schiacciato. Quando la cipolla sarà dorata aggiungere le ortiche e soffriggere per un paio di minuti.

In un mixer tritare le noci e il basilico.

Nel frattempo cuocere la pasta e scolarle quando è ancora molto al dente.per salare l'acqua io ho usato mezzo cucchiaio di sale marino integrale.

Versare la pasta nella padella nella quale state cucinando le ortiche. Aggiungere un poco dell’acqua di cottura in modo che resti umido il tutto per poter ultimare la cottura in forno. Aggiungere il pesto di noci e basilico. Aggiungere la ricotta fresca e spolverare con il pepe grattugiandolo sul momento. Mescolare. 

Nel frattempo preparare la teglia ungendola con uno strato d’olio e infarinandola (io ho usato farina di riso). Servire la pasta nella teglia e infornare a forno preriscaldato a 180 gradi. Stendere un leggero e sottilissimo strato di farina e ricotta sulla superficie.

Cuocere per 10/15 minuti.

Sfornare sui piatti da portata. Servire spolverando con noci.

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Traducción al español

Uno de mis primeros recuerdos infancia está vinculado con una receta con la ortiga. 
Cerca de la casa de mi abuela había un campo en el que crecia rápidamente grandes cantidades de ortiga. Lo acuerdo muy bien porque era un campo “proibido” donde los niños no podíamos ir a jugar justamente por las ortigas. 

En este entonces yo tenia alrededor de 5 años y hasta este momento solo me habían dicho que la ortiga es una planta peligrosa. Un domingo, mi abuela me dijo: "vamos reúnen la ortiga que hoy cocinaré un buen risotto con ella." Imagínese el asombro y la curiosidad. Y así, armadas de guantes y zapatos bien cerrados fuimos a recoger una gran canasta de ortiga.

No recuerdo mucho ni de la receta ni del proceso, pero recuerdo que el risotto estaba delicioso. Desde este entonces me ha encantado ir a recoger mi propia comida: espárragos selváticos, champiñones, o las verduras de la huerta. Creo que fue la primera y última vez que mi abuela preparó ese plato, a pesar que se lo pedí varias veces. Sin duda, es debido al hecho de que en el campo donde crecían las ortiga ha sido remplazado por cemento.

Hoy en día, en Colombia en el patio trasero de la casa hay un rincón virgen, lejos de la calle y de los gases de escape de los carros donde crece la ortiga… un montón de ortiga. El color es precioso, sano y genuino.

Durante mucho tiempo he querido cocinar esta hierba y gracias a este concurso no tengo más excusas: es el momento de redescubrir esta hierba deliciosa y altamente benéfica cuyo encuentro permanece atado a recuerdos de infancia.

Así el domingo pasado, nuevamente armada con guantes y zapatos cerrados, fui a recoger ortigas. Ciertamente no puedo mentir y decir que me fui por el bosque para encontrar el ingrediente de la receta…aunque me hubiera gustado. Solo tuve que hacer 10 metros en el patio. 
Pero el solo proceso de recoger la comida con nuestras manos (en lugar de sacar plata del bolsillo) le da un sabor distinto y nos recuerda que la alimentación es un proceso que empieca mucho antes de sentarse a la mesa. ;-)

Antes de pasar a la receta quiero aprovechar para escribir un par de informaciones acerca de la ortiga para todxs lxs que todavía no han tenido la oportunidad de cocinar este magnifico ingrediente.

En primer lugar es sumamente importante escoger bien el lugar que recoger las ortigas. Asegúrese de que la hierba se cultiva lejos de calles traficadas y otros sitios potencialmente contaminados. En cualquier caso, siempre lavar muy bien la hierba.

En cuanto al proceso para que sean comestibles existen dos métodos. 
El primero, y también el más simple, es pasar las ortigas durante 1 minuto en agua hirviendo. De esta manera, se pierde el poder de picadura, pero lamentablemente se pierden también demasiadas cualidades nutricionales y beneficiosas. Por lo tanto, este método se recomienda para las pastas, sopas y risottos, siempre que se reutilice el agua. 
El segundo método consiste en picar finamente las ortigas. Es esta una preparación indicada para tortillas o para rellenos.

Tal vez es obvio decirlo, pero todas las operaciones que implican el contacto con ortigas requieren el uso de guantes (cosecha, lavado, corte, etc.).

Las ortigas se cosechan durante todo el año pero las mejores épocas son la primavera y el otoño, cuando las hojas son más tiernas.

La ortiga, además de ser buena y sabrosa, también tiene muchas propiedades curativas.
Hipócrates (460-377 aC), el padre de todos los médicos, cita las semillas de ortiga varias veces en sus escritos y la medicina popular le reconoce la propiedad de tónico digestivo. 
La historia de la ortiga en la medicina y la cultura popular es animada, interesante y sobre todo tiene raíces profundas y antiguas. Me prometo algún día de leerla…
Si quieren sorprender sus invitados les recomiendo de ller algo sobre el uso de la ortiga en la antigua roma o por parte de las llamadas brujas. 

Hoy sabemos que la ortiga es rica en vitaminas, hierro, flavonoides y carotenoides. 
También se ha demostrado que la ortiga es efectiva en el caso de estados anémicos, enfermedades de los riñones y vejiga, hipertrofia prostática, enfermedades reumáticas, artritis y osteoartritis, dermatitis, altos de azúcar en la sangre, y más. 
Y, finalmente, la ortiga también es rica en proteínas vegetales: 6 gramos por cada 100 gramos de producto fresco y 35 g por 100 del producto seco.

Ahora que he conocido estas propiedades increíbles me pregunto por qué no lo he usado más a menudo ... y me comprometo a utilizarla con más frecuencia. ;-)
La próxima semana pastel salado de ortiga!

Por último, cabe recordar que la ortiga, al igual que en la cocina se encuentra muchos usos en la medicina herbal, como decocción, infusión y tintura. El uso de la decocción tiene propiedades de  limpieza y tonificación. Se recomienda en casos de dermatitis y piel grasa.

Pasta con ortiga y pesto de nueces y albahaca cocinada al horno con queso ricotta y pimienta
Receta sin glúten y sin huevo, con bajo contenido de lactosa.

Ingredientes 
(para dos personas)

300 gr ortigas frescas, posiblemente elegir las hojas jóvenes
180 g de pasta sin gluten
1 cebolla
2 dientes de ajo
Aceite de oliva extra virgen prensado en frio
Sal marina integral
Albahaca fresca, 1 taza
150 g de nueces sin cáscara
Pimienta verde y/o negra
100 gr queso ricota fresca *por lxs amigxs que siguen una dieta vegana pueden sustituir la ricotta con tofu. 

Preparación
Primero recoger las ortigas teniendo mucho cuidado de no entrar en contacto con ellas. Trate de elegir sólo las hojas más jóvenes porque el sabor es más fresco y menos amargo.
Lavar las hojas con agua. Yo las dejé en remojo durante aproximadamente 1 hora, pero no es  necesario.
Cortar finamente las ortigas… por supuesto con los guantes puestos!

Cortar la cebolla en dados finos y freír en un poco de aceite de oliva. Añadir el ajo machacado. Cuando la cebolla esté dorada añadir las ortigas y saltear durante 5 minutos. Apagar el fuego.

En una batidora picar las nueces y la albahaca previamente lavada y secada.

Mientras tanto, cocer la pasta y escurrirla cuando esté todavía muy al dente.
Verter la pasta en la sartén con las ortigas. Añadir un poco del agua de cocción para que quede húmedo (la pasta terminará de cocinarse en el horno). Añadir el pesto de nueces y albahaca. Agregue la ricota y pimienta al gusto. Mezclar.

Mientras tanto preparar un molde untándolo con aceite de oliva y enharinándolo. 
Verter la pasta en el molde y hornear en horno precalentado a 180 grados.

Hornear durante 10/15 minutos.

Servir espolvoreando con nueces.
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