Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date,
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta.
La risposta di oggi per il mio cuore è questa, di Rilke.
Regalo invece agli stomaci di casa un dolce relax. Prugne secche, cannella, chiodi di garofano e profumo di grappa.
(Giacomo è in trasferta e un goccio alcolico nell'impasto è dunque permesso, anche se si potrebbe pensare che in cottura comunque evapori).
Gradirei una frolla macrobiotica, senza zucchero, burro e uova, please. Io ci provo così.
per il ripieno:
200 gr di prugne secche snocciolate (possibilmente non trattate)
un pugnetto di uvetta sultanina
una mela gialla sbucciata e tagliata a dadini
un cucchiaio di cannella (+ un pezzo di stecca)
una puntina di cucchiaino di polvere di chiodi di garofano
un cucchiaio di grappa (o più se gradito)
un cucchiaio di fecola
uno o due cucchiai di malto di riso o grano (io non li ho messi, ma se la gradite più dolce...)
Taglio grossolanamente le prugne. Metto sul fuoco un bicchiere d'acqua e vi cuocio prugne, mela, uvette, grappa e profumi (e il malto, se gradito). Aggiungo un goccio d'acqua se necessario.
Una volta raffreddate, rimuovo la cannella in stecca e aggiungo la fecola.
Quindi impasto veleocemente:
150 gr di farina integrale
150 gr di farina bianca
7o gr di olio di girasole (o d'oliva leggero)
110 gr di latte di riso non zuccherato
un cucchiaino di polvere di vaniglia (no vanillina)
una bustina di cremor tartaro (meno un cucchiaino)
un pizzico di sale
Impasto velocemente le farine e fodero con metà impasto una tortiera da 25 cm di diametro.
Riempio col ripieno fruttato e copro con la pasta restante.
In forno 25 min a 170°
altre torte di frutta leggere, ma appetitose:
Torta di pere
Torta di susine
So che si può fare di meglio, esteticamente e fotograficamente. Molti di voi mai posterebbero una foto così, ma qui si altalena sempre tra pazienza e sangue freddo nei pensieri, e velocità e frenesia nei gesti.
Per me il blog (che non è un foodblog, nota bene) è un esercizio personale pure in questa direzione: concedersi la sperimentazione, aspirare al miglioramento, ma anche accettare il risultato del momento e non incapponirsi nel perfezionismo.
per il ripieno:
200 gr di prugne secche snocciolate (possibilmente non trattate)
un pugnetto di uvetta sultanina
una mela gialla sbucciata e tagliata a dadini
un cucchiaio di cannella (+ un pezzo di stecca)
una puntina di cucchiaino di polvere di chiodi di garofano
un cucchiaio di grappa (o più se gradito)
un cucchiaio di fecola
uno o due cucchiai di malto di riso o grano (io non li ho messi, ma se la gradite più dolce...)
Taglio grossolanamente le prugne. Metto sul fuoco un bicchiere d'acqua e vi cuocio prugne, mela, uvette, grappa e profumi (e il malto, se gradito). Aggiungo un goccio d'acqua se necessario.
Una volta raffreddate, rimuovo la cannella in stecca e aggiungo la fecola.
Quindi impasto veleocemente:
150 gr di farina integrale
150 gr di farina bianca
7o gr di olio di girasole (o d'oliva leggero)
110 gr di latte di riso non zuccherato
un cucchiaino di polvere di vaniglia (no vanillina)
una bustina di cremor tartaro (meno un cucchiaino)
un pizzico di sale
Impasto velocemente le farine e fodero con metà impasto una tortiera da 25 cm di diametro.
Riempio col ripieno fruttato e copro con la pasta restante.
In forno 25 min a 170°
altre torte di frutta leggere, ma appetitose:
Torta di pere
Torta di susine
So che si può fare di meglio, esteticamente e fotograficamente. Molti di voi mai posterebbero una foto così, ma qui si altalena sempre tra pazienza e sangue freddo nei pensieri, e velocità e frenesia nei gesti.
Per me il blog (che non è un foodblog, nota bene) è un esercizio personale pure in questa direzione: concedersi la sperimentazione, aspirare al miglioramento, ma anche accettare il risultato del momento e non incapponirsi nel perfezionismo.