25 aprile 2014
Ho seguito in TV la celebrazione della Resistenza all'Altare della Patria,e mi ha emozionato la presenza,scontata, del nostro Presidente,principalmente per la sua età,messa a dura prova dalla sua funzione di Capo dello Stato.
Forse eccessiva,la celebrazione,forse troppo paludata,forse..
Ma se non c'è un momento per la memoria,cosa rimane della Storia,quella che leggiamo sui libri e che spesso ci sembra lontana,quasi non ci appartenesse?
Tante piccole storie,vissute raccontate tramandate oralmente, atti di coraggio,di abnegazione,di ribellione concorrono a scrivere la grande Storia,un mare infinito alimentato nei secoli da piccoli rigagnoli,che diventano fiumi impetuosi.
E perché questo succeda ,serve il ponte fra chi c'è stato e può o ha potuto raccontare e chi sa ascoltare,capire per raccontare a sua volta.
Le vittorie o le sconfitte dei popoli dicono poco,sopo pagine o spesso righe stilate dai vincitori o dai vinti.
Ma se i fatti sono raccontati da chi li ha vissuti,da chi ne è stato testimone,ci sentiamo partecipi ricorderemo,e a nostra volta racconteremo,dando spessore e credibilità ai fatti stessi.
Questo sono per me,le celebrazioni: un ponte,un anello nella catena del ricordo,un invito a non dimenticare ,perché senza memoria non c'è storia.
Ho visitato anni fa Marzabotto,mi sono fermata a leggere dei nomi,da quell'interminabile elenco,a riflettere su quello che era successo. Non era solo solo un elenco ma immaginavo,racchiusa in ognuno di quei nomi, una storia umana,con delle speranze dei sogni degli affetti,stroncati al momento dell'eccidio.
Immaginavo l'ultimo pensiero,l'ultima immagine registrata dalla vista già offuscata dalla paura.
Quei nomi sono nella Storia,sono la Storia,ed un po di quella Storia l'ho rivissuta ,è diventata parte della mia memoria.