C'è fermento nell'aria. Se nella vita di tutti i giorni trovo persone rassegnate alla vita che conducono, in rete, finalmente, si sta muovendo qualcosa.
Nei giorni scorsi in diversi blog si è affrontato il discorso del lavoro al femminile.
Io sono partita da qui, il blog di
La solita mamma che ha voluto amplificare i temi lanciati da diversi blog, e poi ho trovato un ottimo spunto anche qui nel blog
Bimbiuniverse che tratta un tema a me caro: il telelavoro.
Il tema accende gli animi. Se da una parte c'è chi dice che restare a casa a fare la mamma è un lavoro, anche se spesso non riconosciuto neanche dalle mamme che invece lavorano fuori casa, dall'altra c'è chi dice che allora chi lavora fuori, ne ha due di lavori, perché quando rientra toglie il cappello di lavoratrice e indossa quello di mamma. C'è poi chi si pone il problema di chi ha lasciato il lavoro per intraprendere qualcosa di nuovo e si chiede se funziona veramente, insomma, vuole sapere com'è andata a finire. Non per ultimo c'è chi si domanda se una conciliazione famiglia-lavoro sia possibile.
Prima di tutto trovo che sia molto bello che cominciamo a interessarci in prima persona dell'organizzazione della nostra vita, invece di lasciarci scivolare addosso i problemi con rassegnazione.
La parola crisi viene usata un po' troppo spesso come alibi per coprire inefficienza e ottusità. C'è tutta la questione del rapporto datore-lavoratore da rivedere. E' chiaro che dipende dal tipo di lavoro, ma se non ci si arena sull'antiquato criterio di valutazione: + ore lavorate = maggiore produttività, se invece di fossilizzarsi sulle ore lavorate ci si basa sui risultati ottenuti, si va oltre la fiducia, perché non serve controllare a vista le persone, se puoi contare sul tuo lavoro finito nei tempi dovuti.
Ed allora, poste queste basi, si potrebbe ragionare di telelavoro, di part-time, dove questo non è possibile, e di flessibilità per garantire un lavoro privo di sensi di colpa: per i figli a casa quando sei al lavoro e per il lavoro quando sei a casa e sai che in quel preciso momento dovresti essere al lavoro. Quante volte ho sentito di non accontentare nessuno: né la mia famiglia a cui ho sottratto tempo prezioso, né al lavoro, che per quanto ti fermi, vai a casa sempre troppo presto.
Detto da una che vive il lavoro con passione, è ora di vivere il nostro tempo con la giusta velocità, senza andare fuori di testa per far combaciare tutti i tasselli del puzzle.
Perciò, non importa se abbiamo deciso di restare a casa e dedicare tutto il tempo alla famiglia, o se abbiamo un lavoro che ci porta fuori buona parte della giornata, mettiamoci insieme, chiediamo la possibilità di scegliere la vita che vogliamo e preferiamo e di essere aiutate in questa battaglia anche dagli uomini e dalle donne che si comportano come loro. Sarà un vantaggio per tutti. Ne sono convinta.