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sabato 7 giugno 2014

Di treni, sussurri e risate

Oggi vi parlerò di un viaggio.
E' un viaggio che si ripete ogni mattina da tre mesi a questa parte.
C'è un treno, quattro viaggiatrici studenti o lavoratrici, un percorso, una meta da raggiungere. C'è tutto. Gli ingredienti per definirlo un viaggio non mancano, anche se la distanza percorsa non è grandissima.
Ma il vero viaggio non è nello spostamento, nel cambio di città, ma nella qualità del tempo trascorso insieme.
Quattro viaggiatrici: due si conoscevano perché hanno lavorato una vita nello stesso posto, ma in realtà non sapevano proprio niente l'una dell'altra. Le altre due conoscevano una di loro ed è così che, in maniera molto naturale, cominciano a salire insieme e a conoscersi un po' per volta.

martedì 24 settembre 2013

Insieme


Lettera di Lincoln all'insegnante di suo figlio

Dovrà imparare, lo so, che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri.
Però gli insegni anche che per ogni delinquente, c’è un eroe;
che per ogni politico egoista c’è un leader scrupoloso….
Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico,
cerchi di tenerlo lontano dall’invidia, se ci riesce,
e gli insegni il segreto di una risata discreta.
Gli faccia imparare subito che i bulli sono i primi ad essere sconfitti….
Se può, gli trasmetta la meraviglia dei libri….
Ma gli lasci anche il tempo tranquillo per ponderare l’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni che a scuola è molto più onorevole sbagliare piuttosto che imbrogliare…
Gli insegni ad avere fiducia nelle proprie idee, anche se tutti gli dicono che sta sbagliando…
Gli insegni ad essere gentile con le persone gentili e rude con i rudi.
Cerchi di dare a mio figlio la forza per non seguire la massa, anche se tutti saltano sul carro del vincitore…
Gli insegni a dare ascolto a tutti gli uomini,
ma gli insegni anche a filtrare ciò che ascolta col setaccio della verità, trattenendo solo il buono che vi passa attraverso.
Gli insegni, se può, come ridere quando è triste.
Gli insegni che non c’è vergogna nelle lacrime.
Gli insegni a schernire i cinici ed a guardarsi dall’eccessiva dolcezza.
Gli insegni a vendere la sua merce al miglior offerente, ma a non dare mai un prezzo al proprio cuore e alla propria anima.
Gli insegni a non dare ascolto alla gentaglia urlante e ad alzarsi e combattere, se è nel giusto.
Lo tratti con gentilezza, ma non lo coccoli, perché solo attraverso la prova del fuoco si fa un buon acciaio.
Lasci che abbia il coraggio di essere impaziente.
Lasci che abbia la pazienza per essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere una sublime fiducia in sé stesso,
perché solo allora avrà una sublime fiducia nel genere umano.
So che la richiesta è grande, ma veda cosa può fare…
E’ un così caro ragazzo, mio figlio!

Abraham Lincoln

 

Magari la conoscete già tutti, ma mi sono imbattuta in questa lettera per caso e me la sono portata a "casa". MI viene da aggiungere solo di metterci anche noi nei panni dell'insegnante. Essere noi genitori per primi a cercare di dare un senso a queste parole. Insieme.


mercoledì 6 marzo 2013

Il miglior filo d'erba possibile

La settimana scorsa, grazie all'influenza che mi ha regalato ore preziose, ho letto un libretto che avevo comprato diverso tempo fa, ma che poi avevo abbandonato (leggere due pagine ogni  sera con la testa che ciondola non corrisponde esattamente alla mia idea di lettura)